Quattro chiacchiere a suon di musica rock con i protagonisti de I MITI DEL ROCK: Joe Ontario e Andrea Cervetto.
Dopo il successo dello scorso anno, il 14 e 15 gennaio 2020 tornano al Teatro Nuovo di Milano, I Miti del Rock, due spettacoli all’insegna della musica e delle leggende intramontabili.
Due date, due spettacoli, due artisti eccellenti da ricordare: Jimi Hendrix e Elvis Presley.
Sul palco, Joe Ontario: il 14 gennaio sarà la volta dell’artista italo canadese, che é uno dei più grandi impersonator di Elvis, già protagonista di Elvis The Musical.
Identico al Re del Rock, sia nel canto che nelle movenze, calca le scene da anni e ripropone uno show fedele all’originale. Lui e i musicisti sono vestiti di bianco come fu nel 1973, facendo rivivere appieno lo spettacolo del mitico Elvis.
Ho chiacchierato con gli artisti e ovviamente la prima domanda, banale, ma irrinunciabile per Joe é come sia nata la passione per Elvis.
JOE: Credo io abbia ascoltato Elvis per la prima volta quand’ero ancora nella pancia di mia madre. Crescendo in Canada, è difficile poter ignorare la forte presenza di un artista come Elvis. Con papà all’epoca, in auto, ascoltavamo la radio e ci si imbatteva almeno 10 volte al giorno in una delle meravigliose canzoni di Elvis: Suspicious Minds, In The Ghetto, Anyday Now, Gentle On My Mind, Always On My Mind, Snowbird, Burning Love e così via. Ho sempre amato la musica nordamericana e quando mi ci sono avvicinato con più passione, Elvis è stato subito il mio preferito.
SARAH: Da anni fai questo spettacolo. Quanto ti senti Joe e quanto Elvis è entrato nella tua anima più profonda?
JOE: Bella domanda! Qui ci si potrebbe scrivere un libro. Come cantautore di più di 100 canzoni avrei voluto già da tempo poter cantare solo le mie canzoni ed essere solo Joe Ontario ma questo purtroppo non mi è stato possibile. Da più di 20 anni interpreto con la mia voce, Elvis Presley e il mio nome ormai è collegato al suo.
Moltissime persone vengono ad ascoltarmi e quando ti accorgi che in platea la gente canta, balla, si diverte e si commuove, riesci a capire quanto ti sei avvicinato ad Elvis. Non è stato facile all’inizio. Sono stato spesso criticato per voler essere Elvis a tutti costi. Io NON SONO ELVIS. Sono prima di tutto un suo fan. Elvis, oltre ad essere nel mio cuore, è una stella che brilla nel cielo per l’eternità. La cosa più assurda è stato quando con il Musical di Maurizio Colombi ho dovuto fare Elvis. Mi aspettavo una marea di critiche; così però non è stato. Il successo stesso del Musical è stato tale anche perché abbiamo abbracciato Elvis con amore, professionalità e rispetto. Tutto questo ha remato in mio favore e la stampa/TV mi ha, per fortuna, sempre positivamente elogiato.
SARAH: Ho letto che hai indossato il costume con l’Aquila americana come fu per Elvis. Cosa si prova?
JOE: Sì, “The Aloha Jumpsuit”. L’ho indossato più volte all’apertura del Musical e qualche anno prima in uno spettacolo dedicato al grande Show del ’73 e si prova una bella sensazione ad indossarlo. Vorrei precisare, però, che erano repliche perfette e non lo stesso abito indossato da Elvis!
Che io sappia, l’originale non è stato mai indossato da un altro artista e si trova oggi a Graceland dove si può ammirare in tutta la sua straordinaria bellezza.
SARAH: E’ ancora attuale Elvis?
JOE: Dico spesso che quando si ascolta un brano come ad esempio Suspicious Minds, si ha la sensazione che sia stato registrato ieri e non nel ’69!
Le musicalità di molte sue canzoni, gli arrangiamenti e l’interpretazione stessa da parte di Elvis, sembrano addirittura provenire dal futuro!
SARAH: Qual è la canzone che ami di più e per quale ragione?
JOE: Elvis ha inciso più di 700 canzoni e trovare tra queste la preferita diventa impossibile.
Spesso ci si identifica in una canzone, nella sua melodia e soprattutto nel testo. “The Sound Of Your Cry” è sicuramente una delle mie preferite. Musica penetrante e un testo che ti entra nell’anima. Narra la storia di un uomo che lascia la propria donna nel letto mentre dorme ancora e va via prima che lui possa udire il “Suono del suo pianto”. C’è una versione alternativa in studio di questa canzone che dura più di 5 minuti in cui si ascolta un Elvis superlativo, disperato…da brividi!
Il 15 gennaio sarà la volta di The Jimi Hendrix Revolution, uno spettacolo innovativo perché alla musica si unisce la narrazione e la pittura.
Infatti Franco Ori realizza “dal vivo” la tela raffigurante il volto di Jimi. Suoni, immagini e colori grazie a Franco Ori che é stato definito “pittore di musica” perché trasforma le note in immagini.
Sul palco, ecco i musicisti che lo accompagnano: alla batteria Alex Polifrone, al basso Fausto Ciapica. La voce narrante è invece del fumettista e sceneggiatore Giancarlo Berardi.
Uno spettacolo pensato e ideato dal cantante e chitarrista Andrea Cervetto a cui ho chiesto come è nato questo grandioso progetto.
ANDREA: Nasce da un sogno, nel vero senso della parola, sognai di tenere un concerto su Hendrix mentre Franco Ori ne dipingeva il suo ritratto. Questo mi è stato certamente “suggerito” dal mio incontro con Franco qualche anno prima ad una manifestazione dove in parte accadeva questo. Parlai a Giancarlo Berardi che subito ne colse l’essenza e insieme cominciammo a costruire minuziosamente lo spettacolo.
SARAH: L’idea di una voce narrante è un espediente per raccontare un Jimi Hendrix umano, oltre l’artista.
ANDREA: Mi riallaccio alla risposta precedente richiamando in causa Giancarlo, che è anche il regista dello spettacolo oltre che il co-autore con me che suggerì appunto di andare oltre la musica, (già la pittura rendeva l’esperienza dello spettacolo quasi mistica), portando in scena anche le parole di Hendrix, per far conoscere l’uomo, oltre che il geniale musicista.
Da quel momento in poi c’è stata da parte mia e di Giancarlo una ricerca accurata riguardante libri, biografie, aneddoti, interviste, seguita da un lavoro di selezione e strutturazione tra canzoni e narrativa durato oltre 3 mesi. Alla fine siamo riusciti ad ottenere uno spettacolo unico, che riempie gli occhi, le orecchie e il cuore di chi lo ascolta e vede.
SARAH: Qual è il messaggio principale che trasmettono le canzoni di Hendrix?
ANDREA: Diciamo che in generale il linguaggio che utilizza Hendrix è abbastanza “visionario”. Era un grande amante della fantascienza e i suoi testi sono spesso “viaggi spirituali e mistici” rapportati alla vita. Il suo linguaggio unito al suo modo di suonare e al personaggio carismatico che era, hanno fatto sì che il messaggio principale di Hendrix fosse la rivoluzione, non violenta, non quella fatta con le armi, ma con la musica per lo spirito. Di fatto Hendrix è stato una rivoluzione musicale e sociale.
SARAH: Il “live motive” di Masedomani è #alzatevidaldivano. Per quale ragione, dunque, è bene alzarsi dal divano e venire a teatro?
ANDREA: Diciamo che in generale sarebbe bene alzarsi dal divano e andare a teatro o in luoghi che potremmo definire di crescita umana. In questo caso posso affermare che è importante anche come si ritorna sul divano, dopo aver visto lo spettacolo. Questo spettacolo arricchisce le persone, non è un “semplice” concerto, è un’esperienza nel mondo di Jimi Hendrix a 360 gradi.
Si sentono le sue parole e si apprezza l’uomo oltre che il musicista, conoscendone, per quanto possibile, il pensiero, le idee e in parte il carattere.
Questo avviene durante un concerto di due ore nel quale su un enorme tela bianca prende vita un ritratto del genio di Seattle, i sensi dello spettatore sono fortemente coinvolti, sembra quasi di essere all’interno di un film.
Oltre a questo vale la pena venire per sentire anche gli altri due musicisti che mi accompagnano in questa avventura Alex Polifrone alla batteria e Fausto Ciapica al basso, due musicisti straordinari.
Realizzato da Fabiana Palamà e Riccardo Locatelli, fondatori di We4Show, I Miti del Rock sono un progetto ambizioso e di successo, dunque, che ha come scopo proporre spettacoli con artisti di diverse aree professionali (musica, arte, letteratura) e mixarli insieme: il risultato è quello di realizzare show davvero innovativi!
Dunque #alzatevidaldivano! Ci sono i Miti del Rock!
Sarah Pellizzari Rabolini
INFO E BIGLIETTI
I Miti del Rock saranno il 14 e 15 gennaio 2020 al Teatro Nuovo di Milano (MM1 San Babila)
Biglietti disponibili su www.ticketone.it
Si ringrazia l’ufficio stampa per l’opportunità.
Sarah è un’insegnante e una scrittrice. Ha pubblicato poesie, racconti e romanzi (l’ultimo è R come Infinito). Ha partecipato a diverse antologie tra cui La Vita vista da Qui (Morellini Editore), è stata finalista di concorsi e premi letterari. Pratica la mindfulness ogni giorno e crede che scrivere sia una vera terapia per l’anima.
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