RUSSIAN DOLL: Neflix a febbraio ci conquista con otto episodi carichi di cinismo & morte

La recensione di Russian Doll, la mini-serie di e con Natasha Lyonne su Netflix da febbraio 2019.

La locandina della serie Netflix Russian Doll

Il 1° febbraio su Netflix è comparsa la mini-serie Russian Doll. In meno di una notte la rete ne era entusiasta. Piovevano commenti positivi da ogni dove. Il mio hype? A mille! Solo che la serie dura pur sempre 4 ore (sono 8 episodi di mezz’ora) quindi prima di riuscire a ritagliare una finestra adeguata per metter in pratica il mio sport preferito – il binge watching – son trascorse settimane. 

Ed eccomi qui, infine, a godermi la tanto attesa Russian Doll. La sua protagonista, Nadia (Natasha Lyonne), vive nella Grande Mela, è una programmatrice sballata e cinica e sta festeggiando il suo 36° compleanno. Solo che la serata prende una piega inattesa: muore. Ma l’aldilà non pare interessato a tenersela e la rispedisce di qua, per la precisione nel bagno dell’amica che le ha organizzato la mastodontica festa a sorpresa. 

Eh già, il giorno della marmotta, di nuovo e senza Bill Murray. E c’è di peggio: superare il primo episodio è stato un interminabile supplizio. Mi sono addormentata non una ma due volte! Una tortura che mi sono autoinflitta perché tutte quelle persone là fuori non potevano aver preso un abbaglio. Quindi vai di play – rewind – play le volte necessarie a farmi superare viva le continue disavventure della protagonista. 

Natasha Lyonne nella serie Russian Doll – Photo: Netflix

Nadia finisce male ancora e ancora. Due, cinque, dieci volte. Alcuni suoi incidenti mortali riescono pure a farmi sorridere. E sarà proprio quel mix di follia e battute politicamente scorrette a farmi rilassare. Tant’è che i decessi della poverina, ad ogni nuovo episodio divengono più attraenti. Oltre al fatto che, ad un certo punto, entra in scena quel personaggio la cui presenza aggiunge una marcia in più. 

Da quando Nadia ha una spalla diventa molto – ma molto – più interessante e simpatica. All’improvviso parteggio per lei, voglio scoprire chi sia e cosa le stia capitando. Attendo divertita l’ultimo giro, quello in cui, spero, tutti moriranno e sentirò per qualche giorno la loro mancanza, giacché i giri in giostra sono esauriti e non ci sarà una seconda stagione. 

Natasha Lyonne e Elizabeth Ashley nella serie Russian Doll – Photo: Netflix

Ora, non so se sia previsto o meno un sequel. Onestamente, confido nel buon senso degli sceneggiatori: sarebbe davvero un peccato riaprire una porta chiusa con tanta maestria. E mi duole ammetterlo, perché adoravo odiare Nadia e le infinite varianti del suo compleanno. 

A prima vista, il nome Natasha Lyonne non suona per nulla familiare. È giocoforza quindi, dopo questa istrionica interpretazione, correre su Google a verificare il suo passato. Scopro così che è realmente cresciuta in una famiglia ebrea di New York e che l’ho già incontrata in American Pie, Kate & Leopold e nella serie Orange is the new Black. Insomma, la ragazza ha un CV, il che spiega come sia riuscita a portare otto episodi sulle sue spalle, a tenere a bada una chioma leonina e a conquistare gli scettici con le sue movenze sgraziate. 

Russian Doll è vincente perché è una commedia nera. È trasgressiva e divertente il giusto, e non dimentica di tratteggiare in modo rapido ed efficace i suoi personaggi. E – assurdo ma vero – qualora vi capitasse di rivedere un episodio, inspiegabilmente, riderete il doppio. Un ultimo consiglio: fatevi un regalo e guardatela in versione originale (non temete, i sottotitoli ci sono). La voce graffiante della nostra nuova amica Nadia è un plus inestimabile – confrontate i trailer per credere!

Vissia Menza

 

 

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