Recensione di Die fruchtbaren Jahre sind vorbei, in anteprima in Piazza Grande a Locarno 72 nella sezione Crazy Midnight.
Tra le follie di mezzanotte di Locarno 72, nuova sezione voluta dalla neo-direttrice Lili Hinstin, è stato proiettato pure un lungometraggio svizzero: Die fruchtbaren Jahre sind vorbei, letteralmente “gli anni fertili sono finiti”.
Il film diretto dal Natascha Beller è una commedia sulle vicissitudini di tre trentenni nella società contemporanea. Dove le donne, oltre al ticchettio dell’orologio biologico, devono tener conto di quello sociale, che le vuole laureate, sposate e riprodotte entro il 35° compleanno.
Die fruchtbaren Jahre sind vorbei è la storia di tre amiche. Una, Amanda (Sarah Hostettler), è coniugata, in carriera e incintissima; l’altra, Sophie (Anne Haug), è una madre single; e la terza, Leila (Michèle Rohrbach), è sola e senza speranze di riuscire a realizzarsi entro la famigerata deadline. Ovviamente, la protagonista è quest’ultima che alla soglia del fatidico compleanno farà di tutto per riuscire ad avere un bambino e sottrarsi alle critiche dei benpensanti. Inutile dire che l’ansia sarà cattiva consigliera.
La pellicola riesce nel suo intento di essere un’opera leggera, che esaspera gli stereotipi e strappa qualche sorriso senza scivolare nell’eccessivo e volgare. Cosa che, se da un lato le permette di raggiungere una più ampia platea, dall’altro lato la rende bersaglio di possibili critiche da parte di chi avrebbe preferito valicasse completamente la soglia del consentito. E scuotesse gli animi con una affilata critica al mondo di oggi.
Invece, il lungometraggio si presenta come un passatempo. Vuole essere frizzante. Talvolta accoglie elementi surreali (cori immaginari, bimbi-fantasma e altro ancora). All’occorrenza vira nel romantico. Soprattutto, è girato e montato senza nulla da invidiare ai prodotti scaccia-pensieri d’oltre oceano. Le figure maschili sono marginali e le tre trentenni incarnano tante loro simili che nel 2019 si ritrovano succubi del giudizio esterno di una realtà solo a parole davvero emancipata.
Die fruchtbaren Jahre sind vorbei non passerà agli annali quale film dell’anno ma stupisce sia una pellicola locale e per questo merita qualche riga. Anche nella piccola Svizzera, infatti, si possono creare commedie da ciotola di pop-corn.
Vissia Menza
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Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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