Recensione di Wir Eltern, il film di Eric Bergkraut e Ruth Schweikert in anteprima Fuori Concorso a Locarno 72.
Cosa vuol dire essere genitori di ragazzi alle prese con la maturità, il futuro professionale, gli ormoni? Come cambiano gli equilibri famigliari quando subentra nei figli l’arroganza data dal compimento della maggiore età?
Nell’era di internet, dell’abbondanza e del voglio tutto e subito senza fare fatica, in cui il no in quanto negazione assoluta è bandito, una coppia zurighese cerca di sviscerare il problema.
E siccome la coppia in questione è formata da un cineasta e una scrittrice, la soluzione è soltanto una: girare un film. E non un film qualunque bensì un’opera che elida la barriera tra documentario e fiction.
Eric Bergkraut e Ruth Schweikert nella vita sono marito e moglie. Ogni giorno devono confrontarsi con due figli gemelli quasi adulti e con il terzogenito appena undicenne. Quella che portano sullo schermo è una situazione – di esasperazione – comune, in cui neppure cacciare di casa i ragazzi pare essere una valida opzione.
La domanda che si pongono è: come si può mantenere la propria sanità mentale e, al contempo, impartire una lezione di responsabilità agli adolescenti quando le regole perdono di significato?
Fuori Concorso a Locarno 72, Wir Eltern (Parents) è uno dei primi lungometraggi (se non il primo) a pretendere delle proiezioni extra. In pochi giorni è finito sulla bocca di tutti, il motivo? È davvero sorprendente. Per il modo in cui è girato; per il punto di vista scelto; e per essere divertente senza scivolare nel frivolo (e interessante senza essere soporifero).
Wir Eltern ha molti punti di forza.
Segue lo schema del documentario. Entra in una famiglia, condivide con lei il quotidiano, le ruba un po’ d’intimità a favore di un realismo che altrimenti andrebbe perduto. E consulta persino gli esperti, anche se li colloca in angoli bizzarri dell’appartamento (bagno compreso).
Tuttavia, trasforma personaggi e circostanze affinché siano più efficaci e trascinanti: è una fiction! Padre e figli si fanno riprendere. Incarnano una versione revisionata e corretta, alterata ed esagerata, di sé. Le situazioni ricalcano momenti di vissuto, non per forza nell’ordine corretto. Sono loro ma non sono loro.
Altri invece hanno un ruolo assegnato. I nomi sono di fantasia. E la mamma che vediamo è Elisabeth Niederer, non la Schweikert che preferisce rimanere dietro la telecamera in veste di sceneggiatrice e co-regista.
C’è da scommettere che molti genitori riconosceranno crisi e dilemmi che i due autori portano in scena. Parimenti coloro intrappolati nel tritacarne dell’adolescenza proveranno un senso di sollievo: sono meno soli.
Wir Eltern piace perché è un film vero.
Gli interpreti si mettono in gioco ma non giudicano. La trama alterna crisi familiari ad inaspettati sipari autoironici. Con un montaggio serrato; una colonna sonora azzeccata; e la inconsueta commistione tra realtà e finzione, questa pellicola si candida a diventare uno dei memorabili titoli della 72esima edizione del Locarno Film Festival.
Vissia Menza
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Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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