Recensione del film Avengers: Endgame, ultimo atto della saga Marvel diretto dai fratelli Russo. Al cinema dal 24 aprile 2019!
This is the end. Dopo undici anni e 22 film, la saga più imponente della storia del cinema trova la sua conclusione in Avengers: Endgame, pellicola che riesce nel miracolo di soddisfare l’ampia platea di fan che, in questi anni, si sono moltiplicati e con passione hanno seguito le vicende di Avengers e compagni.
Era il lontano 2008 quando faceva la sua comparsa sul grande schermo Iron Man, il primo film del Marvel Cinematic Universe. La Marvel azzeccò da subito almeno due cose: il protagonista, un Robert Downey Jr. perfetto nella parte di Tony Stark, e la convinzione che quello non sarebbe stato il solo supereroe a finire sul grande schermo. Così più che film singoli il MCU (Marvel Cinematic Universe) si concentrò nel presentare una serie di personaggi sempre più variegati e complessi, che diedero forma alla saga più estesa della storia del cinema.
Certo, già negli anni ’80 era nata la moda dei sequel e nei ’90 quella dei prequel, ma mai è stato concepito sul grande schermo un mosaico così complesso di film intrecciati tra loro. Segno che la serialità televisiva, con prodotti di immenso richiamo (in passato si pensi a Lost, oggi a Game of Thrones), ha influito e non poco sulla settima arte.
Per coronare il compimento del MCU ci sono voluti soldi, idee e star, cosa di cui la Marvel, comprata dalla Disney nel 2009 con la cifra di 4 miliardi di dollari, ha potuto disporre senza problemi.
Ciò che stupisce di più di un progetto così poderoso è che chi ha iniziato a seguire le storie dei supereroi non è soltanto il frequentatore medio di fiere del fumetto. Sul grande schermo Iron Man, Captain America, Thor & Co. sono diventati, come lo sono stati in passato Indiana Jones o Luke Skywalker, dei personaggi che hanno avuto la forza di entrare nella cultura popolare. Tutti blockbuster di buon livello, i film del MCU sono entrati, quale più e quale meno, nella società di massa degli ultimi 20 anni in modo trasversale, uscendo dalla nicchia dei fumetti di supereroi.
Una poderosa macchina ben oliata, Avengers: Endgame è l’ultima rotella di un ingranaggio sulla cui resistenza poggiavano parecchie aspettative.
Nel film precedente Avengers: Infinity War avevamo lasciato i nostri eroi nel peggiore dei modi: il villain Thanos aveva ridotto la vita dell’universo del cinquanta per cento, convinto che solo in questo modo le risorse disponibili dessero un’esistenza degna ai sopravvissuti. Così, grazie all’unione delle sei gemme dell’infinito, che gli spettatori avevano avuto occasione di vedere in diversi film della saga, metà degli eroi che avevamo imparato ad amare e a rispettare se ne sono volati via in uno schiocco di dita. Iron Man, Captain America, Thor, Vedova Nera, Hulk, Occhio di Falco, insieme a Nebula, Ant-Man e Rocket, non si lasciano andare allo sconforto e sono pronti a reagire da veri super eroi.
Sulla trama è indispensabile non dire nulla di più perché i 181 minuti di Avengers: Endgame sono un susseguirsi di ribaltamenti e colpi di scena, in cui lo spettatore si diverte come sulle montagne russe. In questo gioca un ruolo essenziale la regia dei fratelli Russo, pulita ed epica al punto giusto, ma soprattutto la sceneggiatura di Christopher Markus e Stephen McFeely, due che di MCU sanno praticamente tutto.
Riuscire a chiudere tutte le trame aperte in 22 film, dando il giusto spazio ad uno stuolo di personaggi e a un numero altrettanto imponente di star, è un’impresa che forse riesce una volta per decade. E come se non bastasse, se alcuni giochi si chiudono altre prospettive per nuovi sviluppi dei personaggi vengono lasciate presagire. Per questo Avengers: Endgame è il film del decennio della cultura pop.
Certamente chi si è tenuto alla larga dai supereroi fino ad ora non potrà innamorarsene adesso, per tutti gli altri preparatevi ad aprire gli occhi e il cuore ad uno spettacolo mozzafiato.
Martina Grusovin
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