UNIFORM INTO THE WORK/ OUT OF THE WORK è la nuova esposizione del MAST dedicata agli abiti da lavoro.
Fino al 3 maggio 2020.
Da quando è curatore del MAST, Urs Stahel ci ha abituati a mostre di fotografia sempre nuove e intriganti che esplorano il mondo del lavoro. Anche in questa prima parte del 2020 ci stupisce con un progetto che riunisce sotto il tetto della fondazione bolognese oltre seicento scatti di grandi fotografi internazionali che hanno come focus l’abbigliamento da lavoro. Esatto, quello proposto è un viaggio tra le divise e i completi indossati da coloro che ogni mattina si alzano e si guadagnano la giornata. Talvolta sono indumenti funzionali, altre volte sono vestiti alla moda, sovente sono indicatori di uno status.
LA DIVISA DA LAVORO NELLE IMMAGINI DI 44 FOTOGRAFI
Nella PhotoGallery è riunita la grande selezione di scatti – di 44 autori – che va a formare la parte collettiva di UNIFORM INTO THE WORK/OUT OF THE WORK. In essa si possono vedere immagini di famosi nomi della storia della fotografia, come Irving Penn e Herb Ritts, insieme a quelle di noti fotografi dei nostri giorni, tra cui Paola Agosti, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado. È da notare che molte delle foto qui esposte provengono da album di collezionisti sconosciuti e, negli ambienti, sono affiancate da otto video di Marianne Müeller, disposti su grandi monitor.
Una rassegna, pertanto, che spazia dai colletti bianchi degli uffici, alle tute blu delle officine, passando per le divise da apprendisti, i grembiuli da pescivendoli e gli abiti da contadini. Senza dimenticare le uniformi, le tute nere (dei minatori), gli indumenti dei monaci e quelli indossati da chi detiene le leve del potere di una nazione.
L’esposizione in un colpo d’occhio ci offre una panoramica delle diverse occupazioni e, implicitamente, delle più diffuse distinzioni di classe nelle differenti epoche. Da sempre, infatti, l’abbigliamento indossato sul luogo di lavoro è rivelatore della categoria professionale e – di conseguenza – sociale a cui si appartiene. Un percorso su scala globale, che va dalla piccola Svizzera alla grande Cina, dalla non distante Torino al lontano Messico, e stimola il visitatore a riflettere sull’essere e sull’apparire nell’odierna società.
RITRATTI INDUSTRIALI
Per scoprire la monografica dedicata all’artista americano Walead Beshty, ci dobbiamo invece spostare nella Gallery/Foyer del MAST. Qui ci attendono 364 ritratti per lo più in bianco e nero – divisi in 7 gruppi di 52 foto ciascuno – che immortalano gli addetti ai lavori del mondo dell’arte, ossia galleristi, direttori, tecnici e operatori di varie istituzioni museali, con cui il fotografo è venuto in contatto negli ultimi 12 anni. Sono, infatti, persone intente a svolgere il proprio mestiere, tutte che hanno collaborato con lui o all’allestimento di sue mostre.
Un progetto che s’ispira, quindi, alla concezione della fotografia del tedesco August Sander, da cui il nome dell’esposizione (Industrial Portraits), e che evidenzia la riluttanza di queste figure all’uniformarsi ad un codice di abbigliamento che le riconduca ad un ruolo professionale specifico. In ultima analisi, una rivendicazione della propria unicità e originalità che non è detto sortisca l’effetto voluto.
Che tanto anticonformismo finisca con l’accomunarli a un determinato settore tracciando un ritratto dell’industria… dell’arte?
A voi la risposta. La mostra vi aspetta sino al 3 maggio a Bologna!
Vissia Menza
INFORMAZIONI UTILI
UNIFORM INTO THE WORK/ OUT OF THE WORK
25 gennaio – 3 maggio 2020
Indirizzo: MAST, via Speranza 42, Bologna
Ingresso: gratuito
Orari di apertura: dal martedì alla domenica 10.00 – 19.00
Mappe e approfondimenti: www.mast.org
Fonte e foto: si ringrazia l’ufficio stampa
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Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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