Un commento a Le sorelle Donguri, l’ultimissimo romanzo di Banana Yoshimoto tra le letture consigliate di questa estate 2018.
Banana Yoshimoto è un’affermata scrittrice giapponese, prolifica e precoce, nel 1988 a soli 24 anni scrive Kitchen, tradotto in venti lingue e pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 1991
un debutto clamoroso per la gioia di tutti noi lettori
negli anni ci ha trasmesso il fascino della cultura nipponica, adora l’Italia e siamo il suo pubblico preferito, ricambiamo la sua devozione con rispetto e fedeltà affascinati come siamo da quello sguardo delicato sul Giappone di cui grazie a lei impariamo ogni volta qualcosa di più
ogni suo libro è un regalo
Banana affronta sempre, e con estrema semplicità, le tematiche più profonde dell’essere umano in particolare dei giovani, la solitudine, la morte, la nostalgia, l’amore, l’amicizia, la speranza, …
Le sorelle Donguri è il suo ultimo romanzo, uscito in Italia lo scorso 28 giugno, edito da Feltrinelli, protagonista assoluto come sempre l’ambiente familiare
Guriko e Donko sono due sorelle segnate da un destino crudele, perdono entrambi i genitori in un grave incidente rimanendo orfane da bambine, Guriko è introversa e taciturna, Donko solare e indipendente, ormai adulte rimangono sole e riversano l’innata predisposizione ad aiutare il prossimo nella loro nuova attività, il sito di posta del cuore denominato Le sorelle Donguri, ricco di scambi epistolari sereni nonostante la drammaticità delle tematiche
un giorno Guriko, colpita dalla lettera di una donna rattristata dalla morte del marito, per un tortuoso sentiero della psiche ripensa al suo unico amore, Mugi, un compagno di scuola di cui non sa più nulla e di cui ora vuole sapere tutto, insieme a lei ci sorprendiamo del risultato sbalorditivo delle ricerche ricco di colpi di scena e coincidenze, con gli occhi sgranati sobbalziamo e insieme a lei ci infiliamo in una dimensione altra dove percepiamo l’immensità dell’universo intrecciata alla quotidianità, siamo al limite della chiaroveggenza
“Proprio così: non era solo internet, anche il mondo reale era tutto collegato, era un tutt’uno”
Banana solleva quel velo di delicatezza che ricopre la trama di tutti i suoi romanzi, ci prende sottobraccio e in punta di piedi ci immerge negli eventi con il suo solito sguardo innocente in un tempo onirico dai tratti fiabeschi tempestato di ricordi e nostalgie che ci fa aleggiare a mezz’aria e ci conduce al mare, in città, in campagna, in Corea, tra un picnic e una visita a un museo, tra profumi di brodo di pollo e paesaggi marini
e noi lì a braccia aperte e con il cuore in mano ci lasciamo trasportare in un fantastico viaggio nel presente e nel passato, nella realtà e nei sogni fino a confonderne i piani
“L’incontro con sua madre non aveva smesso di sembrarmi sospeso tra sogno e realtà. Il cielo azzurro, lo sguardo vuoto di quella signora dall’aria triste, il rosso delle gerbere. Era come se quel momento e quel luogo avessero viaggiato tra una dimensione e l’altra per uscire dal sogno e manifestarsi nella realtà.”
stregata dalla soavità della sua scrittura cui non mi assuefarò mai, leggo il romanzo tutto d’un fiato in magica simbiosi con i vari personaggi della storia, spesso sussulto, a volte mi intenerisco, d’un tratto mi commuovo, mi aggrego a Dongo per un salto al supermercato o al banco di un pescivendolo al mercato, la accompagno all’aeroporto di Haneda o passeggio con lei sul bagnasciuga di Zushi
mi sento parte della famiglia ormai
terminato il romanzo sono una persona nuova arricchita nell’anima e nello spirito, ma già in preda a una nostalgia profonda, mi guardo intorno spaesata, rifletto, riprendo fiato e decido di ributtarmi a capofitto in questo capolavoro di intenti e di stile per assaporarne ogni sfumatura e sviscerarne i minimi dettagli, leggo e rileggo, entro ed esco dall’irreale dove ritrovo me stessa con le mie debolezze, tiro le fila di seta preziosa e le percezioni divengono realtà
è proprio così, tutto è collegato e si può veramente ottenere qualsiasi informazione in questo mondo immenso dove la speranza non è mai l’ultima a morire
Elisa Bollazzi
SCHEDA LIBRO
Le sorelle Donguri di Banana Yoshimoto
Copertina flessibile: 112 pagine
Editore: Feltrinelli (28 giugno 2018)
Collana: I narratori
Le sorelle Donguri è disponibile anche su Amazon.it
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Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection
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