Un commento al libro Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino, tra le letture consigliate di questa estate 2018.
mi sovviene così all’improvviso la frase Libri Letti Tanto Tempo Fa Che Sarebbe Ora Di Rileggerli, la vedo stampata nero su bianco, scorro velocemente gli archivi della memoria e immediatamente le do la sua giusta collocazione, ecco, la ritrovo nelle prime pagine di Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino
il ricordo è ancora vivido, era il 1979, dopo 6 anni di silenzio Calvino pubblica questo capolavoro sul piacere di leggere romanzi, così amava definirlo, eravamo tutti più giovani senza tablet e computer a distrarci, le pagine divorate con cupidigia fin dal primo capitolo, un invito goliardico alla lettura miscelato a un’insolita complicità con il Lettore investito del ruolo di protagonista, identificato con il “tu”, l’autore quasi in secondo piano
che onore e onere
ne sarò all’altezza, mi domando ora come allora pensierosa
l’abbiamo tutti letto e riletto più volte nel tempo, increduli e ammaliati, al cospetto di una scrittura d’avanguardia frutto di sei anni spesi bene a Parigi alle prese con lo strutturalismo, le teorie semiotiche di Roland Barthes e in compagnia dei grandi esponenti dell’Oulipo, Ouvroir de littérature potentielle (Opificio di letteratura potenziale), Raymond Queneau, François Le Lionnais, George Perec, e molti altri, ah, come si sente il loro zampino, chissà che fermento in quegli anni
è festa grande per menti e cuori
ogni volta la sorpresa è la stessa e lo stupore sconfinato per una storia dall’impianto inimmaginabile, avventure e disavventure si susseguono intrecciate a colpi di scena e coincidenze, raffinatezze letterarie e trovate inusuali, mi inchino a tale genialità, chapeau Calvino
il protagonista sei “tu”, il Lettore per l’appunto, acquisti il nuovo libro di Calvino Se una notte d’inverno un viaggiatore, inizi a leggerlo, sei nel vivo della storia ma a pagina 32 ti ritrovi ancora a pagina 17, immaginando si tratti di un errore tipografico torni in libreria per sostituire il volume e incontri Ludmilla, una lettrice con il tuo stesso identico problema, chissà mai ne nasca un amore tra voi due, vi viene consegnato un altro romanzo dalla trama completamente diversa che di nuovo si interrompe nei momenti di maggiore suspense, e così via per dieci volte per dieci meravigliosi viaggi inconclusi, tra generi letterari disparati e arguzie d’ogni tipo
[…] Ho dovuto scrivere l’inizio di dieci romanzi d’autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro […] più che d’identificarmi con l’autore di ognuno dei dieci romanzi, ho cercato d’identificarmi col lettore: rappresentare il piacere della lettura d’un dato genere, più che il testo vero e proprio. […] Ma soprattutto ho cercato di dare evidenza al fatto che ogni libro nasce in presenza d’altri libri, in rapporto e confronto ad altri libri.”
ci dice Calvino stesso e noi lo ringraziamo per il chiarimento
ebbene sì, anche quest’anno è giunto nuovamente il tempo di rileggerlo questo classico che ci porta più lontano di una vacanza in Polinesia sfondando i confini dell’immaginazione e sfiorando quei tasti inaccessibili delle nostre menti, prendo il libro tra le mani, mi siedo comoda in terrazza e mi getto a capofitto nelle pagine tra le maglie dell’attesa di ciò che sta per accadere, scopro nuove sfumature e ripercorro, come se non l’avessi mai fatto prima, quei sentieri tracciati con così tanta maestria
con un cambio di scena balzello da una stazione ferroviaria a un’immensa cucina a Kudgiwa, leggo nomi esotici di pietanze dai profumi insoliti, che acquolina in bocca, ma eccoci inaspettatamente a Petkwo tra i misteriosi cimmeri, mi avvicino a una donna che siede tutta sola di fronte al mare a disegnare, le prendo la mano e disegno insieme a lei quando inaspettatamente la trama si interrompe lasciandoci basiti, lo scenario muta e mi ritrovo circondata da studiosi, sento il nome Lotario, ne sento altri, di che nazionalità siano non è dato sapersi, mi unisco a loro volentieri, c’è sempre da imparare nei gruppi di studio
di lì a breve la storia ha termine e un episodio da brividi prende il suo posto, al suolo un corpo in un sacco di cui sbarazzarsi, ah, quanti sotterfugi, seguo i personaggi a passo felpato, un gran da fare per i sensi, specialmente per le orecchie, si fissano su uno squillo del telefono che tanto infastidisce un professore universitario, mi pare di udirlo ovunque quel suono, un tormento
cerco una pausa e mi soffermo sulla scrittura, leggo e rileggo insaziabile alcuni stralci rapita da tanta bellezza finché mi sorprende un’inspiegabile stanchezza mentale, così ne approfitto per fare una lunga cavalcata lungo il fiume e una sosta in quel bellissimo chalet sul versante della valle, lontano dalla canicola in ottima compagnia di alcuni protagonisti della storia
ah che spasso tra le pagine di Se una notte d’inverno un viaggiatore, una vacanza all inclusive sulla mia terrazza in questo straordinario inizio d’estate
Elisa Bollazzi
SCHEDA LIBRO
Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino
Copertina flessibile: 322 pagine
Editore: Mondadori; 4 edizione (2 agosto 2016)
Collana: Oscar moderni
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Artista e scrittrice si diletta a trasformare in un flusso di parole la sua vita itinerante da una galleria a un museo da una sala cinematografica a un teatro da un incontro con l’autore a una biennale.
Inizia a scrivere a sei anni sotto l’amorevole guida dell’adorata maestra Luigia. Dapprima le vocali: 40 a 40 e 40 i 40 o 40 u in seguito le consonanti, 40 per ognuna e quindi tutte in fila. Di lì a poco vocali e consonanti abbracciate in mille modi all’apparenza indecifrabili: ab ac al am an ao ar as at au av az Ba bo bu Ca cc ci cr cu Da du Aa dd nn pp ss vv zz, inspiegabili suoni che d’un tratto trovano un senso e come d’incanto si trasformano in parole e pensieri. Elisa sa guardare, ascoltare, pensare e ora anche scrivere: il gioco é fatto!
Dal 1990 si dedica con devozione al suo Museo Microcollection