Torna la Grande Arte al Cinema con il documentario Il giovane Picasso. In sala solo il 6-7-8 maggio 2019.
Malaga, Barcellona e Parigi. Sono queste le tre vibranti città che hanno segnato uno dei maestri indiscussi della pittura del Novecento, Pablo Picasso. È qui che ha speso la sua gioventù il padre del cubismo e dell’arte moderna. Ed è proprio in questi luoghi che andremo oggi grazie a Il Giovane Picasso, il nuovo film evento della Grande Arte al Cinema.
Nato il 25 ottobre del 1881 nella Malaga delle lotte di classe, nella sua vita Picasso ha dipinto oltre 8000 quadri e si parla di una produzione che potrebbe superare i 50.000 pezzi. Pittore, scultore e litografo, era estremamente prolifico e probabilmente usava questo espediente per far emergere il suo fuoco interiore. Un ardore presente sin dall’infanzia. Un talento che il padre Don José Ruiz y Blasco ha sempre supportato, lui che era insegnante di disegno e pittore per diletto.
È così che sin da bambino Pablo dipinge, cresce in ambienti ricchi di stimoli visivi e quando ha 13 anni, coi suoi quadri, attira le prime attenzioni. È già in cerca della sua identità artistica – che sappiamo troverà una volta raggiunto il periodo blu – anche se frequenta ancora la scuola d’arte di Barcellona dove il padre viene, fortunatamente, trasferito.
Perché la fortuna di Pablo Ruiz (questo il suo nome, Picasso è il cognome della madre) è stata proprio l’essere in una città che fosse un melting pot di persone, attraente agli occhi degli artisti, perfetta per ritrarre quotidianità di ogni genere. C’era l’imbarazzo della scelta. Ed è qui che incontra gli amici, quelli che lo porteranno a Parigi nel 1900.
I suoi soggiorni nella capitale francese saranno molti, ravvicinati e caratterizzati da un costante e passionale apprendere. Ama il Louvre, Delacroix e Ingres. Da Toulouse Lautrec prende i soggetti, da Van Gogh le pennellate e il colore, sino a quando una donna provoca la morte dell’amico Carlos Casagemas. Il fatto lo turba e in un attimo le sue tele si tingono di blu. Eccolo il famoso periodo blu, quello della fatidica rottura col passato, in cui per la prima volta emerge l’artista dirompente che amiamo!
Dal realismo al simbolismo, poi squadra i volti e pian piano si avvia verso il cubismo. Subisce il fascino dell’arte non occidentale e nel 1907 realizza Les demoiselles d’Avignon che dovranno attendere 20 anni prima di essere riconosciute come il capolavoro che sono.
Il lungometraggio diretto da Phil Grabsky, nelle sale il 6, 7 e 8 maggio (l’elenco dei cinema aderenti, come di consueto, è sul sito di Nexo Digital), si concentra su queste fasi iniziali e fondamentali della vita e carriera del pittore. Ne narra gli aneddoti, svela i dettagli e ricostruisce le situazioni. Alcune forse poco note ma tutte determinanti di una evoluzione che ha fatto raggiungere a Picasso la notorietà globale.
Forse più tradizionale rispetto ad altri documentari visti di recente, Il Giovane Picasso è comunque in grado di coinvolgere lo spettatore e condurlo dentro lo schermo, fargli percepire l’odore dei colori ad olio e fargli udire la voce degli amici e delle amanti di Pablo. Ed è soprattutto un’ottima occasione per rivedere opere che spesso sono in movimento da un museo all’altro per celebrare il grande maestro del Novecento.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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