Recensione di CRIMINALI COME NOI, il film di Sebastiàn Borensztein con Ricardo Darin al cinema dal 20 febbraio 2020.
SCHEDA DEL FILM
TITOLO ORIGINALE: La odisea de los giles
REGIA: Sebastiàn Borensztein
CAST: Ricardo Darín, Luis Brandoni, Chino Darín, Verónica Llinás
DURATA: 116 min.
DATA DI USCITA: 20 febbraio 2020
DISTRIBUZIONE: Bim Distribuzione
RECENSIONE
Argentina, dicembre 2001. Un gruppo di amici e di vicini di casa mettono insieme tutti i loro risparmi per riattivare una cooperativa agricola e rilanciare l’economia della loro cittadina. Il giorno dopo aver depositato ciascuno il proprio denaro in banca, accade qualcosa che cambierà le loro vite per sempre…
L’uomo comune non è mai stato così poco comune come in questo piccolo gioiello diretto dall’argentino Sebastián Borensztein (La suerte esta echada, Cosa piove dal cielo).
Non esiste niente di più classico della storia del perdente che finalmente tira fuori il coraggio e si riprende la rivincita e il riscatto che merita, eppure questo è forse il nucleo narrativo che più appassiona gli spettatori, perché il livello di immedesimazione è altissimo. Quando poi questa vendetta è corale e contro gli spietati uomini del dio denaro, allora l’empatia è garantita.
Il percorso è già tracciato, insomma, e molte sono le situazioni che sanno un po’ di déjà vu, ma nonostante questo Criminali come noi è una pellicola originale, degna di nota, ironica, divertente e dal ritmo serrato, ma soprattutto fresca, puro intrattenimento dove i minuti scorrono fluidi.
Basato sul romanzo La notte degli eroici perdenti di Eduardo Sacheri, Criminali come noi racconta una grande avventura. Un heist movie neoralista, verrebbe da definirlo, con tutte le caratteristiche legate al genere (l’ideazione del piano, la preparazione del colpo, ecc.) ma anche incursioni di commedia, dramma e, appunto, tanto cinema italiano: i personaggi sono uomini comuni ma hanno un piano ben preciso, quello di riprendersi il loro sogno nel cassetto. Sono disposti a rinunciare a tutto, a rimanere senza un pesos bucato, ma a questo no.
Così i generi si mescolano, con un tasso di divertimento, indagine sociologica e adrenalina ben equilibrati.
I personaggi non sono certo dei “tonti” come si auto-definiscono all’inizio della storia, brave persone sì, pieni di speranza e di fiducia, pronti a rialzarsi sempre e comunque. Cast in stato di grazia, capitanato da Ricardo Darín, volto celebre del cinema argentino e non solo (Il segreto dei suoi occhi, Truman) che dona al personaggio lo sguardo rassegnato e insieme pieno di luce di un uomo che non sa smettere di amare la vita nonostante gli abbia tolto quasi tutto.
Protagonista è anche un’Argentina sul baratro della crisi economica e sociale, che non si limita ad essere uno sfondo ma un luogo che non può offrire quasi più niente, perlomeno a chi sceglie di non riprendersi da sé ciò che gli spetta.
C’è anche un omaggio al Cinema, come forma d’arte capace di creare modelli e tirarci fuori dai guai, perché proprio da un film arriva il suggerimento su come architettare il piano diabolico: Come rubare un milione di dollari e vivere felici con Peter O’Toole e Audrey Hepburn. Perché è davvero così: sono le storie a farci da guida nei momenti più bui.
Ma Criminali come noi è anche un film intriso di malinconia, che si sofferma di tanto in tanto sugli occhi dei personaggi, colmi di amarezza e sogni, e questo credo sia quel dettaglio in più che lo rende un film a cui sarà molto facile affezionarsi.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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