Abbiamo chiacchierato con Enrico Dalceri, la Mabilia de I Legnanesi.
Alzi la mano chi non ha mai visto i Legnanesi? Impossibile, lo so, perché sono famosissimi, i loro spettacoli riempiono i teatri e sono stati trasmessi anche in tv.
Ho intervistato Enrico Dalceri, la Mabilia de I Legnanesi la figlia zitella della Teresa (Antonio Provasio) e del Giovanni (Lorenzo Cordara), della mitica famiglia Colombo. Enrico, da anni nella compagnia, non solo calca il palcoscenico, ma cura tutti i costumi di scena. Rigorosamente made in Italy, gli abiti incantano gli spettatori con tulle, lustrini e paillettes. Spesso indossa o restaura i costumi originali di Tony Barlocco. Si occupa anche delle musiche, delle scenografie e della supervisione delle coreografie.
Il mese scorso Enrico Dalceri è stato nominato Cavaliere della Repubblica.
Il decreto del Presidente della Repubblica è stato firmato il 27 dicembre 2019, pubblicato poi sulla Gazzetta Ufficiale del 27 aprile 2020.
Una notizia che ha ovviamente emozionato l’artista, la grande famiglia de I Legnanesi e il pubblico.
L’impegno di Dalceri è ultratrentennale in scena, ma anche dietro le quinte e nel resto dell’esperienza lavorativa presso un’importante maison di moda che lo ha impegnato fino a qualche mese fa.
Che cosa ha significato per te questo riconoscimento?
E’ stata un’immensa sorpresa: sono sempre stato orgoglioso di esser italiano e quest’onorificenza mi ha profondamente commosso e mi ha emozionato tanto! Posso dire che mi sento quindi doppiamente orgoglioso d’esser italiano! Penso a tutte le grandi personalità che hanno ricevuto questa onorificenza e mi sento partecipe, nel mio piccolo, del compito importante di portare avanti le tradizioni italiane, valorizzando sempre di più l’arte e la cultura italiana. Devo quindi innanzitutto ringraziare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ed anche chi mi ha permesso di raggiungere questo importantissimo riconoscimento!
Ho avuto la fortuna di poter crescere in due ambienti stimolanti e meravigliosi, densi di cultura, arte e tradizione: la moda e il teatro.
Nel 1986, i due percorsi prendono il via parallelamente. In scena Enrico raccoglie il testimone della Mabilia, portata sul palco per la prima volta da Tony Barlocco, e inizia a curare anche gli straordinari costumi.
Una vita nei Legnanesi: ci racconti la prima volta nella famiglia Colombo?
Per ben 33 anni, di giorno, ho lavorato nell’ufficio stilistico di una tra le più importanti maison di moda italiana: la Giorgio Armani è diventata la mia seconda famiglia, cui mi legano sentimenti di profonda ammirazione e grande affetto.
Poi, alla fine della giornata d’ufficio, via di corsa in macchina per raggiungere le mete della mia “seconda vita” il teatro, con I Legnanesi, in un ambiente fantastico, completamente diverso, ma lo stesso prezioso.
Non basterebbe un libro per raccontare i mille episodi che mi legano a queste due famiglie che ho avuto il privilegio ed il dono di vivere in tutti questi anni.
Mi torna alla mente la sera di quel 1986, lo stesso anno in cui entrai anche nella Giorgio Armani (un anno propizio!)
Ricordo quella sera, quando alla fine di uno spettacolo de I Legnanesi che andai a vedere, timidamente, chiesi a Felice Musazzi (il fondatore della compagnia) se avessi potuto fare un provino per entrare …e la fortuna mi sorrise!
Mi fissò un provino per la sera successiva per sostituire un boys che partiva per il servizio militare. Il provino consistette nel “buttarmi” in scena senza sapere un passo del balletto, per vedere la gestione di un’ansia così grande come quella di confrontarsi direttamente con il pubblico. Immaginate come potevo essermi sentito… comunque, prova riuscita ed “arruolato!”
E il debutto come Mabilia?
Ancora oggi mi ricordo la bocca asciutta, il cuore che batteva a mille… anche la sarta che mi vestiva quella sera se lo ricorda bene…: prima di entrare in scena, dalla tanta ansia, le strinsi talmente forte il braccio da lasciarle il segno!
Un grande momento, che vivo sempre con immensa emozione è quando entro nei teatri storici italiani, primo fra tutti il Sistina di Roma: il sedermi nel camerino sulla stessa sedia o divano e calpestare i palcoscenici dove sono passati i grandi maestri del teatro italiano.
Un’emozione, alla quale non mi abituerò mai, è l’apertura del sipario.
Ogni sera è come una nuova avventura: pubblico diverso, reazioni diverse, stati d’animo diversi, portano sempre tanta adrenalina e tensione che però, in fondo, sono ingredienti necessari per la buona riuscita dello spettacolo.
I costumi sono davvero meravigliosi: dove nasce tanta passione e creatività?
Il mio lavoro nel mondo della moda mi ha aiutato molto, poi la passione ha fatto il suo. Sono sempre stato attratto dai musical, sia da quelli storici degli anni Cinquanta fino a quelli dei giorni nostri. Quando ho un po’ di tempo, mi metto a navigare su Internet e mi documento guardando video e foto e trovo alcuni spunti che mi aiutano nel creare quello che poi si vede in scena.
Una curiosità: come fate a cambiarvi tanto velocemente e soprattutto ad entrare in scena alla fine senza trucco? Se si possono svelare i segreti, naturalmente!
Eheheh bella domanda questa! Il segreto principale è la concentrazione: anche dietro le quinte occorre essere sempre sul pezzo! Certamente ci aiuta molto la presenza dei nostri “angeli custodi”: le nostre sarte!
Devo ammetterlo: sono molto esigente e cerco sempre la perfezione (che non esiste quasi mai)… questo mi porta, ahimè, a stressare spesso chi mi aiuta.
Il mio “angelo” è Morena, donna forte, energica, veloce e tanto paziente! Inutile nascondersi: altre non avrebbero retto quello stress… non posso che ringraziarla ogni sera!
Il trucco? Il trucco si toglie con fazzolettini idonei, ma, facendo questa operazione velocemente e non essendo per niente delicati, rischiamo, tutte le sere, di rimanere senza pelle ehehehh!
Simpatico Enrico, un artista eclettico che ha unito la passione alla professionalità, portando in scena la tradizione italiana.
Nel ricevere l’onorificenza, Enrico Dalceri ci ricorda il legame con Tony Barlocco, anch’egli proclamato Cavaliere della Repubblica nel 1975, con Presidente della Repubblica Giovanni Leone e Presidente del Consiglio Aldo Moro.
Sarah Pellizzari Rabolini
Si ringraziano Enrico Dalceri e l’ufficio stampa per l’opportunità.
Sarah è un’insegnante e una scrittrice. Ha pubblicato poesie, racconti e romanzi (l’ultimo è R come Infinito). Ha partecipato a diverse antologie tra cui La Vita vista da Qui (Morellini Editore), è stata finalista di concorsi e premi letterari. Pratica la mindfulness ogni giorno e crede che scrivere sia una vera terapia per l’anima.
Leave a Comment