La recensione della commedia IL PREMIO, il film diretto e interpretato da Alessandro Gassmann.

la locandina del film Il Premio

la locandina del film Il Premio (2017)

Quanto è complicato il rapporto padre-figlio? E se il padre in questione fosse un personaggio famoso stimato a livello internazionale? È il tema che affronta Alessandro Gassmann nel film Il Premio, di cui firma sceneggiatura (con Massimiliano Bruno e Walter Lupo) e regia; e in cui veste i panni di Oreste, un uomo semplice il cui sogno è aprire la propria palestra.

In seguito all’ennesima discussione con la moglie, Oreste cerca ospitalità dal padre, il grandissimo scrittore Giovanni Passamonte (Gigi Proietti). Scopre però che l’uomo è in partenza per Stoccolma per ritirare il premio Nobel per la letteratura; con il fido segretario e tuttofare Rinaldo (Rocco Papaleo) ha, infatti, organizzato un viaggio in auto fino in Svezia, avendo paura di volare.
Oreste, seppur a fatica, accetta di fare d’autista al padre in cambio di un prestito pari alla cifra che gli occorre per realizzare il suo sogno.

Allo strambo trio si aggiunge un’altra figlia di Passamonte, Lucrezia (Anna Foglietta) sedicente scrittrice e blogger che decide di partecipare a questo lungo viaggio filmando il tutto per i suoi numerosi follower.

Questo percorso, che costringe i quattro a convivere la maggior parte del tempo nell’abitacolo di un’auto, porta alla luce confronti e scontri fra i due figli (soltanto due degli innumerevoli sparsi per il mondo) e il grande scrittore. Passamonte è stato sempre troppo concentrato su se stesso e sulla propria carriera per curarsi dei due. È apprezzato da pubblico e critica in ogni dove. È un egocentrico, amante delle donne e della bella vita, cittadino del mondo che non disdegna nessun vizio, neanche qualche stupefacente. Ma, a ben vedere, è anche colui che, investito e travolto dal successo, ha perso l’entusiasmo per la vita e non trova più la scintilla dell’ispirazione letteraria.

Saranno proprio Oreste e Lucrezia a farlo tornare ad una dimensione più “terrena”, quasi domestica e a fargli apprezzare il bello dei legami familiari. D’altro canto lo scrittore, con la sua schiettezza, spesso davvero dura, sembra in qualche modo “raddrizzare” le vite dei due. Ad entrambi, infatti, pare mancare qualcosa per definirsi soddisfatti della loro vita e delle loro professioni.

un’immagine del film Il premio Photo: Vision Disitrbution

un’immagine del film Il premio Photo: Vision Disitrbution

La pellicola ha davvero poco di autobiografico, se non l’idea di base, e Gassmann  porta sul grande schermo una commedia che scorre piuttosto fluida, grazie soprattutto alla recitazione di tutti gli attori del cast, ma che presenta delle falle a livello di sceneggiatura che si tenta di compensare con gag banali o totalmente fuori luogo. Falle che riguardano soprattutto i personaggi. Sembrano, tutti, essere appena delineati: alcune loro caratteristiche vengono ripetute così spesso che l’effetto non è più descrittivo o comico, ma ridondante. Si pensi allo stesso Oreste e a quante volte viene sottolineata la sua semplicità, ingenuità, a tratti la sua vera e propria ignoranza… E alla fine allo spettatore non è neanche dato sapere se resterà con sua moglie e se aprirà la tanto sospirata palestra.

Nella seconda parte del film vengono introdotti altri due personaggi, Andrea (Marco Zitelli), figlio di Oreste, ed una sua amica cantante (Matilda De Angelis). I ragazzi sono fondamentali a livello di plot, ma sono totalmente privi di identità. Di loro sappiamo che sono due artisti che vivono e lavorano a Chrstiania, quartiere indipendente di Copenaghen.

Il Premio ha però anche i suoi meriti e vanno riconosciuti. Primo fra tutti, l’aver preso in prestito dalle scene teatrali Gigi Proietti per riportarlo sul grande schermo dove ancora si muove splendidamente a suo agio. La sua recitazione sorniona è sicuramente il fulcro di tutto il film. Il secondo, non da poco, è quello di aver fatto uscire la commedia italiana dalle solite quattro mura in cui di norma è segregata, trasformandola in un insolito road movie. Ottima idea, soprattutto perchè gli splendidi luoghi che mano a mano fanno da sfondo alla vicenda dei protagonisti, dal Nord Italia all’Austria, dalla Danimarca alla Svezia, danno al lungometraggio un respiro più internazionale, sottolineato da, terzo merito, una regia, quella di Gassmann, scorrevole e disinvolta.

Violetta Biagiotti

n.d.r. Il Premio è disponibile in DVD e blu-ray su Amazon.it dall’11 aprile 2018.