La recensione di Hell Fest, l’horror di Gregory Plotkin con Amy Forsyth in uscita al cinema il 31 ottobre 2018.
E’ dell’anno scorso l’uscita per home video italiano di Halloween Night, horrorino medio che ci fece conoscere il carnevalesco mondo delle feste halloweeniane erette per gli adolescenti americani.
Un universo che trascende il travestimento e il trick or treat per immergersi in vere e proprie installazioni itineranti che ricreano (o infestano) ambientazioni da brivido come case abbandonate o sconfinati luna park a tema orrorifico, in cui animatori e veri e propri attori si applicano con dedizione per terrorizzare i consenzienti visitatori.
Un micromondo che mi ha conquistato e che vorrei provare, mimetizzato tra liceali, e che quindi sono felice diventi protagonista di un nuovo film horror, che giunge nelle nostre sale per allietare la festività più macabra dell’anno: benvenuti a Hell Fest.
Che, come suggerisce il nome, è un tunnel dell’orrore su chilometri quadrati in cui l’ingenua Natalie (Amy Forsyth, visino da final girl) si tuffa con amici medio-stupidi per aggiungere traumi gratuiti alla sua adolescenza.
Nella fattispecie, la persecuzione di un figuro mascherato che ha preso troppo sul serio l’atmosfera dell’Hell Fest e la missione di spaventare il prossimo.
L’abc dello slasher di e per teenagers, affogato nel contesto folkloristico e caotico di una via di mezzo tra rave e luna park in cui immaginario e iconografia del terrore fanno da induzione tanto per un po’ di adrenalina e eccitazione puberale quanto da cornice (pretesto?) di un film che è come lo zucchero filato: inconsistente e malsano, ma appagante. E che lascia le dita appiccicose.
Sarà il fomento della settimana di Halloween o il fatto che un maniaco in maschera sulle tracce di spensierati ragazzini (in una Disneyland in versione psicotica) è e rimane un passe-partout per onorare novanta minuti di vita, ma Hell Fest mi sembra un buon regalino di stagione.
Più per coetanei dei protagonisti che per i miei, nonostante l’immancabile cameo del reduce Tony Todd (Candyman) e riferimenti anni ottanta (Il Tunnel Dell’Orrore di Tobe Hooper), Hell Fest rielabora per la millesima volta piccoli brividi, titubanze di vita under venti e fusione di orrore finto e vero, col secondo annidato tra i tranelli del primo.
Il suo regista, Gregory Plotkin, fu già montatore di Get Out e Auguri Per La Tua Morte e si vede: pur in una sostanziale banalità narrativa, il film fila e copre le magagne dei dialoghi spossati e dei meccanismi di ambigui spaventi che si reiterano troppo.
Ma il carrozzone circense della festa funziona e, per quanto ripetitivo, è l’ambiente giusto. Accattivante e a noi precluso, il mondo di Hell Fest sorregge atmosfere e mancanze e ci invoglia un po’ di più ad importare le usanze pagane.
Voto: 6/10
Luca Zanovello
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole