Lo sapevate che ogni lunedì si può rivedere al cinema THE NEW POPE? Ecco 5 curiosità che (forse) non conoscevate sulla serie in onda su SKY.
Se The Young Pope era intrigante e malizioso, The New Pope è audace, fa crollare le nostre certezze e abbraccia il lato oscuro.
Scandali, vanità e fragilità, nei palazzi vaticani vive un crogiuolo di peccatori. Sono loro a confidarcelo nelle suggestive scene iniziali ed è grazie anche a loro se ci bastano una manciata di minuti per amare la seconda serie TV firmata da Paolo Sorrentino.
Dopo un piccolo commento a caldo, oggi ci soffermiamo su alcuni fatti che abbiamo scoperto.
The New Pope: 5 curiosità sulla serie televisiva del momento.
1. DALLA TELEVISIONE AL CINEMA
La prima novità, che siamo sicuri attirerà non pochi amanti del cinema del regista premio Oscar®, è che Vision Distribution porterà The New Pope in sala a Milano, Roma e Napoli ogni lunedì successivo alla messa in onda, in versione originale sottotitolata. Partiti il 13 gennaio, con i primi due episodi, si proseguirà sino al 10 febbraio 2020.
2. I NUMERI DELLA PRODUZIONE
Non so a voi, ma a noi i numeri piacciono. Quando riceviamo le fact sheet di un film o una serie siamo al settimo cielo. Volete saperne alcuni? Eccoli.
Le riprese sono durate 22 settimane, hanno coinvolto 103 attori e 9.000 comparse. Le troupe erano 140, i pasti consumati 27.000 e, tra cast e comparse, gli attori arrivavano da 65 Paesi. Un numero di persone così esorbitante ha imposto 4.500 costumi accompagnati da 1.100 paia di scarpe. Che, dato il coinvolgimento del clero, volevano anche 450 papaline e cappelli. Immaginate il quantitativo di grucce appendiabiti? Erano 12.000!
3. LE LOCATION
I luoghi sono molti. Alcune riprese sono avvenute a Roma e Venezia, altre all’interno di una serra ricostruita in un monastero in Abruzzo e in una Lourdes ambientata sulle sponde del Piave, tra le montagne di Cortina.
Sono inoltre stati ricostruiti sul set: la biblioteca papale, parte della facciata di San Pietro, gli interni della Basilica e la Cappella Sistina. Quest’ultima è stata riprodotta in scala reale insieme all’antistante Sala Regia. Una sfida realizzata nel famoso Teatro 5 di Cinecittà.
4. LA SCENOGRAFIA
Per ricreare l’interno e l’esterno di San Pietro ci sono voluti circa 8 mesi di lavoro complessivi di cui 10 settimane di sola pittura. Al solo interno ci hanno lavorato 58 professionisti. Alla Cappella Sistina, invece, ci si son dedicate 40 braccia per 6 mesi. E all’interno della Biblioteca Papale erano impegnati in 16 per 5 settimane.
5. LA MUSICA DELLA SIGLA
Chi segue il regista napoletano lo sa, la musica nei suoi lavori è parte integrante, spesso è spiazzante ma completa la narrazione. Non sappiamo ancora quali brani ascolteremo da qui all’episodio conclusivo. molti sono però già rimasti irretiti dalla sigla del primo.
Il refettorio di Fondazione Cini a Venezia si trasforma in un club, illuminato da un’eccentrica croce al neon (foto sotto). Una volta chiuse le porte, decine di giovani suore, tolte le tonache e i veli, ballano disinibite sulle note di Good Time Girl dei Sofi Tukker.
Fonte e foto: ufficio stampa
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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