I CENTO PASSI. La storia di Peppino Impastato

I CENTO PASSI, il film che racconta la storia del giovane di Cinisi ucciso dalla mafia, su Sky Cinema Due.

La locandina del film I cento passi

SCHEDA DEL FILM

Regia: Marco Tullio Giordana
Cast: Luigi Lo Cascio, Luigi Maria Burruano, Lucia Sardo, Paolo Briguglia, Tony Sperandeo
Genere: Drammatico
Anno: 2000
Durata: 114 minuti
Distribuzione: Istituto Luce/ Medusa


COMMENTO

Ci sono i film avvincenti e romantici, quelli che piacciono e quelli che no, non sono nelle nostre corde.

E poi ci sono i film da vedere.

Quelli per cui, a prescindere dal gusto personale, sono dei documenti che raccontano la storia del nostro paese, di persone che questa storia hanno provato a cambiarla.

Come I cento passi, per la regia di Marco Tullio Giordana che ha vinto un premio ai Nastri d’Argento e quattro David di Donatello. E’ stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto una candidatura a Golden Globes.

Un film da vedere con Luigi Lo Cascio che veste i panni di Peppino Impastato.

Andrà in onda, oggi, sabato 9 maggio su Sky Cinema Due alle 21:15.

La data della programmazione non è casuale perché il 9 maggio del 1978 Giuseppe Impastato, detto Peppino, viene ucciso dalla mafia, nel suo paesino, Cinisi, in Sicilia. La data è stessa del ritrovamento del corpo senza vita dell’onorevole Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse.
La notizia di Peppino non viene divulgata, vista la rilevanza nazionale dell’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana. Soprattutto il tentativo è quello di depistare le indagini sul giovane di Cinisi, cercando di dimostrare che si è trattato di suicidio.

Luigi Lo Cascio è il Peppino che vogliamo ricordare: coraggioso e vitale, un giornalista e attivista, membro di Democrazia Proletaria.

Dal microfono di Radio Aut, un’emittente libera che aveva fondato con un gruppo di amici, utilizzava l’ironia pungente per denunciare il clan di Gaetano Badalamenti che teneva in scacco Cinisi. Il paesino, non lontano dall’aeroporto di Punta Raisi, già oggetto di attenzioni per appalti truccati e traffico di droga.

Non ha paura Peppino, neanche di ribellarsi alla famiglia. Il padre Luigi e lo zio sono mafiosi, il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso nel 1963.

Solo il fratello Giovanni e la madre Felicia, lo sostengono: intensa questa donna che gli porta da mangiare di nascosto nel garage dove Peppino è stato costretto a vivere dal padre, che non lo vuole più a casa, si vergogna di lui e teme la reazione mafiosa che presto si farà sentire.

Una donna che non ha avuto paura mai, neanche quando portò avanti la causa contro i veri assassini del figlio, che hanno tentato per anni di far passare Peppino come terrorista, infangando e calpestando la sua memoria.

L’impegno di Felicia è costante e determinato, ma dobbiamo aspettare fino al maggio del 1984 quando l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del giudice Rocco Chinnici, emette una sentenza, firmata da Antonino Caponnetto, per cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto Impastato.

Bisogna aspettare dunque il pool antimafia, istituito da Chinnici con Caponnetto, dove lavorarono anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per riaprire casi come quello di Peppino Impastato.

E dobbiamo aspettare fino al 5 marzo 2001 quando la Corte d’Assise riconosce Vito Palazzolo colpevole e lo condanna a trent’anni di reclusione. E il 2002 per la condanna all’ergastolo di Gaetano Badalamenti, che ordinò l’omicidio di Peppino. Mandò i suoi “picciotti” che lo picchiarono e legarono ai binari della ferrovia. Poi l’esplosione e il depistaggio: si è suicidato. Un’ipotesi a cui non ha creduto mai nessuno, neanche gli abitanti di Cinisi che hanno eletto Peppino Impastato alle provinciali, quella stessa sera, tra l’8 e il 9 maggio 1978. Un risultato che Peppino non ha mai potuto vedere.

I Cento Passi è un film che parla di noi, della storia della nostra Italia, capace di risorgere, ma anche di non vedere e insabbiare, di non riuscire a estirpare la piaga mafiosa che si infiltra nelle istituzioni e determina la vita delle persone.

Oggi la casa della famiglia Impastato, distante quei cento passi, che danno il titolo anche alla canzone dei Modena City Ramblers, che nel film sono perfettamente dimostrati da Peppino che conta fino a cento e mostra al fratello di trovarsi proprio sotto la finestra di Badalamenti, è diventata Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato a Cinisi. Ha lo scopo di contribuire alla diffusione e alla difesa del percorso di lotta svolto da Peppino e, in seguito, da sua madre, Felicia Bartolotta.

Oggi è uno luogo simbolo dell’antimafia.

Ci sono i film avvincenti e quelli romantici, quelli che piacciono e quelli che no, non sono nelle nostre corde.

E poi ci sono i film da vedere. Come questo: I Cento Passi.

Sarah Pellizzari Rabolini


 

TRAILER ITALIANO

 

View Comments (2)

  • Davvero interessante il pezzo di Sarah, con cui dà conto del film I cento passi, film di raro impegno civile, e della straordinaria storia umana e politica di Peppino Impastato, un autentico eroe (non sembri una esagerazione) nella lotta contro la mafia, piaga secolare del nostro Paese.
    Il film andrebbe, a mio avviso, riproposto perché non vada persa la grande lezione di Peppino, un giovane innamorato della gente del Sud e dei valori della legalità e della giustizia. Una storia vera, che per di più, ci fa toccare con mano il conflitto che si apre all'interno della famiglia, mafiosa per tradizione e per cultura. Una storia che si dipana tra pubblico e privato e getta una luce forte sul dramma della mafia e sulla soggezione patita dalla gente di Sicilia, tenuta in scacco dai boss della zona, Cinisi.
    L'interpretazione di Lo Cascio ci aiuta a cogliere la personalità di Peppino, aperta e solare, al servizio della legge e della verità. Insomma, quella di Impastato è una figura che onora la Sicilia e il nostro Paese, che può stare con merito al fianco di altre figure, come quelle di Falcone, Borsellino, Livatino, Chinnici...

    • Ti ringrazio Alberto e concordo: Peppino un autentico eroe!!

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