MARCELLO DUDOVICH (1878-1962) fotografia fra arte e passione è la nuova mostra al m.a.x. museo fino al 16 febbraio 2020.
Marcello Dudovich, l’artista all’avanguardia, l’uomo dalla vita travagliata, il padre estroso del cartellonismo italiano del primo Novecento, da qualche settimana è in mostra al m.a.x. museo di Chiasso. Sino al 16 febbraio 2020, sarà possibile ammirare le foto e tutto il processo creativo dietro le magnifiche affiche che hanno fatto la storia della pubblicità.
La nuova stagione espositiva del museo della cittadina elvetica si apre nel migliore dei modi: con una mostra preziosa e unica per fil rouge scelto. Soprattutto in grado di offrire uno sguardo inedito sull’immenso talento dell’artista triestino.
LA MOSTRA
Quando si credeva di sapere qualsiasi cosa su Dudovich, e di aver sviscerato anche l’ultimo dei suoi lati nascosti, ecco che accade l’incantesimo e si scoprono altre sue doti. E si sa, quando la polvere di stelle è nell’aria, si raggiunge l’impossibile. È così che i curatori Roberto Curci e Nicoletta Ossanna Cavadini sono riusciti a riunire le opere di 21 prestatori, molti dei quali privati, per un totale di più di 300 materiali. Si tratta di 200 immagini d’epoca alle pareti e altre 800 visibili grazie ai monitor posizionati nelle varie sale. Oltre a 62 fra schizzi, bozzetti e disegni a tempera; 46 riviste, copertine e calendari; e 39 manifesti originali.
Un corpus nutrito col quale approfondire la passione per le fotografie dell’artista. Che non solo amava collezionarle ma pure crearle, cimentandosi sia dietro l’obiettivo che davanti, in particolare negli anni giovanili. Sono scatti sorprendenti che ritraggono la vita, che colgono l’attimo, la postura inconsueta, l’atteggiamento naturale di una persona. Da preservare giacché fondamentali per i suoi manifesti e/o tavole delle riviste con cui collaborava, Semplicissimus su tutti.
La foto concepite quindi come input di uno schizzo, di un bozzetto e, infine, di una stampa destinata ad essere straordinaria. La foto intesa non come «clic» bensì come aspetto concettuale di riferimento e confronto. Non a caso, infatti, il percorso espositivo è tematico – cronologico e pone l’accento sulla grande capacità di comunicare e la forza innovativa di Dudovich.
IL PERCORSO IN BREVE
Se nella prima sala, si possono ammirare le opere degli inizi, ancora accademiche; i ritratti della moglie Elisa Bucchi, giornalista di moda, conosciuta a Bologna; i manifesti per i Magazzini Mele di Napoli, per cui un giovane Dudovich illustrava anche i cataloghi, fondamentali per un’azienda che divenne pioniera nella vendita per corrispondenza; e l’avvio del rapporto con le Officine Grafiche Ricordi. Nella seconda sala si avverte il salto di qualità: si entra nel vivo della sua esplorazione. Sono gli anni tra le due guerre, quelli dei bellissimi album fotografici delle vacanze balneari, da cui l’artista prese spunto per i suoi manifesti con figure femminili, eleganti e moderne – è il periodo delle collaborazioni con Agfa Foto, Pirelli e, ovviamente, Rinascente (foto sopra).
La ricerca si fa sempre più evidente quando si arriva agli anni Trenta. Le sale 3 e 4, sono quelle dei bozzetti in scala 1:1 (vedasi Il Bacio); dei cartelloni con gli animali, gli orsi e non solo. Esemplare la pubblicità di Borsalino con lo scimpanzé (foto sotto) che si rifà a quello della padrona di casa (esatto, la signora Borsalino possedeva una scimmia); e il romanzo Sambadù, amore negro, così scandaloso da giungere in pochi giorni all’attenzione di Mussolini che ne ordinò il sequestro immediato su tutto il territorio nazionale (foto in chiusura).
Il gran finale è dedicato alle affiche meno note: quelle legate al mondo dello spettacolo. Affascinato dal cinema esploso durante la Grande Guerra, Dudovich si mise a ritrarre le dive del palcoscenico e dello schermo, tra cui l’attrice di operetta Nella Regini (nella foto sopra), l’attrice teatrale Ines Lidelba e la poliedrica Maria Melato, divisa tra palco, radio e cinema.
FOCUS & BONUS
E ancora, è da notare il focus dedicato al rapporto con Leopoldo Metlicovitz, suo mentore e amico nel periodo milanese presso le Officine Grafiche Ricordi. Per la prima volta il pubblico potrà scoprire una selezione di 20 fotografie scattate da Metlicovitz, a proprio uso e consumo, e metterle a confronto con gli scatti dell’allievo scovandone similitudini e differenze. Inoltre, nella seminterrato è presente un video, ricco di interviste, dedicato all’esposizione che sarà disponibile pure online sul sito www.ultrafragola.tv .
IN CONCLUSIONE
Da giovane fotografo amatoriale dandy ad artista di fama internazionale. Da ragazzo nato in una famiglia dalmata a giramondo che da Trieste si trasferisce a Milano, Bologna, Monaco di Baviera e viaggia di continuo. Dudovich è una figura che ancora oggi è fonte di ispirazione e ammirazione e la mostra al m.a.x. museo di Chiasso è davvero una preziosa occasione per addentrarsi nelle varie fasi creative di un maestro ed esplorare il ruolo della fotografia nella cartellonistica e pubblicità che ha fatto la storia.
Vissia Menza
INFORMAZIONI UTILI
MARCELLO DUDOVICH (1878-1962)
fotografia fra arte e passione
a cura di Roberto Curci e Nicoletta Ossanna Cavadini
29 settembre 2019 – 16 febbraio 2020
Indirizzo: via Dante Alighieri, 6 – Chiasso (Svizzera)
Orari: dal martedì alla domenica 10.00 – 12.00 e 14.00 – 18.00 | Lunedì: chiuso
Ingresso: intero CHF/Euro 10.- | Ridotto: CHF/Euro 7.- | Gratis: ogni prima domenica del mese
Mappe e calendario delle attività sul sito: www.centroculturalechiasso.ch
si ringrazia l’ufficio stampa per l’opportunità
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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