Recensione, poster e trailer del film Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti. Al cinema dal 19 agosto 2020.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Giorgio Diritti
CAST: Elio Germano, Oliver Ewy, Paola Lavini, Gianni Fantoni
DURATA: 120 min
DATA DI USCITA: 19 agosto 2020
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
RECENSIONE
La tormentata vita del pittore e scultore Antonio Ligabue (Elio Germano), dalla difficile adolescenza in Svizzera fino alla carriera e morte a Gualtieri, in Emilia, dove ha passato gli anni dell’età adulta in estrema povertà, tra turbamenti interiori e un talento artistico straordinario.
“Spogliati”.
Glielo ripetono gli operatori degli ospedali psichiatrici in cui viene ricoverato per i suoi continui disagi psichici. Antonio Ligabue, che si nasconde nei sacchi di juta, nel bosco e sotto le mantelle. Di sé mostra solo un occhio, spaventato e curioso allo stesso tempo, lo stesso occhio con cui costruirà il suo punto di vista sul mondo. Un mondo che lo disprezza, lo prende in giro, lo abbandona. Toni voleva solo essere amato. Amato e riconosciuto come artista, questo il suo conflitto interiore, la superazione di tutte le ossessioni poteva passare solo da lì. Ma di cosa doveva spogliarsi ancora?
Un artista questo fa: si spoglia di continuo.
È comodo rimanere vestiti, ancora più comodo vestirsi come gli altri. Il titolo è un ossimoro, perché un artista non può nascondersi. Cerca di farlo dietro alla sua arte, dietro ai colori o alle parole, ma in realtà quello che fa è spogliarsi, denudarsi senza riserve. Ti vuoi nascondere ma non sei mai stato così in vista. È un paradosso esistenziale che ti isola dal resto del mondo. Antonio Ligabue ha sofferto tantissimo la povertà, il freddo e la fame, che sono niente però rispetto alla solitudine. Ma la legge cosmica ti chiede sempre di toccare il fondo per arrivare alla tua vera natura, e lui ha vissuto forse tutta la sua vita seduto sul bordo, sempre in bilico, sempre in caduta libera.
Elio Germano (Orso d’argento come Miglior Attore all’ultimo Festival di Berlino) dà a questo incredibile uomo un corpo e un volto sporco, scavato, sofferente, e c’è un momento – quando il pittore realizza il suo autoritratto allo specchio – che emoziona le corde più intime di un essere umano capace di provare empatia. È l’uomo che si guarda e anche se è vestito si vede nudo perché si vede dentro, per quello che è, si rende conto della sua fragilità, e per quanto si disprezzi sa che quel corpo e quell’anima saranno le cose con cui dovrà convivere fino alla fine dei suoi giorni. Amante degli animali, Ligabue ha dipinto tanto se stesso (e infatti lo spirito animalesco ha fatto sempre parte di lui) proprio a simboleggiare il suo estremo desiderio di esserci: io esisto. Anche se voi non mi amate, in qualche modo esisto.
Volevo nascondermi è un po’ un ritorno a casa per Giorgio Diritti (Il vento fa il suo giro, L’uomo che verrà) sia come luoghi – la realtà contadina emiliana – che come temi – la diversità e l’integrazione.
Se la sceneggiatura risulta ripetitiva nei primi 45 minuti, dove l’uso del flashback è ridondante, in seguito la storia prende il volo, si libera di vari appesantimenti e punta dritto al cuore degli spettatori. Forse l’aspetto più commovente e riuscito è la descrizione delle relazioni che Toni riesce a intessere, o meglio: che le persone del paese riescono a intessere con lui, persone ordinarie che provano con tutte le loro forze a comprendere, aiutare, stare accanto e infine amare un uomo straordinario.
Le cadute ci sono, la sceneggiatura è essenzialmente lineare e senza troppe trovate, ma il merito del film rimane quello di essere rimasto “sotto le righe” e di essere riuscito ad emozionare davvero nonostante una messa in scena attoriale che rischiava di essere sovraccarica, e invece non lo è per niente.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Foto: 01 Distribution
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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