Recensione del libro La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo, tra le letture consigliate di questa fine estate 2018.
Se nel 2010 vi foste persi l’uscita di questa piccola gemma della letteratura israeliana, ecco che è arrivato il momento di recuperare! La simmetria dei desideri, secondo romanzo di Eshkol Nevo, è infatti uno dei libri più belli che possa capitare di portarsi in valigia. Della generazione di poco successiva a quella di Amos Oz e David Grossman, Eshkol Nevo non solo mantiene intatta la stessa profondità di pensiero dei sui colleghi, ma lo fa con una leggerezza e genuinità senza pari. Così, dopo un’immersione lunga più di 300 pagine nella Tel Aviv (e Haifa) di Churchill, Ofir, Amichai e Yuval, arriviamo all’ultima pagina tristi, confusi. Con quell’inenarrabile senso di vuoto che prende allo stomaco ogni qualvolta si è costretti a salutare dei personaggi tanto amati.
Di cosa parla questo libro? Parla della vita. Della vita di quattro amici che, tra i fantasmi delle Intifada, dei tradimenti, dei lutti, finiscono sempre per soccorrersi e canzonarsi come fratelli. Proprio come avviene con i grandi eventi della Storia – che però rimane sempre e solo sullo sfondo – anche le modeste vite dei nostri protagonisti finiscono per trasformarsi, scomponendosi e ricomponendosi in una miriade di nuovi tasselli che sembrano tutti richiamare l’equilibrio di un «giardino Bahà’ì». Come nel recentissimo Tre piani (2017), dove ogni piano si fa metafora di un livello freudiano dell’inconscio, anche ne La simmetria dei desideri questo equilibrio è idealmente riconducibile a una sottile rilfessione metaforica. Ogni personaggio, che si animato – come Ofir – da un’ineffabile senso di leggerezza o – come Churchill – da una devastante energia vitale, sembra metaforicamente rifarsi alle virtù dei quattro elementi naturali. E potrebbe forse essere diversamente data la formazione filosofico-psicologica del loro autore?
E poi, insomma, bisogna ammettere la verità: l’epoca d’oro della compagnia è finita. Per quattordici anni il nostro quartetto ha rappresentato il mondo intero. Terra, fuoco, acqua e vento (e se poi ci aggiungiamo Shachar Cohen, possiamo dire di aver avuto anche l’etere, il quinto elemento, quello celeste, sfuggente, di cui parla Aristotele). Ma ora basta. Gli amici vanno e vengono, sono le donne che restano. E poi forse Yaara ha ragione, il mondo è cambiato, non c’è più posto per un’amicizia come la nostra, un’amicizia da Haifa. Forse davvero tutto intorno a noi è diventato impaziente, incapace di ascoltare e mostruosamente opportunista, persino i Camaleonti questa settimana hanno annunciato che si sciolgono, d’ora in poi ognuno dei membri del gruppo si dedicherà a «progetti personali in cui è attualmente impegnato»; la stessa cosa sta accadendo a noi, e se ancora non è successa, succederà fra poco.
Insomma, a qualsiasi livello se ne approcci la lettura, questo piccolo capolavoro di Eshkol Nevo non ammette delusioni. C’è amicizia, c’è affetto, c’è amore. C’è filosofia. C’è molto calcio. Eppure, in un libro quasi tutto al maschile, anche noi lettrici donne troviamo di che non annoiarsi. Anzi. C’è quasi da rimanere stupiti di fronte a tanta bellezza e tanta autenticità di narrazione. Con un abile meccanismo narrativo a due voci e più di un fluido movimento temporale, La simmetria dei desideri è assolutamente un libro da leggere almeno una volta nella vita. Soprattutto se, proprio come il protagonista, anche voi vi sentite impantanati in quell’oscuro periodo di vita denominato «gli anni di gesso» per cui ogni storico amico di vostra conoscenza si è rapidamente trasformato in un mostro a tre teste capace solo di parlare di «asili nido e salviette umidificate»! Lasciate che il simpatico e a tratti disperato humor anglosassone di Yuval Fried vi accompagni nella fine di questa estate.
Alessandra Del Forno
SCHEDA LIBRO
La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo
Copertina rigida: 351 pagine
Editore: BEAT (26 novembre 2015)
Collana: BEAT. Bestseller
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Amante del cinema documentario e di tutto ciò che riesca a sublimare in immagini la poeticità del quotidiano, Alessandra è una giovane laureata che vede in Wenders, Tarkovskij (e Aldo, Giovanni e Giacomo) la strada verso la felicità. La potete trovare ogni due lunedì del mese tra i cinefili del LatoB e tutte le altre sere tra gli studenti di documentario della Luchino Visconti a Milano.