Recensione di Un Piccolo Favore, il film con Anna Kendrick e Blake Lively al cinema dal 13 dicembre 2018.

La locandina del film Un piccolo favore

La locandina del film Un piccolo favore

Un Piccolo Favore è un film molto particolare, che può essere definito in diversi modi e che tocca più di un genere cinematografico. Prima di capire il perché, scopriamo la trama.

Connecticut, realtà di villini con giardino che fanno tanto comunità in cui tutti conoscono tutti e nessuno sembra avere segreti. Sembra.

Stephanie (Anna Kendrick) è la classica super mamma. Rimasta vedova e senza altri aiuti, il figlio diventa il centro del suo mondo. Un mondo fatto di presenze costanti ad ogni singolo evento scolastico che provocano irritazione negli altri genitori i quali, di conseguenza, la tengono a distanza per evitare il confronto con la sua eccessiva perfezione. La sua unica distrazione è il Vlog in cui dispensa consigli e ricette. I suoi unici amici sono i follower.

Emily, invece, (una splendida Blake Lively) è l’esatto opposto. Statuaria nella sua bellezza e nella sua eleganza, fatta di capi d’alta moda e di scarpe a stiletto, è quella donna sofisticata e sicura di sé che non si capisce cosa ci faccia in un simile ambiente.

Blake Lively in una scena del film Un piccolo favore - Photo: courtesy of 01 Distribution

Blake Lively in una scena del film Un piccolo favore – Photo: courtesy of 01 Distribution

Le due, grazie ai rispettivi figli, cominciano a frequentarsi e formano una coppia tra le più improbabili. Stephanie comincia così a godere di uno status che mai avrebbe immaginato e si ritrova a passare i pomeriggi sorseggiando Martini nella splendida casa della sua nuova amica, gustandosi una sorta di rivincita nei confronti di una vita parca nel regalarle gioie.

Niente è destinato a durare per sempre e anche questo quadretto, apparentemente idilliaco, non fa eccezione. Tutto cambia, infatti, il giorno in cui Emily chiede a Stephanie un piccolo favore, di andare a prendere suo figlio a scuola, salvo poi sparire senza lasciare traccia.
Da qui in poi è un susseguirsi di eventi che fanno virare il film nella direzione del thriller, con un bel po’ di sorprese disseminate lungo il cammino.

Anna Kendrick in una scena del film Un piccolo favore - Photo: courtesy of 01 Distribution

Anna Kendrick in una scena del film Un piccolo favore – Photo: courtesy of 01 Distribution

Tornando alla definizione iniziale possiamo partire col dire che Un Piccolo Favore è un thriller, per buona parte del tempo in senso classico, con continui colpi di scena e situazioni che sembrano risolversi ma che via via si complicano.
Su un altro livello, si presenta come commedia suburbana con tanto di ambientazione nella patinata, quanto apparentemente perfetta, provincia americana.
In altri passaggi ricorda invece il noir e la black comedy.

Questo toccare diversi generi è ciò che salta subito all’occhio e che rimane impresso.

Il regista Paul Freig riesce a tenere bene le redini della storia presentando un lungometraggio elegante ed in certi punti particolarmente azzeccato. Le parti più convincenti sono senza dubbio quelle legate alla trama noir in cui ogni evento è incasellato con cura creando la giusta suspense nel gioco del “niente è come sembra”.

una scena del film Un piccolo favore - Photo: courtesy of 01 Distribution

una scena del film Un piccolo favore – Photo: courtesy of 01 Distribution

Lasciano maggiormente perplessi, invece, i momenti in cui si passa troppo repentinamente da un genere all’altro, per poi tornare a quello principale nel giro di pochi secondi.

Il far interagire diversi stili è sicuramente voluto e rappresenta la caratteristica primaria della pellicola. Allo stesso tempo, però, è un’arma a doppio taglio: spezzare la tensione non aiuta a tramutarlo in ottimo thriller, soprattutto se si pensa alla fortuna (meritata) che hanno avuto opere recenti come Gone girl e La ragazza del treno. Entrambi i titoli sono, infatti, riusciti a dare nuova linfa al genere con, tra l’altro, delle figure femminili forti nel ruolo di protagoniste.

Un piccolo favore non riesce, a mio parere, a raggiungere tale livello ed è una piccola occasione mancata. Resta comunque un film godibile ed un buon pretesto per leggere l’omonimo libro di Darcey Bell da cui è tratto… al netto dell’inevitabile spoiler, ovviamente.

Anna Falciasecca