Klimt & Schiele – Eros e Psiche: un nuovo emozionante film della grande arte al cinema

Un commento a Klimt e Schiele Eros e Psiche, il documentario di  Michele Mally, con la partecipazione straordinaria di Lorenzo Richelmy, al cinema solo il 22 – 23 – 24 ottobre 2018. 

la locandina del film Klimt e Schiele Eros e Psiche

Si dice che le vite precedenti influenzino il nostro presente. In base al mio concetto di bello, allora ho un’alta probabilità di aver vissuto a cavallo tra il ‘800 e ‘900. Mi sento a mio agio immersa nel Liberty, nell’Art Nouveau, nello Jugendstil e in tutte quelle ramificazioni del nuovo modo di concepire le arti figurative, le arti applicate e l’architettura, sviluppatosi a fine XIX° secolo. Dalle innovative forme degli ambienti e dei mobili, ai gioielli, gli abiti e la pittura, l’aria di rinnovamento in quell’epoca si respirava ovunque. Era nato il modernismo e riuscì ad espandersi da Nord a Sud a macchia d’olio, conquistando artisti, filosofi, artigiani, tutti. Che meraviglia! 

C’era voglia di cambiamento e in una città come Vienna, emblema di ricchezza, emancipazione e cultura, non potevano che ritrovarsi molte menti illuminate. Tra loro emersero Gustav Klimt ed Egon Schiele, due pittori diversi ma uniti da un’idea dirompente, quella di arte come specchio dell’anima. Un’anima che prova forti emozioni, inquieta e sofferente. E le loro opere si dimostrarono proprio così, riflettevano immagini tanto seducenti quanto dolorose di esseri umani imperfetti e irrazionali come loro, come noi. Quadri che formano l’ossatura del lungometraggio scritto da Arianna Marelli e diretto da Michele Mally dal titolo Klimt e Schiele Eros e Psiche tra poche ore in uscita. 

il backstage del film Klimt e Schiele Eros e Psiche: Vienna, Albertina. Mateusz Stolecki, direttore della fotografia
Photo: courtesy of Nexo Digital

Klimt e Schiele è il nuovo appuntamento con la Grande Arte al Cinema che per tre giorni (da oggi, 22 ottobre, sino a mercoledì 24 ottobre – l’elenco delle sale sul sito di Nexo Digital) ci porta nella capitale austriaca dell’epoca d’oro per dare un contributo alle celebrazioni dedicate agli artisti simbolo di quella Secessione viennese fondata proprio dall’affascinante e famosissimo Gustav Klimt

Prendendo spunto dalle numerose mostre che hanno omaggiato la ricorrenza, e noncurante delle campagne pruriginose che non accennano ad arrestarsi, il film ci porta indietro nel tempo in un periodo in cui vivere a Vienna significava bere il tè nel salotto di Berta Zuckerkandl; frequentare lo studio fotografico di Dora Kallmus, colei che riusciva a rendere bella qualunque donna; incontrare per strada il regista Fritz Lang; chiacchierare col filosofo Ludwig Wittgenstein, uno dei massimi pensatori del XX° secolo, e ascoltare Richard Strauss all’opera. Oltre a trascorre la notte ai balli (in maschera) sino alle prime luci dell’alba, ovviamente. La città era all’apice della sua bellezza, era evoluta, era viva e questo contesto era perfetto per concedere spazio ad eros e psiche

il backstage del film Klimt e Schiele Eros e Psiche: Milano, Gallerie d’Italia -Piazza Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo. Riprese con Lorenzo Richelmy
Photo: courtesy of Nexo Digital

L’eros presente nella pittura e la psiche analizzata da Sigmund Freud, che – di nuovo – è tanto evidente nei lavori di Klimt e Schiele (per quest’ultimo la pittura pareva essere la miglior forma di autoanalisi), sono il filo conduttore di un viaggio attraverso un universo vibrante che, seppure di breve durata, ha saputo lasciar il segno. Nel lungometraggio in sala, scopriamo tutto questo e di più grazie alle molte voci illustri che ci svelano aneddoti, curiosità e spiegano pagine di storia sfuggite magari alla nostra attenzione. Tra le tante spiccano, oltre al narratore Lorenzo Richelmyi brani letti da Lily Cole, gli aneddoti condivisi del pianista Rudolf Buchbinder e l’intervista al Nobel per la medicina e neuroscienziato Eric Kandel il quale, con dolcezza e ironia, ci illumina sui legami tra inconscio, mente e creatività. Temi potenzialmente oscuri che con lui diventano comprensibili e lievi. 

Il racconto è entusiasmante. Si abbracciano le varie arti, si va per musei e si parla di personaggi e argomenti dirompenti come gli scandali, i sogni e le ossessioni. Siamo così assorbiti da sentirci dall’altra parte e per novanta minuti illuderci di aver vissuto anche noi a Vienna tra il 1897 e il 1918. La sensazione è davvero bellissima. 

Vissia Menza

 

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