Recensione de Il mio capolavoro, la irriverente e divertente commedia di Gaston Duprat al cinema dal 24 gennaio 2019.
Dopo il grande successo de Il cittadino illustre, il regista argentino Gaston Duprat torna al cinema con Il mio capolavoro. Un film che regala un punto di vista sprezzante e ironico sull’amicizia di lunga data e sul mondo dell’arte contemporanea. Da non perdere per chi cerca una commedia frizzante e allo stesso tempo intelligente.
Buenos Aires, città fatta di contrasti e fascino decadente e unico. Arturo è un gallerista intellettuale e sofisticato da decenni agente dell’artista, a dir poco eccentrico, Renzo Nervi. Quest’ultimo ha conosciuto il successo principalmente negli anni Ottanta ed ora vive di rendita visto che il mondo dell’arte sembra averlo dimenticato. Conduce una esistenza a dir poco bohemienne in una casa circondato solo da tele, colori, i suoi amati animali e tanto astio verso il resto della società, di cui non nutre molta stima. Il pittore ce l’ha soprattutto col mondo dell’arte non all’altezza della vera pittura di cui lui sarebbe, invece, uno degli ultimi veri rappresentanti (ovviamente, solo nella sua testa).
Un incidente all’improvviso gli fa perdere la memoria e questo evento offre l’occasione, a lui e al suo amco di una vita, di mettere in scena un’idea geniale e diabolica che li renderà ancora una volta complici.
Il mio capolavoro è un lungometraggio che tocca diversi aspetti. In primo luogo quello dell’arte, del ruolo dell’artista e dei galleristi, dei critici e dei magnati. La sceneggiatura non manca di lanciare frecciatine avvelenata a quel mondo effimero dei grandi conoscitori e mercanti di opere che sembrano seguire più le mode e il bisogno di apparire che non talento e creatività.
In secondo luogo la pellicola parla di amicizia, quella che dura per sempre, fatta di alti e bassi, di amore e odio, di litigate e riappacificazioni, di momenti in cui si sbotta ed altri in cui si capisce che non ci si può allontanare.
I due attori, i bravissimi Luis Brandoni (nel ruolo dell’eclettico e burbero Renzo Nervi) e Guillermo Francella (nel ruolo di Arturo), molto noti in Argentina, reggono sulle loro spalle tutta la commedia e ne impreziosiscono ogni sfaccettatura. Riescono, infatti, a mettere a disposizione della storia i loro ottimi tempi comici e ad aumentarne le verve quando condividono la scena.
Dal canto suo il regista, Gaston Duprat, forse non riesce a bissare in pieno la profondità del precedente lavoro, quel Cittadino illustre che nel 2015 è stato candidato agli Oscar come miglior film straniero, riesce però a dosare bene tutti gli elementi necessari a rendere questa pellicola un lavoro riuscito e godibilissimo.
Mantiene un passo leggero ed ironico che accompagna lo spettatore dall’inizio alla fine e instilla all’occhio europeo un po’ di curiosità sulla sua Argentina, portandone sullo schermo aspetti a noi poco familiari.
Un altro punto a favore del film è sicuramente la ricerca delle immagini. La fotografia è curatissima ed i paesaggi, soprattutto quelli più selvaggi che abbondano sul finale, sono da togliere il fiato al punto di farci venir voglia di preparare le valigie e partire alla volta… dell’Argentina.
In conclusione, Il mio capolavoro confeziona una storia irriverente e dissacrante, come spesso i lungometraggi spagnoli e sudamericani riescono ad essere, con il plus di farci ridere (ma anche riflettere) sul ruolo dell’amicizia, dell’arte, della vecchiaia e di ciò che rimarrà dopo di noi. E alla fine sono proprio i due amici, con i loro dialoghi al limite dello sprezzante, dotati di una naturalezza unica, a regalarci una piccola lezione sul vero, totale, profondo ed indiscutibile amore per la vita.
Anna Falciasecca
Bionda, sarcastica, appassionata di regia e di viaggi cerca di unire le sue passioni scrivendo un blog di viaggi, sceneggiature (che stanno comode nei cassetti) e recensioni. Il suo motto è “Blond is a state of mind”, modifica continuamente idea e tiene i piedi in diverse scarpe, tutte rigorosamente tacco 12. Le uniche cose che non cambierà mai sono: Woody Allen e Star Trek, di cui è incallita fan.
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