Alla scoperta della mostra dedicata a Carlo Storni. In Pinacoteca Giovanni Züst (Rancate, Svizzera) dal 14 aprile al 25 agosto 2019.
La primavera entra nel vivo e in Pinacoteca Züst non può mancare una nuova esposizione. Di quelle cui ci ha abituati negli ultimi anni, dedicate ad artisti locali dei quali non si conosce molto. Oggi la nostra attenzione è tutta per Carlo Storni, pittore e “coloraro” svizzero a Roma, la piccola e preziosa mostra da scoprire – ed è proprio il caso di dirlo – fino al prossimo agosto.
CARLO STORNI (1738 – 1806)
È stato un pittore ticinese e sino a poco tempo fa si sapeva solo fosse originario della Capriasca. Emigrò a Roma, dove sposò una giovane del luogo. Gestì il colorificio vicino al Pantheon del suocero e contribuì a tramutare il negozio in un riferimento (ora è la Ditta G. Poggi) per gli artisti a venire, tra cui spiccano nomi come Morandi e De Chirico. Oltre a ciò, di sicuro creò una serie di teleri per la chiesa di Tesserete, in seguito trafugati. Fine.
Sono di una manciata di mesi fa, l’esatto conteggio delle sue opere e il rinvenimento della sua corretta data di nascita (nacque nel 1738 a Lugaggia mentre a 23 anni, nel 1761, partì alla volta della Città Eterna). Grazie ad un lavoro meticoloso di ricomposizione di un puzzle quasi impossibile, gli organizzatori dell’esposizione sono riusciti a portare nelle sale della Pinacoteca di Rancate 12 dei 15 teleri esistenti. Unitamente ad una serie di pannelli sulla sua famiglia (sposò Rosalia Apollonia Ventura ed ebbe 10 figli) e all’altra sua impresa nota: gli affreschi di Villa Lancellotti a Frascati, di proprietà della famiglia Piccolomini.
I TELERI
Sappiamo che sono stati dipinti da Carlo Storni a Roma nel 1792 e in seguito sono arrivati a Tesserete. Oscuro è il motivo, non si sa se siano stati un regalo al paese di origine oppure commissionati da qualcuno. Di sicuro giunsero a destinazione e vi rimasero fino al 1951. Poi, a causa del restauro della chiesa, furono imballati e dimenticati in sagrestia sino al 1968 quando furono trafugati, venduti e dispersi. Attualmente, 3 non rispondono ancora all’appello.
Essi sono oggetti devozionali, da usarsi duranti le ricorrenze religiose. Sono dedicati alla storia della vita di Maria. Le scene e le scritte sono semplici e intuitive, perfette per mandare un messaggio ai fedeli della più varia estrazione. Ognuno è firmato. E si ritiene che il ciclo di Santa Maria in Vivario a Frascati sia stato preso ad esempio.
Curiosa è sicuramente la tecnica utilizzata per realizzarli: sono teli di lino (ma potevano essere anche di seta) privi di preparazione con gesso, colla o altro, dipinti con i cosiddetti succhi d’erba, ossia colori ad acqua di origine vegetale stesi direttamente a pennello. Una tecnica che deriva dalla pittura su tessuti e carta in voga nel Settecento, che rendeva vividi e brillanti i colori soprattutto nel breve termine.
LA MOSTRA E IL RINNOVATO ALLESTIMENTO
L’esposizione, oltre ad avere l’indubbio pregio di aver riunito, e in alcuni casi permesso il restauro dei teleri, una volta in più ha aperto la porta a uno studio che nel tempo potrebbe condurre a scoprire se il pittore sia mai tornato in madrepatria o abbia compiuto altri lavori.
Inoltre, offre l’occasione per vedere in anteprima le ultime acquisizioni e il nuovo allestimento degli ambienti del Museo. Sono, infatti, muri colorati quelli che da qualche settimana ci accolgono. Sono le opere di Giovanni Züst regalate a terzi e recentemente tornate a casa (tra cui un acquerello di Giovanni Boldini); e sono le nature morte di Giovanna Béha-Castagnola e i mazzi di fiori della locarnese Angela Mondini-De Giorgi a darci il benvenuto. Mentre il dramma del mondo dei bambini nell’Ottocento ci anticipa i teleri.
A chiudere il percorso (al 1° piano), ci pensano la cinquecentesca tavola di Santo Stefano davanti ai giudici del Sinedrio di Francesco De Tatti (che aveva dato il La alla mostra autunnale) e l’appena arrivata Adorazione dei Magi, anch’essa di inizio ‘500, ancora da studiare e imparare ad amare giorno dopo giorno.
Gli ultimi dipinti, la storia Carlo Storni, senza dimenticare la collezione permanente – che è sempre un piacere rivedere – e i rinnovati spazi rimarranno aperti sino a fine agosto. Il consiglio è di assecondare la curiosità e lasciarvi stupire facendo una gita a Rancate. Perché al termine della visita rincaserete arricchiti da un nuovo ricordo.
Vissia Menza
INFORMAZIONI UTILI
CARLO STORNI (1738 – 1806)
Pittore e “coloraro” svizzero a Roma
a cura di Antonio Gili
14 aprile – 25 agosto 2019
Sede: Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio) – Svizzera
Orari. aprile – giugno 9.00-12.00 / 14.00-17.00 | luglio e agosto 14-18
Prezzi: ingresso intero CHF/€ 10. – | ridotto (pensionati, studenti, gruppi) CHF/€ 8. –
Prenotazioni, news e approfondimenti sul sito web della Pinacoteca
Si ringrazia la Pinacoteca Züst
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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