THE HATER: una guida per influenzare il mondo

Recensione di THE HATER, il nuovo film di Jan Komasa in streaming su Netflix dal 29 luglio 2020.

Una scena del film THE HATER © Foto Jaroslaw Sosinski / NAIMA FILM, OPERATOR Radek Ładczuk, PRODUCENT NAIMA FILM, REZYSER Jan Komasa.

SCHEDA DEL FILM

TITOLO ORIGINALE: Sala samobójców. Hejter
REGIA: Jan Komasa
CAST: Maciej Musialowski, Danuta Stenka, Jacek Koman
DURATA: 135 min.
DATA DI USCITA: 29 luglio 2020
DISTRIBUZIONE: Netflix


RECENSIONE

Tomasz (Maciej Musialowski) è giovane, ambizioso e spietato. Dopo essere stato ingaggiato da un’agenzia specializzata in strategie di influenza e manipolazione dei contenuti online, Tomasz decide di mettersi in proprio, attuando una vertiginosa escalation a suon di colpi bassi, raggiri e diffamazioni, per diventare il nemico pubblico informatico numero uno. Ad ogni costo.

Una scena del film THE HATER © Foto Jaroslaw Sosinski / NAIMA FILM, OPERATOR Radek Ładczuk, PRODUCENT NAIMA FILM, REZYSER Jan Komasa.

Corpus Christi di Jan Komasa era stato uno dei nostri colpi di fulmine della scorsa stagione, meritatamente incluso in seguito nella cinquina per l’Oscar al miglior film straniero. Quest’anno il regista polacco classe ’81 torna sotto il marchio Netflix con The Hater, un articolato dramma di tensione che esplora le tentazioni e le conseguenti insidie dell’inesauribile sete di potere e di sopraffazione di un giovane gelido e arrogante, immunizzato dal distanziamento dello schermo di un computer.

Il fallimento universitario di Tomasz si traduce in una brillante carriera da “odiatore” seriale, con il suo talento al servizio di spietati architetti della calunnia, pagati per sparigliare le carte delle imminenti elezioni a Varsavia.
Le subdole logiche della rete, dei social network, la manipolazione di dati, immagini e menti deboli come arma silenziosa: così Tomasz fa carriera, perdendo in cambio contatto e calore rispetto ai propri affetti e alla propria identità.

The Hater si ispira a The Social Network e lo affianca a qualche sfuriata paranoide alla Mr Robot e si riassume in due sue frasi, nella dicotomia tra quelli che “nascono per essere maltrattati” e quelli che farebbero di tutto per “influenzare il mondo”.

Nonostante la sceneggiatura del ventottenne Mateusz Pacewicz (penna anche di Corpus Christi) perda qualcosa nell’annacquata parte centrale, il compassato tumulto interiore del disprezzabilissimo Tomasz e la sua maligna odissea sono affascinanti, soprattutto grazie alla straordinaria prova dell’attore.

Anche lo sfondo politico polacco funziona. Agitato da moti populisti e traballante di figure politiche deboli e malferme, esito e nel contempo causa di un tessuto sociale che trasuda disagio.

Per questo il protagonista del film diventa nel contempo eroe e mostro, o più semplicemente perfetto predatore invisibile di quell’habitat.

In The Hater c’è tanto di tutto. Un po’ di Fincher, un po’ dei ragazzi perduti di Van Sant, sequenze tambureggianti che rasentano il documentaristico ed altre (tremendamente brutte e invadenti) di realtà digitali alternative in piena CGI.
Ma la sintesi funziona, rappresentando una manualistica esaustiva di avidità di potere, di sopraffazione, di spietatezza. L’ homo homini lupus ai tempi di Facebook.

Luca Zanovello


TRAILER

Immagini: ufficio stampa Netflix

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