CYRANO MON AMOUR: e al fin della licenza… Alexis Michalik tocca!

La recensione di Cyrano Mon Amour, l’ultimo film di Alexis Michalik sull’eroe romantico per eccellenza: Cyrano de Bergerac! Dal 18 aprile al cinema.

Locandina italiana del film Cyrano Mon Amour

Dopo la pièce teatrale titolata Edmond (2016), Alexis Michalik torna a concentrarsi – questa volta per il cinema – su un gigante della commedia francese: Edmond Rostand. Autore dell’intramontabile Cyrano de Bergerac, Edmond è infatti un giovane che ascende all’olimpo dei migliori drammaturghi francesi appena all’età di 29 anni. E il successo ottenuto dal suo Cyrano gli vale niente meno che l’ammissione automatica all’AcamédieFrançaise, nonchè il riconoscimento della Légion d’honneur. La più alta onorificenza conferita dallo Stato francese.

Alexis Michalik, regista classe 1982, sembra oggi quasi replicarne il successo. Assunto alla notorietà anche lui all’erà di 29 anni con la pièce Le Porteur d’Histoire, Michalik ha alle spalle una solida formazione teatrale. Da qui il perfetto connubio nel suo film fra cinema e teatro, set e palcosenico, che rende Cyrano Mon Amour un irresistibile “making of” di una delle storie romatiche più belle di sempre. E più replicate! Dalla pellicola al digitale, dalla Francia agli Stati Uniti molti sono stati gli adattamenti e gli omaggi che i registi hanno riservato all’opera.

Olivier Gourmet in una scena del film Cyrano Mon Amour – Photo cortesy: Officine UBU

Eppure, Cyrano Mon Amour non ha niente da invidiare al suo antecedente più prossimo: il Cyrano di Rappeneau, che tanto s’impresse nei nostri cuori per il fascino e l’eroismo del suo interprete principale, Depardieu. Qui i panni del «povero cadetto di Guascogna» sono invece rivestiti dal giovane Thomas Solivérès, amico intimo del regista e attore di formazione teatrale. Un copione imparato in soli 15 giorni e un naturale sguardo da sognatore son quanto basta a far di lui il perfetto interprete di questa tragi-commedia romantica. Una favola a metà fra l’incanto di film come Il favoloso mondo di Amélie e il ritmo di film come Shakespeare in Love.

Proprio come il film di Madden, anche quello di Michalik segue i modi con cui un giovane artista ritrova l’ispirazione grazie alla comparsa della sua musa, Jeanne. Musa che però non intacca i rapporti con quello che è, sì, l’unico vero amore del poeta: Rosmunde, sua moglie. Tra piccoli giochi di ruolo, difficoltà e imprevisti si delinea così il terreno più fertile per la composizione del Cyrano. Un’opera composta in sole tre settimane (licenza registica), apparentemente destinata al fallimento, eppure… ancora oggi ricordata in tutto il mondo.

Cyrano Mon Amour è la ricostruzione dietro le quinte di tutto ciò. Ed è la celebrazione ritmata, incalzante, poetica di quel lontano 28 dicembre 1897 in cui l’opera andava per la prima volta in scena al Théâtre de la Porte-Sain-Martin di Parigi. È la storia di un guascone «eroico nella sconfitta, sublime nel fallimento» che sempre tocca (e affonda) nella mente e nel cuore di noi romantici.

Alessandra del Forno

 

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