Alla scoperta dell’esposizione Louis Kahn e Venezia che inaugura il nuovo Teatro dell’Architettura realizzato da Mario Botta. Fino al 20 gennaio 2019.
Il Teatro dell’Architettura di Mendrisio (Svizzera) ha alzato il sipario. Dopo la presentazione alla stampa e l’open doors di sabato 13 ottobre, è oramai ufficiale: l’Accademia di Architettura ha il suo Teatro e sarà un luogo di cultura aperto a tutti. Adatto ai propri studenti, in cerca di approfondimenti e scambi con altre scienze e discipline; adatto al pubblico, in cerca di nuovi stimoli e tendenze. E, dato il contesto, a inaugurare la stagione espositiva non poteva che essere un architetto, una figura chiave del Novecento: la scelta è caduta su Louis Kahn e Venezia, la città che l’affascinò sin dal primo incontro e per cui ideò, e purtroppo mai realizzò, il Palazzo dei Congressi e il Padiglione della Biennale.
In un certo senso, fino al 20 gennaio 2019 andare al Teatro dell’Architettura è un po’ come tornare in Laguna. Si scopre come l’architetto arrivò a Venezia, come fece ad innamorarsene e come nacque il suo progetto per un grande auditorio. È una storia che descrive un’epoca, che sprigiona il fascino che solo la Serenissima sa emanare e che vuole rendere omaggio a un luogo definito dallo stesso Kahn come “puro miracolo dell’umanità”.
Ma facciamo un passo indietro.
Chi era Louis Kahn?
Kahn, nacque in Estonia in una famiglia di origini ebraiche nel 1901. Nel 1906 si traferì a Philadelphia dove nel 1924 si laureò in architettura. Quattro anni più tardi intraprese il primo viaggio in Europa: dal Nord, in cerca delle proprie radici, si diresse poi verso sud sino ad approdare in Laguna. Fu amore a prima vista. Il giovane architetto scoprì che quella città unica al mondo, simbolo di storia e antichità, era altresì l’origine del moderno che andava cercando e che sarebbe stato fondamentale per la sua carriera.
Non può quindi stupire che negli anni ’60 Giuseppe Mezzariol avesse affidato a Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e proprio a Louis Kahn tre progetti con l’intento di togliere la coltre di polvere da Venezia per riportarla ad essere “punto culturale d’incontro tra gente di ogni parte del mondo”. Al primo fu assegnato un ospedale, al secondo una casa per studenti sul Canal Grande e a Kahn il palazzo dei congressi all’interno dei giardini della Biennale. Oggi sappiamo che l’opera è rimasta irrealizzata ma, grazie all’esposizione e i suoi plastici (e i video), essa prende forma e può essere ammirata come – forse – non era mai accaduto prima.
Louis Kahn, in campo internazionale, è considerato il padre dell’architettura moderna americana. Il suo successo non fu immediato, dovette attendere la maturità ma riuscì a lasciare il segno, con edifici anche monumentali – per esempio, il Salk Institute for Biologica Studies di La Jolla (San Diego).
La mostra Louis Kahn e Venezia
Per la prima volta al Teatro dell’Architettura sono stati riuniti i disegni che portarono al progetto definitivo, lettere e documenti privati, e alcune registrazioni audio, tra cui le lezioni tenute dall’architetto a Venezia. Non solo. Complici fotografie, elaborati, modelli e video-istallazioni il Palazzo dei Congressi prende volume e il visitatore può vederlo, quasi toccarlo con mano.
La mostra, infatti, ruota intorno al plastico della città (in cui è inserito l’edificio di Kahn) posizionato al centro del Teatro. Nelle tre gallerie, al pian terreno e ai due superiori, si sviluppa invece un percorso diviso in sette sezioni che esplora l’evoluzione del progetto. Nel dettaglio: ritorno in Europa, il primo viaggio di Kahn nel Vecchio Continente; Mazzariol e l’idea di Venezia – fu, appunto, il critico d’arte e politico veneziano ad volere un rinnovamento e a contattare i migliori architetti; Wright e Le Corbusier a Venezia – gli altri due maestri interpellati per grandi opere, anch’esse irrealizzate; La lezione di Kahn, 10 minuti di filmato d’epoca; Louis Kahn e Carlo Scarpa, un’amicizia nata dalla condivisione della XXXIV Biennale a cui entrambi parteciparono; il Progetto, scaturito dall’incontro a Philadelphia tra Mazzariol e Kahn; e, per concludere, i Disegni Originali.
Perché andare a Mendrisio: tre buoni motivi per conoscere Kahn e vedere il Teatro
Il tema di questa prima esposizione non è casuale. Vi è, infatti, un sottile fil rouge che lega Louis Kahn, Venezia e il Teatro dell’Università della Svizzera Italiana. Se si osserva l’edificio, la sua geometria ricorda le forme care a Kahn e non è una suggestione di chi guarda, il Maestro ha davvero influenzato il lavoro di Mario Botta, autore del Teatro. Botta si è laureato in Laguna e da studente ha avuto l’opportunità di collaborare con l’architetto americano proprio sul progetto che si più scoprire in questi mesi con una trasferta nel mendrisiotto.
I documenti esposti al Teatro provengono da ben diciotto prestatori, si tratta per lo più di inediti e tra i disegni (in arrivo da Philadelphia, Montréal e New York) sono presenti anche quelli dei colleghi Le Corbusier e Frank Lloyd Wright.
Sebbene Louis Kahn e Venezia possa apparire di primo acchito una mostra adatta solo agli addetti ai lavori e/o appassionati di architettura, non è del tutto così. Basta essere mediamente curiosi per cadere con facilità nella sua tela e, grazie al supporto delle spiegazioni fornite dalle guide, ritrovarsi immersi nella Venezia che poteva essere – ma che non c’è – sentendosi al fianco di un Maestro colpevolmente dimenticato, come ci viene ricordato in conferenza stampa.
Vissia Menza
INFORMAZIONI UTILI
LOUIS KAHN E VENEZIA
Il progetto per il Palazzo dei Congressi e il Padiglione della Biennale
12 ottobre 2018 – 20 gennaio 2019
Sede: Teatro dell’architettura, via Turconi n.25, Mendrisio (Svizzera)
Orari: mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 12.00-18.00; giovedì: 14.00-20.00
Chiusura: il lunedì e martedì
Biglietti: Ingresso intero: CHF 10.- / €.10. – (per riduzioni e accesso gratuito si rinvia alla biglietteria)
Contatti, mappe e news sul sito ufficiale: www.arc.usi.ch
Nota: curata da Elisabetta Barizza in collaborazione con Gabriele Neri, la rassegna è promossa dalla Fondazione Teatro dell’architettura di Mendrisio e dall’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana.
Si ringrazia l’ufficio stampa per il supporto
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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