RICORDI?: quando «la poesia (non) diventa pappa»

La recensione di Ricordi?, il nuovo film di Valerio Mieli con Luca Martinelli e Linda Caridi, dal 21 marzo al cinema.

Locandina italiana del film Ricordi?

Dopo letteralmente Dieci inverni di latitanza, Valerio Mieli torna sul grande schermo con un film che non potrà non far parlare di sè. Un film che inneggia quasi disperatamente alla nostalgia, alla bellezza, all’amore. Eppure, un film che si smarca velocemente da ogni cliché di genere per approdare in un territorio altro – un territorio dove il cinema si fa quasi flusso di coscienza, letteratura. Rincasato dal Festival di Venezia col premio collaterale Imaie alla miglior attrice esordiente, l’ultimo lungometraggio di Mieli ha tra l’altro il merito di puntare su protagonisti d’eccezione. Lei (senza nome anche nel film) una folgorante e magnetica Linda Caridi; lui (idem) un intenso e tormentato Luca Marinelli, ormai marchio di garanzia per ogni produzione italiana di buon livello.

Ricordi? è un acquarello di 106 minuti sull’euforia, la menzogna, la poeticità che avvolge i ricordi di una storia d’amore. È un flusso di «soggettive emotive» che continuamente muore e rinasce sulle proprie ceneri. E continuamente oscilla tra il sogno e la realtà, ma un sogno lucido – alla Vanilla Sky – dove l’afflato romantico è sempre pronto a lasciar spazio all’incubo. L’eterno gioco di rimandi e sovrapposizioni, su cui è innestata la narrazione, si rivela infatti un universo senza tempo, spesso senza spazio, sempre senza nomi (a eccezione di uno solo, Marco – Giovanni Anzaldo). Da qui l’universalità della storia narrata, replicabile in altri luoghi con altre persone, ma in fondo sempre fatta dalla stessa struggente bellezza che hanno le storie d’amore destinate a finire. E poi a rinascere. Forse.

Linda Caridi e Luca Marineli in una scena del film – Photo courtesy: BIM distribution ©

Così, con l’aiuto di professioniste fotografe e montatrici quali Daria D’Antonio e Desideria Rayner, il film ha un andamento frastagliato ma mai incoerente. Originale nel suo sprezzare (e spezzettare) la tradizionale consecutio degli eventi per un risultato straniante e, a tratti, surreale. Forse eccessivamente manierista nel ricercare di ricomporre sempre, ostinatamente, ogni fotografia in un quadro. Eppure, mai sfiancante, anche nei momenti in cui la composizione sembra più ridondante e artificiosa.

Insomma, che altro aggiungere a Ricordi? Che è, per i sognatori senza tempo, un film da recuperare senz’altro nelle sale. Velerio Mieli si conferma un regista dall’importante sguardo autoriale e l’equipe da cui è attorniato, un’equipe di professionisti. I due protagonisti, in particolare, ci regalano una prova densa ma leggera, come le nebbie dei parchi in cui si muovono, che rimarrà nei cuori per molto tempo. Per tutti i nostalgici di ferro, Ricordi? è dal 21 marzo al cinema!

Alessandra del Forno

 

 

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