Recensione di Technoboss, il film del regista portoghese João Nicolau in Concorso Internazionale a Locarno 72.
Luís Rovisco è il direttore commerciale della SegurVale. Dopo il divorzio divide l’appartamento con Napoleone, il gatto. Oramai prossimo alla pensione, spende le sue giornate facendo manutenzione a vecchi impianti di sicurezza di case di riposo, alberghi e supermercati clienti dell’azienda per cui lavora. La sua è una quotidianità costellata da spostamenti frequenti, ma tutto sommato tranquilla. L’uomo conosce le insidie del mestiere e sa come evitarle. Agli occhi di molti è un Peter Pan, un sognatore perso nel suo mondo. in realtà non è pronto a rassegnarsi.
Il regista João Nicolau, frequentatore abituale dei maggiori festival del cinema (Cannes, Venezia, Busan, tra gli altri), si presenta quest’anno a Locarno con Technoboss. Un lungometraggio che vuole essere un racconto sul tempo che passa, su cosa riesca ancora a provocare un’emozione in una persona in là con gli anni, che non ha alcuna intenzione di autocommiserarsi, o dare più spazio del necessario agli acciacchi suoi e della tecnologia che ripara.
Technoboss è malinconico e dolce come una carezza.
La narrazione è scandita dai tragitti in auto del protagonista. Momenti durante i quali l’uomo canta… la sua vita. L’atmosfera è a tratti surreale, complici gli sfondi di cartapesta e la musica che irrompe in scena. Ma Technoboss non è un musical. Ha solo un interprete principale che canta spesso e volentieri. E non è neppure un road movie sebbene nell’abitacolo il nostro solitario Louis vi trascorra molto tempo.
E’ un’opera sui sentimenti, sulla fine di una carriera e di un’epoca.
Per la riuscita di un quello che per lo più è un one man show ci si immagina che il cineasta portoghese abbia chiamato un professionista dalla solida esperienza teatrale alle spalle. Invece Nicolau ha scelto Miguel Lobo Antunes, classe 1947, laureato in legge, una carriera nella cultura (e nelle scienze giuridiche), alla sua prima prova davanti alla macchina da presa. E la scelta funziona benissimo: il neo-attore è a suo agio di fronte all’obiettivo ed è disinvolto nei canti e balli, anzi, lascia trasparire una notevole dose di autoironia.
Technoboss sarà nel Palmarès? E’ probabile che venga preso in considerazione proprio l’esordiente protagonista.
Vissia Menza
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Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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