The Wife – vivere nell’ombra: l’incantevole protagonismo di Glenn Close

La recensione di The Wife – Vivere nell’ombra, il nuovo film di Björn Runge con Glenn Close e Jonathan Pryce dal 4 ottobre al cinema.

Locandina italiana del film The Wife

Dopo aver sfiorato per ben sei volte l’Oscar come migliore attrice (protagonista e non), Glenn Close torna magnificamente sul grande schermo con un ruolo degno di un’altra nomination. Quello dell’affascinante moglie di famiglia nell’ultima fatica di Björn RungeThe Wife – vivere nell’ombra. Joan è la perfetta moglie devota, una compagna amorevole, un’instacabile complice pronta ad assecondare in tutto e per tutto i capricci e il talento del proprio marito Joe. Joe (Jonathan Pryce), d’altra parte, è uno scrittore di successo, un padre carismatico, ma soprattutto è quel tipico grande uomo che nulla sarebbe senza una grande donna al suo fianco. Fra i due l’ombra di un segreto inconfessabile e un sodalizio professionale, lungo quarant’anni, ormai sull’orlo del collasso.

Teatro di questo triste e complesso gioco delle parti è la Stoccolma dei premi Nobel. Una Stoccolma dove buffe tradizioni locali fanno il paio con violenti contrasti fra i protagonisti. La tentazione di cedere alle lusinghe di un ambizioso biografista (Christian Slater), il desiderio di concedersi alle attenzioni di una giovane fotografa, l’insofferenza per i problemi del figlio minore… Joe Castleman dovrebbe trionfare col suo premio Nobel alla Letteratura mentre intorno a lui imperversa la peggiore delle tempeste. E al centro della tempesta lei, l’amabile moglie, pronta a recidere con un colpo netto quarantanni di sacrifici e rinunce.

Ribellandosi a un ruolo che la vorrebbe rilegata dietro le quinte, fra le umili mogli che vivono nell’ombra dei mariti vincitori, Joan finirà per rivestire tutt’altro che un ruolo di secondo piano. La sua grazia, la sua sagacia, il suo fascino mai scalfito dal tempo saranno il perfetto trampolino di lancio per una sceneggiatura altrimenti lontana dal decollo. E con colpo di coda finale, purtroppo, prevedibilmente in linea con gli standard del drammone romantico.

Glenn Close e Jonathan Pryce in una scena del film The Wife – Photo courtesy of Videa

Adattato dall’omonino romanzo di Meg Wolitzer, The Wife – vivere nell’ombra è un viaggio tra le vie del compromesso, dell’indulgenza, della complicità. È uno «swing» tra le suggestioni della sceneggiatrice Jane Anderson e l’energia sprigionata dagli incredibili componenti del cast, Glenn Close sopra tutti:

«Per me questo film è come la musica; il modo in cui Glenn Close e Jonathan Pryce recitano mi fa pensare a due strumenti solisti che suonano insieme. Durante il montaggio è stato impossibile per me separare la storia dalla loro interpretazione, avevano la capacità di incorporporare la sceneggiatura nella loro recitazione in un modo profondamente affascinante. […] Si tratta di trovare la musica della sceneggiatura, di lasciarla oscillare. Nella migliore delle ipotesi il pubblico condividerà lo “swing” durante i momenti salienti del film».

E il pubblico riesce infatti a godere dell’alchimia fra le parti fino al punto di perdonare qualche nota stonata. Come l’esile corrispondenza fra il vecchio e il giovane Joe Castleman (Harry Lloyd). O la quasi completa stereotipizzazione del figlio minore (Max Irons) – di fatto assente nel romanzo. Runge decide di giocare in casa con schemi narrativi collaudati e un cast di grande levatura. Il risultato è una tenera indagine sui rapporti di mezz’età e circa 100 minuti d’intrattenimento. Per tutti i fan della vecchia Crudelia de Mon dal 4 ottobre al cinema!

Alessandra del Forno

 

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