Recensione dei primi episodi di The First, la serie TV in anteprima al cinema solo il 18 dicembre e dal 19 dicembre su TIMvision.
Per il Capitano Tom Hagerty (Sean Penn) la giornata che sta per iniziare è tanto epocale quanto dolorosa. I suoi uomini stanno per partire alla volta della prima missione su Marte ma lui non è al loro fianco a bordo della navicella spaziale. L’umanità sta per raggiungere un traguardo importante e lui, il tredicesimo uomo a camminare sulla Luna, questa volta farà da spettatore. Le prossime ore saranno lunghissime: quello che il nostro eroe non sa, è che il fato ha in serbo per lui capovolgimenti a catena. Il suo conto con la Nasa è ancora aperto e le carte da giocare sono molte.
Si apre così The First, la nuova serie televisiva con protagonista Sean Penn, in anteprima gratuita (sino a esaurimento posti – l’elenco delle sale sul sito di Nexo Digital) in 30 cinema italiani oggi 18 dicembre, e da domani (19 dicembre) in esclusiva su TIMvision.
Hagerty ci porta nel 2030, in un futuro che strizzando gli occhi possiamo già scorgere all’orizzonte, tanto è simile al nostro presente. Fuori dalla sua finestra non ci sono tracce di Apocalisse, il genere umano non è cambiato granché, anzi, è quello che ben conosciamo, capace di grandi imprese così come di colossali capitomboli. È sempre ambizioso, determinato e… fragile. Dopo aver conquistato la Luna, ora punta al Pianeta Rosso, anche se, al momento, non ci è dato sapere il motivo di tanta determinazione.
The First accenna al riscaldamento globale ma evita accuratamente di scivolare in un’invettiva contro il proprio Presidente. Parla di conquista dello spazio, in nome di progresso e tecnologia, ma non identifica un nemico con cui competere. L’unico demone da sconfiggere – per ora – sono le debolezze dei singoli.
La debolezza degli uomini dietro ai grandi professionisti pare, infatti, essere il tratto distintivo di questa mini-serie (gli episodi sono in totale 8), creata Beau Willimon, lo show-runner di House of Cards, che ambisce a riunire sul divano appassionati di fantascienza e amanti di personaggi alle prese con un tumulto interiore.
Anche se, ad onor del vero, i primi due episodi di The First si limitano alle presentazioni: i volti principali, i relativi ruoli e le conseguenti spine nel fianco. Nulla più del dovuto e nulla di più di quanto voluto. Ad attirare la nostra attenzione sono le inquadrature perfette, la fotografia elegante, la sapiente mano di Agnieszka Holland (In Darkeness) saldamente dietro la macchina da presa. E, ancora, la colonna sonora che influisce sul nostro battito e, come prevedibile, la presenza scenica dell’attore due volte premio Oscar®.
L’ex-compagno di Madonna, Robin Right (prima donna proprio di House of Cards) e Charlize Theron, entra in scena a torso nudo sfidando l’anagrafe e le malelingue (le primavere per lui sono 58) con un fisico asciutto, nervoso, senza un grammo di grasso. È gioco forza che gli occhi (e le perplessità) siano puntati su di lui e sull’uomo pieno di cicatrici emotive che interpreta.
L’impressione è di essere difronte ad una fantascienza sulla scia di Arrival, incentrata su sentimenti tutti terrestri, quali l’amore, l’incomprensione e la perdita. Qui abbiamo un padre che deve fare i conti con una figlia problematica e con una serie di decisioni in grado di coinvolgere la sua famiglia e, presumibilmente, a cascata, l’umanità intera. Per scoprirlo, tuttavia, dovremo andare oltre le puntate numero 1 e 2. Che, garantisco, sapranno sviluppare la debita attesa.
The First ha diviso critica e pubblico oltre oceano e forse è un bene. Vi lascia liberi di amarla o dimenticarla. Se cercate adrenalina e scontri con nuove forme di vita, potreste rimanere insoddisfatti; se cercate introspezione e nuove sfide per l’uomo, potreste riconoscervi nei protagonisti e ritrovarvi a condividere qualche serata col Capitano Tom Hagerty.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
Leave a Comment