LA TRUFFA DEL SECOLO Tradimenti, omicidi e colpi di scena

La recensione del film La Truffa del Secolo di Olivier Marchal, il thriller con Benoît Magimel e Gérard Depardieu tratto da una storia vera, al cinema dal 28 giugno 2018. 

Il poster italiano del film La Truffa del Secolo

Antoine Roca (Benoît Magimel) è un imprenditore a capo di una ditta di trasporti fondata da suo padre trent’anni prima. Quando la sua azienda rischia la chiusura, i già tesi rapporti con moglie e suocero (Gérard Depardieu) che lo reputano un fallito, si inaspriscono a tal punto che la moglie lo lascia e il suocero, che non perde occasione per umiliarlo, avanza pretese di patria potestà su Tom, il bambino di Antoine.

L’uomo sembra aver perso tutto, quando, da una banale chiacchierata col commercialista, nasce un’idea brillante quanto pericolosa: organizza una vera e propria frode allo Stato sfruttando le leggi sull’emissione di ossido di carbonio. Coinvolge lo stesso commercialista e due fratelli scapestrati con cui è solito giocare a poker.

La truffa porta immediatamente i suoi frutti. Il gruppo si arricchisce velocemente: sfoggia begli abiti, guida automobili di lusso, si accompagna a donne bellissime (Antoine trova una nuova compagna nella fotomodella Noa interpretata da Laura Smet). Riesce anche a fondare una società di trading, attirando però troppe attenzioni da parte del suocero di Antoine, della polizia e di Kamel Dafri, uno strozzino estremamente violento. Ecco allora che il protagonista viene totalmente inglobato in una discesa agli inferi che non risparmierà nessuno.

una scena del film La Truffa del Secolo – Photo courtesy of Movies Inspired

Il regista, Olivier Marchal, sembra voler strizzare l’occhio agli action movie d’oltreoceano. Intento chiaro soprattutto nella fase in cui i quattro pongono le basi per la truffa: i travestimenti, i viaggi di ‘lavoro’, le serate passate al computer e al telefono da veri broker. Il montaggio di queste scene è serrato e costruito sul ritmo di un accattivante rap. È, invece, prettamente francese lo sguardo intimista con cui la macchina da presa segue, quasi accarezzandolo, il protagonista.

Antoine non ci viene mai presentato come un eroe, un furbo, uno scaltro. Ha, dall’inizio alla fine, lo stesso sguardo triste e al contempo spaventato di chi non ha nessuna intenzione di apparire un perdente – agli occhi di moglie e suocero, ma soprattutto di madre e figlio – ed è consapevole che prima o poi succederà qualcosa di tremendo ed ineluttabile a porre la parola fin a questa fortunata, ma illegale, parabola.

una scena del film La Truffa del Secolo – Photo courtesy of Movies Inspired

L’atmosfera è inevitabilmente cupa. Le luci sono spesso fredde, sia in esterni (un inverno parigino) sia negli interni (un nightclub). Gli avvenimenti chiave accadono sempre di notte a sottolinearne la sensualità e allo stesso tempo la pericolosità. Sensuale quanto pericoloso è il modo facile e sbrigativo in cui Roca fa i soldi. Seducente è Noa (ottima la scelta di escludere i dialoghi dal loro primo incontro proprio a darci l’idea del colpo di fulmine, dell’attrazione che scoppia immediata fra i due) donna bellissima quanto fragile, continuamente in pericolo, presa di mira dall’ex moglie di lui e dallo strozzino.

La vera femme fatale è quindi Dolly (Dani), la madre dei due fratelli in società con Antoine. Una figura avvolta dal mistero, che ha conoscenze in polizia quanto nella mafia cinese, una donna il cui ruolo nel gruppo di Antoine Roca & co. è fondamentale – e da non svelare.

La Truffa del Secolo è ben scritto e ben girato: tiene lo spettatore a debita distanza dai suoi protagonisti coi quali non può esserci empatia: anche se comprendiamo il sentimento di rivalsa che anima Antoine, non riusciamo a giustificarlo.
Ma è la natura stessa del film, che può definirsi un noir, un thriller, un poliziesco dove la polizia è marginale e corrotta, a coinvolgere lo spettatore. L’angoscia cresce come cresce la spirale di violenza che inghiotte il protagonista, e, con un colpo di scena dietro l’altro, mantiene alta l’attenzione del pubblico fino all’inaspettato epilogo.

Violetta Biagiotti

 

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