Recensione del film Girl, il debutto cinematografico di Lukas Dhont con Victor Polster, dal 27 settembre al cinema.

locandina GIRL

Locandina italiana del film Girl

Un regista esordiente, una tematica controversa e un attore protagonista classe 2002. Quella di Girl, alle soglie della 71ma edizione del Festival di Cannes, era una scommessa più che azzardata. Eppure, Lukas Dhont riesce a vincerla a mani basse. Girl è un film sorprendente e rivelatore, capace di trattare uno dei temi più delicati di sempre – quello dell’identità di genere – con una raffinatezza e una spontaneità senza pari. Si fatica quasi a credere di trovarsi di fronte un doppio esordio: quello di Lukas Dhont al lungometraggio e quello di Victor Polster alla recitazione. La sinergia fra i due non ha solo incantato Cannes, portandosi a casa niente meno che i premi come Caméra d’Or e Un Certain Regard per il miglior attore, ma ha dato corpo a un vero e proprio piccolo capolavoro dell’arte belga, scelto per rappresentarne il paese nella corsa agli Oscar 2019.

Come già Tomboy, anche quella di Lara è una storia di formazione, di scoperta e di prigionia. La prigionia di Lara è fatta di scotch, di cure ormonali, di mezze-punte squassate. E di un’ambizione feroce capace di divorarsi quanto di più intimo una ballerina di 15 anni può desiderare. Dhont riesce a restituirci tutto questo con una regia estremamente matura, discreta, a tratti spietata, capace di schivare con maestria ogni qualsivoglia trappola dello storytelling LGBT. Volteggiando ora fra le pareti di una scuola di danza, ora soffermandosi sullo specchio di una cameretta, la macchina da presa di Dhont finisce per condurre anche noi in quella discesa agli inferi di cui Lara stessa è sia vittima che carnefice.

Victor Polster in una scena del film Girl - Photo: courtesy of Teodora Film

Victor Polster in una scena del film Girl – Photo: courtesy of Teodora Film

Girl non è solo un film sul gender, è un film su quello che significa affrontare la pubertà oggi. Tanto tra le mura di casa quanto fra gli spazi istituzionali. Le cure invadenti di un padre (il bravissimo Arieh Worthalter), la lunga mano della medicina, le indiscrezioni della società contemporanea… Girl riesce a dipingere tutto questo con un’estrema autenticità di fondo. E senza trascurare gli angoli più spigolosi e bui dell’adolescenza: le domande fuori luogo di un professore, il bullismo di una compagna di danza, le prime goffe pulsioni erotiche, il coraggio di esprimersi liberamente attraverso una forma d’arte. Lo sguardo luminoso di Lara accoglie tutti questi fantasmi e li comprime dentro di sè, fino a un punto (apparentemente) di non ritorno. Questo fa di Girl un piccolo capolavoro d’empatia, soprattutto da parte del regista, che così commenta la scelta del soggetto:

«É così che è iniziato Girl, dal bisogno di dire qualcosa su come percepiamo il genere, sulla femminilità e la mascolinità. Ma soprattutto sulla lotta interiore di una giovane eroina che mette a rischio il proprio corpo per diventare la persona che vuole essere. Qualcuno che sceglie di essere sé stesso all’età di 15 anni, quando a molte persone occorre una vita intera».

Il coraggio, la determinazione e l’impazienza di Lara sono la vera colonna dorsale di un film meritevole di essere recuperato nelle sale al più presto. Un film che fa arrivare ai titoli di coda con l’istinto di applaudire e di scoprire cosa si nasconde dietro gli altri corti del regista. Dhont si presenta sulla scena internazionale come una piccola rivelazione belga, un giovane cineasta già molto maturo ed efficace nonstante i 27 anni d’età. Uno di quei registi da tenere sotto controllo, perchè se solo con l’esordio ci regala una gemma di riflessioni, chissà cosa potrà riservarci per il futuro. Dal 27 settembre nelle sale!

Alessandra Del Forno 

GIRL - Trailer Italiano Ufficiale HD