Un commento a Sogniloqui, il volume di racconti di Stefano Taccone, tra le letture consigliate di questo autunno 2018.
Noto critico d’arte e curatore indipendente Stefano Taccone è molto attivo nella scena artistica italiana, collabora con riviste di settore, recensisce mostre personali e collettive, scrive dei rapporti tra pratica artistica e dimensione socio-politica.
Ci incontriamo alle inaugurazioni e spesso condividiamo riflessioni sull’arte senza trascurare le nostre passioni e così un giorno dal nulla Stefano mi confida di avere scritto una raccolta di racconti, mi incuriosisco e mi faccio dire di più, il titolo è illuminante, Sogniloqui, decido subito di comprarlo.
È una raccolta di 12 racconti brevi, una miscela di sogni e realtà, sentimenti e sorprese che attendono il lettore dietro l’angolo, lo spiazzano e ne sollecitano la creatività conducendolo altrove grazie a una libertà creativa inusuale, una scrittura fluida e una scelta di parole accurata.
L’incipit del primo racconto Tagliatelle millimetrate è affascinante e mi lascia ben presagire:
“Ho davanti a me un piatto di tagliatelle, ma non è un piatto di tagliatelle come tutti gli altri: Sono tagliatelle millimetrate come fossero ritagli di metri da sarto. Ognuna di esse misura dieci centimetri e nella porzione ce ne sono venti. I numeri che le segnano vanno da uno a dieci, da undici a venti, da ventuno a trenta etc. fino ad arrivare a novantuno-cento e poi si ripetono una seconda volta. Dunque ogni pezzo possiede il suo doppione e se le mettessi in fila tutte insieme formerebbero una linea lunga esattamente due metri.”.
Leggo e rileggo queste righe, socchiudo gli occhi e volteggio nell’aria alla ricerca dell’origine di un’immagine tanto buffa quanto improbabile, penso a Stefano e ai suoi testi critici impegnati ora alle prese con una scrittura immaginifica e liberatoria, ah, come è sorprendente la vita!
Proseguo nella lettura e sorrido tra me e me divertita, balzello gioiosa tra il mondo reale e le numerose visioni oniriche che fanno breccia tra le parole, mi immergo nella trama e mi pregusto un bel piatto di tagliatelle millimetrate, leggerezza e gioia, fantasia e forza.
I racconti sono brevi e intensi e si congedano con uno strascico di nostalgia, prima di passare dall’uno all’altro è necessaria una pausa di assorbimento, le visioni faticano ad andarsene e a cedere il passo a un nuovo scenario, voglio assaporarle nella loro completezza, chiudo il libro, mi isolo nei miei pensieri e visualizzo le storie, ogni cosa al proprio posto, dapprima il piatto di tagliatelle nel mezzo, qualche pagina più avanti un castello imponente e minaccioso, e che dire di quella rete negli occhi, sbatto le ciglia più volte anch’io, ma non se ne vuole proprio andare, riprovo, invano, sarà come ci suggerisce La rete negli occhi:
“Non c’è dubbio, o meglio: non so come sia potuto succedere, ma mi è chiaro cosa è accaduto. I miei occhi si sono identificati con la rete! Mi prende un sentimento misto di euforia e di panico: a meno che questa non sia per me una situazione temporanea – un’ora, un giorno, una settimana … “
Ci prendo gusto e proseguo nella lettura divorando una pagina dopo l’altra, faccio un’Irruzione afro-italiana dove l’inverosimile si confonde con la tenerezza e commuove il cuore, una pausa e poi con un guizzo entro in un cinema e mi immedesimo nella Ragazza spugna, fino ad arrivare con rammarico all’ultima pagina, la numero 68, è tardi ormai, spengo la luce, imposto l’attenzione notturna sui miei sogni questa volta nella speranza di godere delle medesime intuizioni dell’autore.
Mi prefiggo di prestare attenzione ai particolari per poi farne buon uso nella vita quotidiana con quel tocco di azzardo che è il pepe della vita come ci fa ben capire Taccone e mi auguro che a questo primo libro ne segua presto un altro,
complimenti Stefano
un esordio letterario in grande stile!
Elisa Bollazzi
SCHEDA LIBRO
Sogniloqui. Racconti di Stefano Taccone
Pagine: 72 (Brossura)
Editore: Edizioni Iod (1 settembre 2018)
ISBN: 978-8899392482
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Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
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