SLENDER MAN: io non sono leggenda

La recensione in anteprima del film Slender Man, l’horror di Sylvain White al cinema dal 6 settembre 2018.

La locandina italiana del film Slender Man

Qualche mese fa, mentre ero alle prese con il pessimo The Midnight Man, avevo implorato l’universo horror di piantarla con la rassegna di film ispirati ai “creepypasta”, i racconti virali che nascono e si diffondono online col solo fine di inquietare i teenager americani durante i loro pigiama parties.
Un appello non accolto, anzi, calpestato a tempo di record da un nuovo -Man che infesta lo schermo. Stavolta, direttamente quello grande del cinema, e non si tratta di uno spauracchio qualunque: Slender Man è infatti, per così dire, il progenitore di tutti i creepypasta, il più antico, famoso e famigerato protagonista delle storielle web, al punto da meritarsi un inquietante giochino dedicato (facilmente googlabile e scaricabile) e una moltitudine di presunti avvistamenti nel corso dei decenni.

Slender Man, lungometraggio diretto dal regista “seriale” Sylvain White, è previdente e pensa anche a chi dell’uomo esile conosce poco: il film apre infatti col festival degli spiegoni, che creano tutti i presupposti per non scherzare con miti e leggende, nonché stare alla larga da strani video e dai boschi del Massachusetts.
Ma i protagonisti dei film horror, si sa, sono esperti di scelte avventate, soprattutto se adolescenti e annoiati. Così Wren, Hallie, Chloe e Katie testano la veridicità della storia di slender man, alto, magro e con un volto senza connotati, perennemente affamato di ragazzini.

E la certificano.

una scena del film Slender Man – Photo: courtesy of Warner Bros. Entertainment Italia

L’allampanato divoratore di prole ha ispirato molti film di paura negli ultimi anni, accomunati da poco budget e ancor meno idee, e Slender Man non fa eccezione.
Il film di White è brutto, ma non quel brutto che intriga alla Adam Driver. E’ prototipicamente brutto.
Il fatto che fissi il suo target sul giovane pubblico non è un’attenuante, del resto anche Ammazzavampiri o Final Destination lo erano, ma con cervello e fantasia; Slender Man non ha nulla di tutto questo, solo l’inoffensiva e limitante prospettiva di dover edulcorare (o azzerare?) tensione e brutalità, di incarnare l’ossimoro di qualcosa che vuol fare spavento ma non può fare paura.

E allora avanti tutta con la CGI in saldo, inopportuni effetti registici da videoclip techno e una panoramica distratta sulla leggenda mortale, che è più tentacolare nei buchi di storia che nella minaccia fisica.
Mentre microscopiche scream queens (Joey King de L’Evocazione, Annalise Basso di Oculus) battono piste alla The Ring per risolvere il rebus, e noi troviamo nuovi rimedi per l’insonnia, resta poco; forse plumbee atmosfere del paesino americano dimenticato da Dio, in cui come una volta i piccoli devono fare a meno dei grandi per combattere i propri mostri sotto al letto.

Tradotto: si salvi chi può.

Dal 9 gennaio 2019 Slender Man e i suoi lunghi arti scheletrici vi aspettano in DVD e Bluray, aggiungendo alla pellicola un solo contributo extra, il Dietro Le Quinte del film della durata di circa dieci minuti.
“Summoning Slender Man” è il racconto delle atmosfere contagiose del set di Slender Man, attraverso le parole delle quattro giovani protagoniste e del regista Sylvain White.

Luca Zanovello

 

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