L’ETA’ GIOVANE: i Dardenne e il terrore dei piccoli

Recensione, poster e trailer de L’Età Giovane, il film dei fratelli Dardenne al cinema dal 31 ottobre 2019.

La locandina italiana del film L’età giovane

SCHEDA DEL FILM

TITOLO ORIGINALE: Le Jeune Ahmed
REGIA: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
CAST: Idir Ben Addi, Olivier Bonnaud, Myriem Akheddiou
DURATA: 90 min.
DATA DI USCITA: 31 ottobre 2019
DISTRIBUZIONE: BIM Distribuzione


RECENSIONE

Ahmed è un dodicenne belga, introverso e condizionabile, precocemente indottrinato all’estremismo islamico dall’Imam della sua moschea.
La rabbia indotta diventa pratica e un giorno, per suggellare il suo credo, Ahmed tenta di uccidere la sua insegnante “infedele”… 

Una scena del film L’età giovane – Photo © Christine Plenus

L’osservazione sociale, trasversale ma non intrusiva dei Dardenne posa lo sguardo sulla radicalizzazione islamica e sui suoi effetti sulla pagina bianca che è, o può essere, un teenager senza appigli: L’Età Giovane, miglior regia a Cannes 2019, ci consegna attualità d’autore e la terrificante prospettiva di infiltrazioni maligne che non risparmiano nessuno.

Nel nuovo saggio dei registi belgi c’è tutto quello che si può amare del loro cinema: sociologia chirurgica, umanità vulnerabile, tentacoli di male ma anche insospettate speranza e redenzione.

Ne L’Età Giovane, che arriva a distanza di tre anni dal precedente La Ragazza Senza Nome, c’è però anche qualcosa di incompleto, di sbeccato, che non prende il verso giusto e che dà la sensazione di un film che è un po’ il corrispettivo dei “lati b” dei grandi successi musicali: una versione meno carismatica e meno tratteggiata del formato-Dardenne.

Una scena del film L’età giovane – Photo © Christine Plenus

Il tormento, la disperazione e la ricerca di un Senso aleggiano ma non planano sulle vicende del piccolo Ahmed e la sua sospensione adolescenziale.
Rimane un approccio non banale al soggetto di assoggettamento, a quello di terrorismo e a quello di crescita, così come la prova straordinaria ed incosciente dell’esordiente Idir Ben Addi, applicato al punto da diventare irritante, interdetto e frastornato al punto da diventare amabile.

Però emozione e riflessione sono accennate e non sviscerate, come se L’Età Giovane fosse la prima ed unica lezione di un corso che non prosegue.
La scelta del titolo italiano, bizzarra, rimanda involontariamente a L’Età Inquieta di Bruno Dumont, che fu invece proprio esempio di corso completo, intensivo e magmatico sulle derive precoci.

Luca Zanovello


TRAILER ITALIANO UFFICIALE

 

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