La Paranza dei bambini lascia Berlino con l’orso d’argento per la miglior sceneggiatura: ecco cosa diceva appena due giorni prima Roberto Saviano nella sua masterclass a Berlinale Talents.
Giovedì 14 febbraio Roberto Saviano incontrava i giovani di Berlinale Talents per raccontare nella sua masterclass i retroscena del lavoro di sceneggiatore. Dopo aver ripreso le fila del discorso iniziato subito dopo il film in conferenza stampa, Saviano si dilunga ora su quelle che sono le dinamiche veramente antistanti la Napoli del suo romanzo. I “paranzini” sono davvero ragazzi violenti, affamati di soldi e di potere, ma sono anche dei giovani sentimentali. Nutrono la speranza di sposarsi presto, di corteggiare una giovane donna che possa diventare la loro compagna per la vita. E qui sta la loro contraddizione, vogliono tutto subito ma «sono ancora pieni di un’innocenza che rasenta la purezza».
Il mondo in cui si muovono è la Napoli che conoscono, la dimensione in cui vogliono stare per sempre. Da qui la necessità di farsi un nome, di avere dei soldi, una donna, il potere… come i grandi boss mafiosi da cui prendono esempio. Perchè le famiglie non ci sono. Non c’è la scuola, né nessun altra forma di istituzione. Dalla sceneggiatura – spiega Saviano – sono infatti stati «cancellati i Padri». Le compagnie d’amici sono la cosa più vicina a una famiglia, perchè la famiglie vere sono solo qualcosa al limite dell’interferenza. Sono le prime che spingevano i propri figli ad abbandonare la scuola per il lavoro, portando la frequenza scolastica a tassi che sfioravano «fino al 30% dell’evasione».
In tutto ciò i bambini crescono, si formano con i loro modelli, i loro codici – codici che possono comunicare un’esecuzione solo con un movimento della mano – e le donne capiscono ma stanno in silenzio. Le donne che vivono con “gli uomini di paranza” sono costrette al silenzio, che per loro è tragica «mancanza di alternativa, è una sconfitta». Addirittura ci sono donne, spiega Saviano, che arrivano a dire che l’unico modo per difendere il loro bambino è «rimetterselo dentro la pancia».
La realtà raccontata dalla Paranza dei bambini è allora, sì, solo una realtà fittizia? Il lavoro di sceneggiatura, a cui han collaborato lo stesso scrittore con Braucci e Giovannesi, è stato per questo particolarmente impegnativo. «L’atto di sceneggiatura è sempre complicato perchè è un atto di tradimento, che può essere però anche un atto d’amore». Ricreare un mondo rispettandolo, replicarne il fascino per distruggerlo: in questo sta l’amore dello scrittore e sceneggiatore partenopeo.
A chi lo accusa di aver “romantizzato” la mafia, Saviano risponde che la sua regola estetica è sempre stata solo una: smontarne quel fascino, non negarlo. E soprattutto riconoscere che quello dei soldi sporchi non è un problema solo italiano ma europeo – fa i nomi di Andorra, Londra, Lussemburgo… Se l’Europa non pensa prima a questo, invece che alla perdita della propria identità culturale, allora sarà la fine. Andremo incontro a «un populismo che mente sulle vere origini del disastro». E in sala a Talents c’è rinsonanza: chi ha avuto modo di lavorare nel Mezzogiorno ribadisce la sua sfiducia nei confronti del governo. Come far fronte al problema delle associazioni a delinquere se se ne servono gli stessi vertici per guadagnarsi i voti? Con l’accusa di vicinanza fra i dirigenti leghisti calabresi e le associazioni andranghetiste ci si avvia verso chiusura di masterclass.
Una masterclass intensa e audace, come l’animo del suo relatore, capace di spiegare il film La paranza dei bambini spaziando in realtà fra molto altro. Moderato da Dorothee Wenner, l’incontro si esaurisce in una fiumana d’applausi. Che l’orso d’argento non sia stato altro che la più naturale continuazione?
Alessandra del Forno
Amante del cinema documentario e di tutto ciò che riesca a sublimare in immagini la poeticità del quotidiano, Alessandra è una giovane laureata che vede in Wenders, Tarkovskij (e Aldo, Giovanni e Giacomo) la strada verso la felicità. La potete trovare ogni due lunedì del mese tra i cinefili del LatoB e tutte le altre sere tra gli studenti di documentario della Luchino Visconti a Milano.
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