Recensione dei primi episodi de L’Amica Geniale la serie televisiva di Saverio Costanzo su Rai Uno ogni martedì dal 27 novembre 2018.

l’amica geniale poster serie TV

La locandina della serie TV L’Amica Geniale

Durante la notte, una telefonata sveglia una donna dai capelli bianchi.
E’ sparita una persona a cui sembra molto legata.
Questa notizia la lascia molto nervosa e scossa.
Apre il suo computer ed inizia a scrivere in maniera compulsiva.
Parte così L’Amica Geniale, la serie evento tratta dall’omonimo best seller di Elena Ferrante e in onda su Rai Uno ogni martedì dal 27 Novembre.

LA STORIA

Uno spaccato di vita in un quartiere popolare di Napoli negli anni ’50.
Elena, detta Lenù, parla in prima persona (con la voce suadente e pacata, anche se poco partenopea, di Alba Rohrwacher) e ci racconta, in un flashback lungo una vita, della sua amicizia nata tra i banchi di scuola con Lila, l’amica geniale del titolo.

Lenù è da subito colpita dalla fermezza, dal coraggio, dall’istintività di Lila e pensa che in qualche modo l’amica possa completarla e renderla più forte e sicura di sé.
Il loro rapporto si fortifica nel leggere ripetutamente Piccole Donne, un romanzo di formazione che semina nel loro animo la flebile convinzione che esistano altre realtà oltre  a quella che vivono quotidianamente e che scrittura e lettura possano essere un vero e proprio “salvagente”.

L’Amica Geniale, Elisa Del Genio (Elena da giovane) e Ludovica Nasti (Lila da giovane) - Photo by Eduardo Castaldo

L’Amica Geniale, Elisa Del Genio (Elena da giovane) e Ludovica Nasti (Lila da giovane) – Photo by Eduardo Castaldo

IL SET
Il regista, Saverio Costanzo, ha il difficile compito non solo di dare forma a immagini e personaggi evocati nel libro, ma anche e soprattutto di restituire allo spettatore la complicata realtà di Napoli del dopoguerra, filtrata dagli occhi di due bambine.

Il dietro le quinte vede al lavoro un’equipe eccezionale: fotografia, scenografia, costumi, trucco. Tutti i reparti sono orchestrati magistralmente dal regista. Si pensi soltanto al fatto che l’intero rione è stato ricostruito a Caserta con una grande attenzione ai particolari. Palazzoni polverosi, coi panni stesi, da cui si affacciano donne per parlare da una finestra all’altra, danno vita ad una Napoli chiassosa in cui non si sente l’odore del mare perché troppo lontano. In cui si incontrano e scontrano vite di famiglie comuni; dove si lavora sodo e si guadagna quasi niente; dove l’infanzia dura poco e si studia finché si può.

Le immagini sono pervase da un forte richiamo al Neorealismo (bello l’omaggio a Roma Città Aperta), ma senza risultare pesante o ridondante. 
Del resto è ormai nota la raffinatezza e la sensibilità di Saverio Costanzo, abituato, tra l’altro, a portare in scena personaggi femminili difficili e dalle mille sfaccettature psicologico-caratteriali.
E’ forse per questo che sono proprio le inquadrature che vedono protagoniste le due bambine a suscitare più emozioni.

L’Amica Geniale, Ludovica Nasti (Lila da giovane) e Elisa Del Genio (Elena da giovane) - Photo by Eduardo Castaldo

L’Amica Geniale, Ludovica Nasti (Lila da giovane) e Elisa Del Genio (Elena da giovane) – Photo by Eduardo Castaldo

Le piccole, attrici per caso, Ludovica Nasti nei panni di Lila ed Elisa Del Genio in quelli di Lenù, sono una sconvolgente rivelazione.

La loro è una recitazione naturale, viscerale, sottolineata dall’uso del dialetto. 
Capaci di dar voce a un’emozione o a un sentimento solo con la forza dello sguardo, le bambine entrano immediatamente nel cuore dello spettatore. I loro occhi, sfrontati e luminosi quelli di Lila, dolcemente malinconici quelli di Lenù, si cercano reciprocamente tra i banchi, dalle finestre di casa… E riescono a commuovere in più di un’occasione.

Un plauso, dunque, anche a chi si è occupato dei casting, e non solo per le favolose protagoniste. Tutti i personaggi che ruotano intorno alle piccole e che partecipano alla costruzione del microcosmo in cui sono immerse, sono davvero azzeccati.

Fra tutti, la splendida figura della maestra (Dora Romano), dura, severa, che, guidata da uno spirito che potremmo definire progressista e “proto femminista”, cerca di convincere le sue alunne che l’istruzione è l’unica arma per uscire da una realtà di miseria, e che il loro essere “femmine” non è né una colpa né un limite.
L’insegnante cercherà di contrapporsi anche alla cieca ignoranza dei genitori di Lila che per questioni economiche, ma anche per abitudini sociali, non vogliono far proseguire gli studi alla figlia che si fermerà alla licenza elementare nonostante la sua intelligenza e la sua mente a dir poco brillante. 
Lenù, invece, seppur inimicandosi ancor di più la madre, verrà iscritta alle scuole medie per volontà del padre.

L’Amica Geniale, Margherita Mazzucco (Elena da adolescente) - Photo by Eduardo Castaldo

L’Amica Geniale, Margherita Mazzucco (Elena da adolescente) – Photo by Eduardo Castaldo

LA SERIE IN TV

Le prime due puntate de L’Amica Geniale (tra l’altro presentate alla Mostra del Cinema di Venezia) danno modo all’autore di introdurre vari temi che speriamo vengano approfonditi nei prossimi episodi (la stagione 1 è di 8 episodi di 50 minuti ciascuno). L’evoluzione del rapporto tra le due amiche negli anni, naturalmente, ma anche l’importanza della cultura nella vita, l’emancipazione femminile e le tante piccole storie di gente comune che fanno la Storia con la S maiuscola.

E’ confortante sapere che un prodotto così ben fatto venga trasmesso dalla TV Nazionale e che possa quindi raggiungere vari tipi di spettatore rivolgendosi a diverse generazioni.
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, così confuso, è sempre bene ricordare cos’era il nostro Paese in un passato non così remoto, e chi eravamo.
Per capire chi siamo e, soprattutto, chi vogliamo essere oggi. 

Violetta Biagiotti

 

Foto: si ringrazia l’ufficio stampa