ANCORA AUGURI PER LA TUA MORTE: a ripetizione di horror

Recensione di Ancora Auguri Per la tua Morte, il film diretto da Christopher Landon con Jessica Rothe al cinema dal 28 febbraio 2019.

La locandina italiana del film Ancora Auguri Per La Tua Morte

Tra le tante felici intuizioni del produttore Jason Blum e della sua Blumhouse c’è stato, nel 2017, il piccolo Auguri Per La Tua Morte. Un leggerissimo horror adolescenziale che applicava alle logiche dello slasher il meccanismo del loop temporale e del Giorno (come quello Della Marmotta) che si ripete di continuo intrappolando i protagonisti.

Auguri Per La Tua Morte, troppo ironico e scanzonato per il fan hardcore dell’horror ma perfetto per i giovani palati, diventa l’ennesimo colpaccio di Blum al botteghino e viene subito prolungato da un remake. Più lungo, più denso e più costoso.

Ancora Auguri Per La Tua Morte, nuovamente diretto da Christopher Landon (Il Segnato, Manuale Scout per l’Apocalisse Zombie), arriva al cinema a prolungare la sofferenza della giovane protagonista Tree (la carismatica Jessica Rothe), classica studentessa perseguitata nel classico campus dal classico assassino mascherato.

La differenza, appunto, sta nel fatto che dopo ogni coltellata Tree si risveglia all’inizio del giorno fatale e deve sbrogliare il mistero per infrangere la ciclicità e soprattutto rimanere in vita.

una scena del film Ancora Auguri Per La Tua Morte – Photo: courtesy of Universal Pictures

Il secondo atto di quella che si prospetta come probabilissima nuova saga espande i confini tracciati dal primo film. E trascina la faccenda in un multiverso (parola figa per dire universi paralleli) il cui denominatore comune è la presenza del killer.

Attraverso l’arcinota metafora della penna che attraversa il foglio piegato, resa famosa da Interstellar ma già presente in Punto Di Non Ritorno, mille citazioni pop e un esperimento scientifico di alcuni studenti nerd, Tree si ritrova rimbalzata tra diverse e coesistenti realtà, ognuna offerente vantaggi e svantaggi, conquiste e perdite, amori, amicizie e lutti avvenuti solo in potenza.

E’ la mossa che spinge “Auguri 2” ad abbandonare quasi del tutto il territorio horror in favore di una commedia fantasy, molto di crescita e mai di paura. Una puntata un po’ troppo lunga di The O.C. con un millilitro di sangue e un turbine di bivi e dimensioni parallele.

Paradossalmente, e inaspettatamente, assai più divertente e di minori pretese rispetto al suo predecessore, seppur più caotico e sconclusionato. Una vera e propria dichiarazione di cazzeggio cinematografico. Con una manciata input di affetti, sentimenti e promemoria che possono fare presa solo sulla fascia under 18 ma anche un pugno di belle intuizioni.
Come un giro sugli autoscontri, da gustarsi a mente spenta, basta che non si sappia in giro e che nessuno vi veda. Tanto non sarà l’ultimo.

Luca Zanovello

 

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