Grandi mostre per un grande artista: a Venezia è tempo di Tintoretto 500

 Sarà un autunno sorprendente: in Laguna si celebra l’arte del grande pittore a cinquecento anni dalla sua nascita con esposizioni, incontri e molto altro. Siamo andati alla scoperta di TINTORETTO (1519-1594) a Palazzo Ducale.

la locandina della mostra Tintoretto a Palazzo Ducale di Venezia

Venezia si prepara ad accogliere il 2019 sin da quest’autunno. Da Settembre in Laguna si è alzato il sipario sulle celebrazioni del pittore veneziano per eccellenza, Tintoretto. Si protrarrà sino alla prossima primavera, momento in cui cadranno i 500 anni dalla sua nascita, la serie di omaggi ed eventi, denominati Tintoretto 500, che ricorderanno e permetteranno di ri-scoprire il geniale artista rinascimentale.

Si tratta di un vero e proprio percorso tintorettiano quello allestito da qui a marzo 2019. In esso spiccano grandi e piccole mostre, tante chiese e palazzi, alcuni dei quali aperti per l’occasione. La quantità di siti coinvolti, e le gemme nascoste da individuare, sono così tanti da richiedere una mappa che, in effetti, è disponibile sia in loco sia online.

Il cuore delle celebrazioni è Palazzo Ducale che ospita i lavori maturi del Tintoretto. Se alle Gallerie dell’Accademia sono, infatti, esposte le tele giovanili dell’artista, nell’Appartamento del Doge (a Palazzo Ducale) si potrà sviscerare fino al prossimo 6 gennaio la sua folgorante carriera, grazie a una sequenza memorabile di opere provenienti da collezioni private, biblioteche e da molti musei d’Europa e Stati Uniti.

Tintoretto a Palazzo Ducale: Ratto di Elena, 1576 – 1577 ca, olio su tela, 186 x 307 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado

Jacopo Robusti (1519-1594)

Jacopo Robusti, detto Tintoretto, nacque e visse a Venezia, dove morì nel 1594 all’età di 75 anni (e a ritroso fissiamo nel 1519 il momento della sua nascita, dato che i documenti andarono perduti nell’incendio di San Polo). Era figlio di un tintore, da cui il soprannome. Era piccolo (di statura), irrequieto e capace. La sua abilità fu tale da renderlo uno dei pittori più importanti e richiesti dell’epoca. Non disdegnava andare controcorrente, sapeva osare e se necessario barare. Aveva il senso degli affari: teneva i prezzi bassi, talvolta donava, realizzava e consegnava il lavoro in tempi strettissimi. Riuscì addirittura a creare una vera e propria impresa di famiglia, con una figlia (Maietta), ottima ritrattista, e un figlio, Domenico, in grado di sostituirlo e finire quanto da lui iniziato.

Era eccentrico, poteva prenderti di petto ma, dicevamo poco sopra, aveva talento da vendere. E questo i suoi contemporanei lo sapevano. Non a caso si narra che il Tiziano l’avesse cacciato dalla propria bottega per timore di essere superato dall’allievo. Spesero tutta la vita a sfilarsi commesse e ad alimentare le dicerie. Anche se alla fine pare che ognuno riconoscesse la grandezza dell’altro. A noi piace da impazzire una delle definizioni che di lui diede il Vasari:

“stravagante, capriccioso, presto e risoluto et il più terribile cervello che abbia avuto mai la pittura come si può vedere in tutte le sue opere e ne’ componimenti delle storie, fantastiche e fatte da lui diversamente e fuori dall’uso degli altri pittori”.

Tintoretto, Autoritratto, 1546-1547 ca, olio su tela, 45 x 38 cm
Philadelphia Museum of Art, dono di Marion R. Ascoli e del Marion R. and Max Ascoli Fund, in onore di Lessing Rosenwald

La mostra a Palazzo Ducale

Ed è all’interno dell’Appartamento del Doge che l’ardire di Jacopo Robusti emerge con esuberanza. Se fosse vissuto ai tempi nostri, potremmo scommettere se lo sarebbero conteso le Major del cinema, quelle che hanno fatto degli effetti speciali, dell’esagerazione e dello “stupire sempre” il proprio marchio di fabbrica. In un percorso cronologico, che apre e chiude con due autoritratti cosi magnetici da incuterci soggezione, ci troviamo immersi nella sua arte migliore. Il viaggio prende il via nel momento in cui la sua pittura visionaria spiccò il volo e prosegue sino agli ultimi istanti, quando il peso del tempo divenne evidente.

Basta poco per renderci conto di quanto Tintoretto fosse all’avanguardia, audace e spettacolare.

Dagli storyboard ante litteram de La Creazione degli Animali, alla versione antica di Photoshop (le soluzioni ingegnose che hanno portato a La Natività, ne sono un meraviglioso esempio); dai dipinti di uomini con muscoli così torniti da poter essere gli avi di eroi come Hulk o gli Avengers, ai modellini che nulla hanno da invidiare a quelli di un film in stop-motion (uno dei focus dell’esposizione è dedicato al making of dei lavori che conosciamo, con figure in cera tanto inattese quanto accurate), di sala in sala le tecniche illusorie ci rapiscono e seducono.

Tintoretto a Palazzo Ducale: Susanna e i vecchioni, 1555 ca, olio su tela, 147 x 194 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie

La teatralità di Susanna e i vecchioni (vedi foto), che riesce a farci sentire tra i mal-celati guardoni dietro il paravento, mentre cerchiamo di cogliere i dettagli delle infinite prospettive della tela; la giostra di corpi che si avvita quasi fosse un vortice in Origini della Via Lattea; e, ancora, i giochi di luci e ombre nella Deposizione della Croce, sono solo alcuni dei motivi per cui è difficile non emozionarsi durante la visita.

Ad amplificare lo spiccato gusto per il drammatico e la passione per il colore e la luce del Tintoretto ci pensa l’allestimento che, complice un’illuminazione dal forte impatto scenografico, enfatizza l’effetto sorpresa sin dall’ingresso. Mentre a coronare il giro c’è il cortometraggio Tintoretto: Artista del Rinascimento Veneziano, che ci permette di vedere opere a tutt’oggi nei luoghi originali (la casa di famiglia e la Scuola Grande di San Rocco, tra gli altri).

Dopo tanta bellezza, all’uscita ci viene spontaneo munirci di mappa e andare alla ricerca di quanto celato negli ambienti più raccolti e, magari, meno frequentati della città. È difficile placare la sete di conoscenza che ci assale. Siete avvisati… si consigliano scarpe comode e colazioni abbondati!

Vissia Menza

n.d.r. vi ricordiamo che le parole in rosso contengono link a foto e approfondimenti. Rinviamo al post sulle altre mostre a Venezia di Tintoretto la panoramica sull’ampia offerta espositiva dei prossimi mesi.

Tintoretto a Palazzo Ducale: allestimento, sala “Dopo Tiziano” – Photo by MaSeDomani

INFORMAZIONI UTILI
TINTORETTO 1519 – 1594
dal 7.09.2018 al 06.01.2019

Sede: Venezia, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge
Orari: 8.30 – 19.00 (fino al 31 ottobre); 8.30 – 17.30 (dal 1° novembre a fine mostra)
Mappe, contatti e biglietti: sul sito ufficiale della mostra
Nota: la mostra diretta da Gabriella Belli  e curata da Robert Echols e Frederick Ilchman,  è una coproduzione con la National Gallery of Art di Washington, in collaborazione con le Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Foto: si ringrazia l’ufficio stampa
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