JURASSIC WORLD – IL REGNO DISTRUTTO La recensione del film di J.A. Bayona

Jurassic World – Il Regno Distrutto, con Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, è al cinema dal 7 giugno 2018. 

Il poster italiano del film Jurassic World – Il Regno Distrutto

“è previsto che si vedano dei dinosauri nel suo parco dei dinosauri?”

La domanda parte dall’iconico Ian Malcolm (Jeff Goldblum) e dall’indimenticabile Jurassic Park (1995) e piomba ad hoc su Jurassic World – Il Regno Distrutto, quinto capitolo della saga che ha riportato gloriosamente in vita, e sul grande schermo, i dinosauri.

Il Regno Distrutto è quello di Isla Nublar, passata già attraverso il fallimento del Jurassic Park e poi anche del più futuristico Jurassic World raccontato nell’omonimo, precedente film. Con l’abbandono dell’ennesimo progetto sul parco di divertimenti preistorico, l’isola è diventata una riserva dimenticata, in cui i dinosauri vagano incontrollati ed abbandonati a loro stessi.
Ma l’improvviso risveglio di un gigantesco vulcano riporta Isla Nublar agli onori della cronaca e ad una tempestiva decisione: salvare le creature o condannarle ad una nuova estinzione. Da un lato si ricongiungeranno il dino-comportamentista Owen (Chris Pratt) e la redenta Claire (Bryce Dallas Howard), dall’altro, uno spietato ed indecifrabile piano militare…

BRYCE DALLAS HOWARD) e Owen (CHRIS PRATT) con Maisie (ISABELLA SERMON) in Jurassic World: Il Regno Distrutto – Photo Credit: Universal Studios and Amblin Entertainment, Inc. and Legendary Pictures Productions, LLC.

E qui veniamo alla citazione di quel Malcolm che compare a cornice del film (omaggino per nostalgici e poco altro), perché Il Regno Distrutto fa l’unica cosa che non andrebbe mai fatta: ritagliare un ruolo secondario e marginale ai grandi, anzi giganteschi, protagonisti dinosauri.
La minaccia lavica prima, i cattivoni ricco-militari poi, passando per vicende personali delle quali non ci interessa nulla, tolgono spazio e ossigeno al nucleo della filosofia Jurassica e, soprattutto, del divertimento. Molto semplice la causa, drammatico l’effetto: la presenza dei sauri è impalpabile, buttata là come fosse accessoria, incapace di trasmettere le basilari emozioni da comparsa persino a chi, come me, se li sogna anche la notte.

Non è tutto da buttare nella teoria, qualche appiglio ci sarebbe, ma non viene approfondito e considerato a dovere: penso all’isola che collassa su se stessa, mentre la natura riequilibra l’anomalia, all’accenno di messaggio dell’animale perenne, ciclica vittima della prevaricazione umana, alla dilaniante poesia di un progetto di vita che muore. Su questi temi un film può aggrapparsi e far venire la pelle d’oca, ma le penne di Colin Trevorrow e Derek Connolly imboccano contromano la strada dell’action, del complotto e dei facili affetti.

un Indoraptor nel film Jurassic World Il Regno Distrutto – Photo Credit: Universal Studios and Amblin Entertainment, Inc.and Legendary Pictures Productions, LLC.

Una scrittura palestrata, gonfia e confusionaria viaggia senza direzione nonostante la buona regia di J.A. Bayona (The Orphanage, The Impossible); quando non ricalca le storiche sequenze del capostipite – da cui sarebbe buona cosa sganciarsi all’alba del 2019 – perde aderenza e palesa difficoltà elementari. Aggravanti: personaggi secondari da denuncia e pathos non pervenuto.

Un momento cult (prelevare sangue a un T-Rex potrebbe essere l’esame finale di veterinaria) e una mezzora conclusiva in ripresa non bastano, nella promessa tradita di Jurassic World – Il Regno Distrutto nei confronti di chi non si aspettava altro che ravvivare i propri sogni ad occhi aperti, di mondi ed animali più immensi di quelli quotidiani.

Voto: 5/10

Luca Zanovello

 

Leave a Comment