Alla scoperta di In-Flore-Scientia, Arte e botanica, la mostra al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto (Svizzera) sino all’11 agosto 2019.
L’aria frizzantina di questa primavera 2019 continua a tenerci compagnia anche a maggio. Con la pioggia che fa capolino quasi ogni giorno, le lunghe camminate in montagna dovranno attendere ancora un po’. Per nostra fortuna, nell’ultimo periodo gli eventi culturali sfiziosi non mancano. E tra questi è impossibile non menzionare In-Flore-Scientia, la nuova temporanea al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto.
In-Flore-Scientia, Arte e botanica. Josef Hanel (1865-1940) – Gabriela Maria Müller unisce arte e botanica, appunto, accostando le foto di fine Ottocento di Josef Hanel alle istallazioni dell’artista contemporanea Gabriela Maria Müller. Il sodalizio è una deliziosa sorpresa.
Josef Hanel
Era originario di una zona molto particolare, la regione dei Sudeti. Un bizzarro angolo di Europa passato continuamente di mano. Il talentuoso Joseph nacque in quel territorio austriaco, poi diventato Cecoslovacco e, per finire, ceduto alla Polonia. E con delle radici così eccentriche essere originali era quasi un obbligo.
Inizialmente pittore e decoratore, Hanel fu presto adottato dalla scienza in qualità di illustratore. A metà tra il fotografo e il pittore – scattava e colorava a mano le foto di fiori, piante e soprattuto funghi, che venivano usate a scopo didattico – grazie alle sue abilità e alla qualità dei vetri, divenne famoso tra le associazioni micologiche, i professori e i ricercatori universitari. Oltre all’editoria, dove venne all’occorrenza chiamato per corredare di immagini manuali e riviste di settore.
Sebbene i soggetti fossero muschi, licheni, felci, piante e, in generale, i boschi, il suo rimase sino alla fine il punto di vista di un artista. Hanel prima di procedere creava dei piccoli set. Metteva l’oggetto in posa in modo che le caratteristiche fondamentali fossero ben visibili e utili al lettore (nel caso dei funghi, per esempio, era vitale riconoscere quelli commestibili dai velenosi), quindi le dipingeva con colori vividi e con grande metodo.
Ne uscivano erano piccoli capolavori di precisione che, per qualche misterioso motivo, sono rimasti nell’ombra quasi un secolo. Il geniale fotografo morì, infatti, nel 1940 ma le sue diapositive su vetro sono state rinvenute, all’interno di cinque casse, nei depositi del museo botanico dell’università di Zurigo, solo nel passato recente: era il 2015.
E ora il lavoro di questo pioniere viene accostato alle creazioni di Gabriela Maria Müller grazie alla comune passione e attenzione all’elemento microscopico.
Gabriela Maria Müller
Sono le sue opere, molte site specific, sorte dall’osservazione delle miniature del fotografo transalpino, a darci il benvenuto al Museo. Opere custodite in teche, alcune grandi, anzi enormi, altre piccole, tutte che catturano in un batter d’occhio il nostro sguardo e il nostro cuore.
Appenzellese d’origine e ticinese d’adozione, la Müller si avvicina alla botanica grazie ad un impiego in una libreria specializzata mentre è studentessa di arti applicate. Arti che, nelle loro varie sfumature, rimarranno per sempre al suo fianco.
Dopo una fase incentrata sul disegno, e una sulla pittura, col cambio di millennio Gabriela apre la porta ad elementi come la terra, la cera, i semi, i soffioni e vari frammenti vegetali e minerali che unisce nelle sue istallazioni grazie a tecniche antiche – la doratura in foglia, il frottage e la tempera all’uovo, tra le altre.
Diventa la Gabriela Maria Müller che vediamo oggi. Colei che pone la Natura e il suo perenne divenire al centro della propria poetica. Una poetica gentile (quanto l’autrice) che stanza dopo stanza contagia anche noi.
Il percorso espositivo è diviso per temi (fiori, funghi, semi, malattie e così via), come si confà ad una mostra sulla natura. Nella realtà, a colpire sono l’energia e la dovizia dei due artisti. La loro pazienza e abilità nel contemplare ciò che li circonda. Quello che si crea è un confronto bizzarro, che supera il tempo che li separa, che provoca un crescendo di emozioni e ci fa apprezzare sotto nuova luce la botanica e, perché no, il sottobosco dietro casa.
Vissia Menza
INFORMAZIONI UTILI
In-Flore-Scientia
Arte e botanica. Josef Hanel (1865-1940) – Gabriela Maria Müller
7 aprile – 11 agosto 2019
Indirizzo: largo Vincenzo Vela, Ligornetto (Svizzera)
Mappe, biglietti e orari al numero +41 58 481 30 44 oppure sul sito www.museo-vela.ch
Nota: per l’occasione l’Università di Zurigo ha prodotto una breve docu-fiction dal titolo Josef Hanel (1865-1940) fotografo e pittore. Realizzazione di una diapositiva in vetro colorata a mano di Stephan Läuppi e Christiane Jacquat con protagonista Christian Spreng.
si ringrazia l’ufficio stampa
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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