Recensione del libro Nevicava Sangue di Eraldo Baldini, tra le letture consigliate di questo mese.

Non avevo mai letto un romanzo di Eraldo Baldini. Ma sono in terra di Romagna, vicino a Ravenna e alla libreria di viale Alberti chiedo di questo autore nativo del territorio. Ne ho sentito parlare da una amica: scrive benissimo Baldini, mi dice.

La copertina del libro Nevicava sangue

La copertina del libro Nevicava sangue

Compro Nevica sangue (Einaudi, Stile Libero); è un libro del 2013 e non è neanche “il libro che l’ha consacrato” cioè Gotico rurale, come vedo nella sua biografia.

Lo leggo tutto d’un fiato, in una giornata: 249 pagine divorate e ben gustate, come un piatto di cappelletti al ragù o di una piadina con lo squacquerone, tanto per stare in terra di Romagna.

Eraldo Baldini racconta di Francesco, un contadino vedovo con una bambina piccola e la madre anziana che lavora nei campi, al servizio del padrone Morri, proprietario di terre e pascoli a Ravenna, un uomo crudo e severo, avido di ricchezza e senza scrupoli.

Nelle prime pagine si legge la fatica del lavoro, la sottomissione e il desiderio di una via di fuga che sembra un’utopia. Quel poco di libertà Francesco la percepisce cavalcando: custodire le mandrie, ritirare i cavalli sono per lui le mansioni predilette. Ma niente è dato per certo quando si è al servizio di un uomo come Morri: Francesco viene punito per dei cavalli rubati da un gruppo di fuorilegge e costretto a lavorare nei campi, poi quando arriva la chiamata per la leva obbligatoria, il padrone lo obbliga ad arruolarsi.

E’ un ricatto: partire al posto del figlio di Morri.

Francesco non vuole, non può, lui che era stato esonerato in quanto vedovo e con una bambina di sei anni, non può partire per la Campagna di Russia al servizio di Napoleone, non può partire con l’angoscia nel cuore, non può partire senza sapere di tornare.

Eppure non può rifiutare Francesco: il padrone gli toglierebbe la casa e con una figlia e la madre anziana non saprebbe più dove andare, come sfamarle.

Terra bruciata intorno.

La stessa che nel 1812 si ritrova una volta in marcia verso Mosca. I cosacchi bruciano i villaggi e non lasciano cibo.

Inizia la discesa in quell’inferno di ghiaccio e disperazione che è la guerra voluta da Napoleone per conquistare la Russia.

Francesco però non è solo. C’è Berto, un cavallo della sua divisione. Berto è la sua àncora di salvezza, il suo gancio con la vita che ha lasciato, la sua speranza per tornare a casa vivo e ricominciare.

Seppure immersa in un clima crudo, di orrore e morte, leggo di speranza, del senso vero della vita, di valori umani che Francesco non perde mai, neanche davanti alla fame e alla disperazione più nera.

Quando arrivo alle ultime pagine, però, desidero che Francesco abbia la sua pace: se l’è meritata!

E nella lotta con il padrone Morri parteggio per Francesco. Il padrone non molla ed è spietato; mi lascia con il fiato sospeso, sono smarrita e attonita anch’io.

E poi, finalmente, mi gusto la fine dell’ingiustizia, come un piatto di bruciatini all’aceto balsamico o di un fritto al cartoccio!

Sarah Pellizzari Rabolini

SCHEDA LIBRO 
Nevicava Sangue di Eraldo Baldini

Copertina flessibile: 249 pagine
Editore: Einaudi (29 ottobre 2013)
Collana: Einaudi. Stile libero big.

Il romanzo è disponibile anche su Amazon.it

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