Alla scoperta di FEDERICO SENECA (1891 – 1976) Segno e forma nella pubblicità, la mostra al Museo Nazionale della Collezione Salce sino al 2 settembre 2018.

federico seneca manifesto cacao perugina

Federico Seneca, manifesto per réclame “Cacao Perugina”, 1929 – Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso

Ci sono vizi che una volta acquisiti da bambini rimarranno con noi anche da grandi. Da piccola ero magrolina e mia nonna soleva darmi qualche cioccolatino di nascosto dalle altre nipotine (e dai miei genitori!). Sono sempre stata una fan sfegatata delle nocciole, non c’è nulla da fare, il Bacio Perugina era il mio preferito. E quel segreto che ci univa me lo son portata sino all’età adulta. Ancora oggi, nella mia borsa un Bacio non manca mai, e la lettura del suo bigliettino è qualcosa di prezioso e irrinunciabile.

In pochi però sappiamo (o rammentiamo) la storia del nome, dell’impasto e soprattutto del design del cioccolatino più romantico dell’industria dolciaria tricolore. A porvi rimedio ci pensa questa primavera/ estate il nuovo Museo Nazionale della Collezione Salce di Treviso che, sino al 2 settembre 2018, dedica una monografica a Federico Seneca, il “papà” dei Baci Perugina.

Dal Cazzotto al Bacio 

Tutto partì da un cazzotto. Ebbene si, nel 1922, nell’ottica di ottimizzare i costi, Luisa Spagnoli decise d’impastare i residui di nocciola delle altre produzioni, di inserirci nel centro una nocciola intera e di ricoprirli col suo famoso cioccolato, trasformandoli in dolcetti a forma di nocche: ecco il cazzotto più gustoso che si ricordi. A questo punto un altro nome importante, il signor Giovanni Buitoni, fece notare quanto “non stesse bene” entrare in un negozio e chiedere alla gentile signorina dietro il bancone di “darci un cazzotto”. Ecco che lo trasformò in un Bacio.

Federico Seneca, manifesto Baci Perugina

Federico Seneca, manifesto pubblicitario, “Baci Perugina”, 1922 – Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso

Ma il tocco finale arrivò dall’art director dell’azienda, Federico Seneca, il quale decise d’inserire un messaggio d’amore all’interno dell’involucro. E quest’ultimo doveva essere una scintillante carta argentata con scritte blu su cui erano raffigurati due innamorati che si baciavano. Era il 1924, quasi cento anni fa, e il Bacio Perugina, come lo conosciamo noi, era appena nato.

La retrospettiva su Federico Seneca 

La ricca mostra allestita al Museo Nazionale ripercorre l’intera carriera del noto pubblicitario e disegnatore italiano. Dagli esordi d’ispirazione belle époque, all’influenza cubista e futurista, sino alle tante figure plastiche e teatrali che precorrevano i tempi. Sempre un passo avanti rispetto agli altri, il designer si occupò dell’immagine sia di Perugina (non solo Baci ma anche cacao e altri cioccolati), sia di Buitoni (memorabile il manifesto della Pastina Glutinata). E ancora, di FIAT e i suoi elettrodomestici, di Modiano (quella della carte da gioco), di Cinzano, dell’amaro Ramazzotti e di numerosi altri marchi che lasciamo scoprire a voi durante la visita.

Il percorso espositivo, infatti, affianca ben quaranta pezzi che appartengono alla stessa Collezione Salce ad opere di provenienza diversa. Molti sono gli inediti tra i manifesti, bozzetti, schizzi che si possono ammirare e molte le immagini iconiche che vale la pena non dimenticare. Alla fine, questo insieme di colori e forme ci regala un tuffo in un imperdibile pezzo di storia del costume italiano.

Federico Seneca, manifesto Pastina glutinata Buitoni

Federico Seneca, manifesto per réclame “Pastina glutinata Buitoni”, 1929 – Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso

INFORMAZIONI UTILI
FEDERICO SENECA (1891-1976) Segno e forma nella pubblicità
dal 17 marzo al 2 settembre 2018

Museo Nazionale Collezione Salce, via Carlo Alberto 31, Treviso 
Orari: dal giovedì alla domenica 10:00-18:00; il venerdì aperto sino alle 21:00
Biglietti, prenotazioni, mappe e approfondimenti sul sito www.collezionesalce.beniculturali.it
Catalogo: Silvana editoriale
Curatori: i direttori del Museo Nazionale Collezione Salce Marta Mazza e del m.a.x. museo di Chiasso Nicoletta Ossanna Cavadini

 

Fonte e foto: si ringrazia l’ufficio stampa

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