GERMAN ANGST: il duro di Berlino

Recensione dell’antologia horror German Angst in home video dal 25 ottobre 2018. 

Addentrarsi nelle viscere putrescenti dell’altra Germania, scrostare i muri della Berlino di mezzanotte attraverso tre racconti di altrettanti controversi registi tedeschi: questa è la missione di German Angst, antologia horror datata 2015 e recentemente importata in Italia in bluray e dvd da Midnight Factory.

La cover del blu-ray dell’antologia horror German Angst

Il nome che spicca e che fa drizzare le antenne è quello di Jörg Buttgereit, cinquantacinquenne autore di stra culto, non solo per il capolavoro Nekromantik (1987) ma per un’intera carriera ispirata da un’originale, estrema vena che proprio come nel titolo del suo film più celebre unisce tematica necrofila e romantica poesia. Il primo episodio di German Angst si chiama Final Girl ed è suo.

Un antipasto di breve durata e che forse non rende giustizia alla grandezza del suo ideatore: la storia della ragazzina che lega e tortura il suo presunto aguzzino, attraverso un parallelo medico tra la castrazione di un porcellino d’india e quella umana, è una vendetta placida, di metodo e perizia.
Un Hard Candy più silenzioso, sadico in modo distaccato e quasi meditativo, spogliato della sporchissima e morbosa filosofia di Buttgereit.
Se è vero che non vedrete più il vostro criceto con gli stessi occhi, di Germania e soprattutto di rabbia se ne respira davvero poca…

Spetta a Esprimi Un Desiderio di Michal Kosakowski aumentare i giri di German Angst.

Il regista di origini polacche, poco noto (nel 2012 ha realizzato l’interessante semi-documentario Zero Killed), introduce un po’ di storia delle due nazioni a lui care, con lo sventurato incontro tra una coppia di giovani sordomuti polacchi e un gruppo di feroci naziskin.
L’amuleto che ha al collo la ragazza, lascito della nonna e del sangue della Seconda Guerra Mondiale, saprà però difenderli tramite poteri magici, estremamente “empatici”…
Tra flashback dell’epoca bellica, angherie naziste perpetrate attraverso le epoche (esattamente come le autodifese) e un’originale chiave “rape and revenge”, Esprimi Un Desiderio è divertente e malvagio su più livelli.
Kosakowski usa buona regia e attori credibili, riuscendo a pungolare un po’ le cicatrici nazionali.

una scena di un episodio di German Angst – Photo: courtesy of Midnight Factory

La terza ed ultima pagina di cronaca nera è Alraune di Andreas Marschall, regista che ho particolarmente a cuore per l’ottimo Lacrime Di Kali (2004) e che continua a non avere il riscontro europeo che credo meriti.

Marschall ripaga la mia fiducia con il contributo più sostanzioso del film, sia in termini di durata che di qualità: il suo racconto sfiora l’ora e parla in modo visionario e carnale della vita underground berlinese. Nella fattispecie quella dell’esclusivo sex club in cui capita Eden (Milton Welsh, Grand Budapest Hotel), che dopo aver brindato con drink alla mandragora viene catapultato in una serie di eccitanti e forse letali trip allucinogeni.

E’ un viaggio sballato a ritmo di krautrock, sensoriale, sensuale e sessuale, che trova la sua quadra tra Gaspar Noé, Zulawski e Cronenberg. Con un grande protagonista e un mistero che si insinua, il terzo atto di German Angst è quello che prende maggiormente di – e nel – petto la “malaria” tedesca.

Mediamente il tripartitico German Angst non regala chissà quale trattato introspettivo sulla Germania e i suoi eventuali lati oscuri (pecca di molte antologie, quella di odorare di pretesto), che fondamentalmente se fosse stato ambientato a Vanzaghello (MI) era un po’ lo stesso, e questo ci riporta alla pecca di molte antologie e alla loro leggera puzza di spunto pretestuoso.
Ma nomi, qualche spunto e il mediometraggio conclusivo di Marschall la rendono un’esperienza che vale la visione del pacchetto completo.
La fotografia dei tre episodi, affidata allo stesso DOP, Sven Jakob-Engelmann, amalgama col resto e rafforza.

Extra blu-ray e dvd: trailer, dietro le quinte in super-8 (8 min.).
Voto: 7/10

Luca Zanovello

 

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