Recensione e scheda di SQUATTER (GET IN), il film di Olivier Abbou disponibile su Netflix.

squatter (get in) poster film

La locandina internazionale del film Squatter.

SCHEDA DEL FILM

TITOLO ORIGINALE: Furie
REGIA: Olivier Abbou
CAST: Adama Niane, Stéphane Caillard, Paul Hamy
DURATA: 97 min.
DATA DI USCITA: 1 maggio 2020
DISTRIBUZIONE: Netflix


RECENSIONE

Al ritorno dalle vacanze, il placido insegnante Paul (Adama Niane) e sua moglie Chloé (Stéphane Caillard) trovano la più orribile delle sorprese: i due amici a cui hanno affittato la loro bella villa si sono impossessati dell’abitazione e non hanno alcuna intenzione di restituirla.
Frustrato dall’accaduto e da una giustizia che sembra favorire i torti, accampato in uno squallido campeggio, Paul perde il bandolo della sua vita perfetta e, complice l’amicizia con l’ambiguo gestore del camping Mickey (Paul Hamy), va incontro ad un epilogo dissoluto e superviolento.

Squatter (Get In) Film still. Photo: New Story

Una scena del film. Photo: New Story.

Squatter, originale Netflix diretto dal francese Olivier Abbou, si presenta allo streaming come thriller sanguinario, sconsigliato ai minori di 14 anni, soprattutto immancabilmente “ispirato a una storia vera”.

Un film che arriva con una quindicina d’anni di ritardo rispetto al fruttuoso filone di new extremity francofona a cui ammicca, ma che si delinea tematicamente (almeno nei presupposti domestici) affine al pigliatutto Parasite e ad un altro recente thriller Netflix sulle quattro mura, lo spagnolo Dov’è La Tua Casa.

Nel caso di Squatter, il valore assoluto e quasi ancestrale della propria dimora viene tradotto nel totale smarrimento identitario e affettivo del protagonista, capofamiglia scheggiato e poi infranto dai soprusi un po’ come il David Sumner di Cane Di Paglia.
Il torto inconcepibile e beffardo subito da Paul, che sembra il nucleo del film e che procura in principio inevitabile empatia, diventa però sempre più marginale e una scintilla che conduce ad altro, alle nevrosi, alla mascolinità tossica e agli istinti animaleschi riesumati, in un crescendo di violenza piuttosto pretestuosa.
Punto di svolta è il sodalizio con Mickey, personaggio di fascino luciferino ben interpretato da Hamy (visto in The Ornithologist e in Despite The Night di Grandrieux): con lui Paul riscopre il lato B della sua indole placidamente borghese e il costo da pagare per una guerra dichiarata.

Ma se Squatter sa mantenere discreta tensione ed è portatore di più di una sequenza d’impatto, nella sua teorizzazione della violenza manifesta e di quella latente, è nel contempo vittima di una sceneggiatura, e ancor prima di un soggetto, isterici e sfilacciati, che non trovano amalgama; anzi, a tratti pare che il progetto di Abbou sia un frankenstein di storie incompiute, frammenti e incubi di ingiustizia, di famiglia, di ribellione, di repressione, di home invasions e persino di simil-drughi. Tutte promettenti, nessuna completamente convincente, sempre ben distante da una convergenza di messaggio.

Voto: 5/10

Luca Zanovello


TRAILER ORIGINALE