Il 5 settembre approda al cinema IT Capitolo Due, l’attesa seconda parte dell’horror tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Andy Muschietti
CAST: James McAvoy, Jessica Chastain, Isaiah Mustafa, Jay Ryan
DURATA: 165 min.
DISTRIBUTORE: Warner Bros Italia
DATA DI USCITA: 5 settembre 2019
RECENSIONE
27 anni dopo, il Loser Club si riunisce per sconfiggere una volta per tutte il terribile Pennywise, entità malefica che si manifesta sotto forma di clown e rapisce e uccide bambini. Quelli che un tempo erano degli adolescenti, ora sono adulti che, andando via da Derry, hanno cercato di cancellare e rimuovere il passato. L’unico ad essere rimasto è Mike: sarà lui a dover riunire il gruppo per la battaglia finale.
Il Club dei Perdenti si è disfatto, ha dimenticato, si è costruito una nuova vita. Ma è davvero possibile? No. Chi nasce Loser, muore Loser. D’altronde, meglio perdenti che soli. Soprattutto quando si è nei guai, e se il guaio ha la faccia bianca, gli occhi iniettati di sangue e una dentatura che neanche uno squalo bianco.
Dagli anni ’80 del romanzo del maestro dell’orrore Stephen King, questo secondo capitolo cinematografico ci trascina nel 2016. Alla regia c’è ancora l’argentino Andy Muschietti, alla sceneggiatura sempre Gary Dauberman, questa volta da solo, e alla fotografia raccoglie il testimone del coreano Chung-hoon Chung, Checco Varese. I giovani esordienti del primo capitolo lasciano il posto ad attori affermati come James McAvoy, Jessica Chastaine il comico Bill Hader, con un cruento cameo dell’enfant prodige, regista e attore, Xavier Dolan.
Bill Skarsgard torna nel ruolo di Pennywise e di nuovo si distanza dal clown messo in scena da Tim Curry nell’adattamento televisivo del 1990. Meno ironico e più subdolo, ma il modello è solo uno: il mostro creato dal genio King è multiforme, ancestrale, e proprio perché frutto della nostra immaginazione si nutre delle debolezze, delle fessure, delle mancanze e dei vuoti delle persone.
È il Male che nasce, cresce e vive dentro di noi.
Muschietti è abile nel renderne i viscidi tentacoli: il suo Pennywise è tossico come una relazione malata, è una paura che confina perché minaccia e paralizza. È un germe velenoso, una depressione che corrompe e rende oscura ogni cosa. È un manipolatore che conosce bene le derive della mente umana proprio perché la abita. Pennywise è il Fatal Flaw che ci vuole far soccombere.
I gadget recitano “I Love Derry”, ma ci andrei piano con le parole: Derry è per eccellenza una delle più temibili cittadine inventate dalla letteratura, di una bassezza morale ed emotiva rara, e onestamente ci penserei due volte prima di mettere su casa o imbarcarmi in un mutuo. Grigia, fredda, indifferente, con una rete fognaria non proprio invitante.
E anche quando i Losers ci fanno ritorno, della patina magica dei pomeriggi insieme in bicicletta non ne è rimasta neanche l’ombra. Quella purezza fanciullesca, quell’innocenza, quel pudore che emanava il primo capitolo, non ci sono più. Uno specchio della vita: le emozioni vissute quando si è piccoli, amplificate, senza filtri, non tornano. Lasciano lo spazio a incomprensioni, difficoltà a comunicare, ad essere se stessi, a chiedere aiuto. E lo sanno molto bene Mike, Bill, Beverly e Richie, ognuno con i propri desideri inespressi e traumi infantili insuperati.
Ma la “gustosa, gustosa, bellissima paura…” di cui si nutrono i mostri che ci perseguitano, se non definitivamente distrutti, è la stessa di quando si è ragazzini, anzi è anche più reale di prima. E nel mondo vero non basta dire “non è abbastanza reale per me”. Quando riaprirete gli occhi, il mostro sarà ancora lì.
Proprio a questo servono le storie: a dare speranza. Ancora una volta il messaggio di King è che l’unione fa la forza, che l’amicizia è quella nobile espressione del coraggio di sorreggersi a vicenda e che le paure si sconfiggono in un solo modo. Affrontandole. Deridendole. Rendendole piccole, piccole come chi ci impedisce di crescere e fare bei sogni.
Però bisogna dirlo: IT 2 vive molto di rendita. Difficile raggiungere il livello di scene epiche come quella che apre il primo capitolo (l’uccisione di George), o il lebbroso che minaccia Stan, o ancora il lavandino che vede protagonista Beverly (e una bella dose di sangue) e, forse sopra a tutte, la proiezione delle diapositive. Impossibile arrivare alla profondità e vastità tematica del romanzo, ma bisogna dirlo?
La struttura molto schematica (e una lunghezza davvero eccessiva di quasi tre ore) creano un risultato inferiore alle aspettative. Ma si sa che gli adulti sono più noiosi dei bambini. Per chi ama la storia, IT 2 rimane comunque un film riuscito, più che godibile, che spaventa, diverte, e commuove, mescolando horror, gotico, fantasy e storia di formazione. Nostalgiche ed emozionanti le sequenza in cui gli adulti tornano ragazzini. Un déjà-vu per ricordarci che se i sentimenti sono incisi sulla mano come un taglio, sarà solo il tempo a passare.
Alla domanda se la saga dedicata a IT sia davvero finita, si accende la spia Allarme Nerd: pare infatti che Muschietti sia molto affascinato dall’idea di fare uno spin-off sulla figura mitologica di Pennywise…
Margherita Giusti Hazon
TRAILER ITALIANO UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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