Recensione del film The Midnight Man, l’horror con Lin Shaye e Robert Englund in home video dal 17 maggio 2018.
Col termine creepypasta si indica quella serie di racconti funesti, di leggende metropolitane e di “mi ha detto mio cuggino…” che vengono condivisi, diffusi e tramandati nel web con lo scopo di inquietare i lettori, giocando con la natura virulenta della paura e del sospetto.
O, forse, la loro vera missione è quella di (cercare di) rivitalizzare il genere horror, regalandogli una sfilza di microracconti destinati a diventare film perlopiù mediocri, con luoghi maledetti, strade statali nebbiose e, soprattutto, spauracchi: dal Boogeyman allo slenderman, passando per il recente Bye Bye Man, ad ogni uomo nero della fantasiosa letteratura dei creepypasta è corrisposto uno o più lungometraggi dedicati.
L’ultimo di questi è The Midnight Man, diretto da Travis Zariwny (esperto di scenografia e dintorni), che aggiunge all’infinita lista un nuovo mostro che si annida sotto al letto. Se evochi l’“uomo di mezzanotte” sei nei guai: lui conosce la tua peggiore paura e, se sgarri alle complicatissime regole dettate dal gioco, si concretizza.
Lo scopre lungo tre generazioni la famiglia Luster, da nonna Anna (Lin Shaye, saga Insidious) alla giovane Alex (Gabrielle Haugh, 13 Reasons Why) che se ne prende cura.
In una lunga notte, grazie a quelle scelte inopportune che fanno la fortuna del nostro genere preferito, Alex affronterà per l’ultima volta l’inquilino di troppo.
Se la pigrizia fosse un film, la sua immagine si avvicinerebbe notevolmente a quella di The Midnight Man, esercizio poco pauroso e dichiaratamente al risparmio sull’immortale tema babau, che si aggrappa a un paio di nomoni per distrarre da tutto il resto: balza all’occhio quello di Robert Englund, apparizione molto part-time, insieme a quello dell’onnipresente dell’horror Lin Shaye.
I due tornano sullo stesso set trentadue anni dopo Nightmare – Dal Profondo Della Notte e lo fanno presente nel Dietro Le Quinte allegato (unico contenuto extra di dvd e bluray), ma il loro incontro, proprio come il film, risulta abbastanza insignificante.
The Midnight Man infatti, progressivamente, si delinea come uno dei molti film che economizzano e puntano su qualche fattore ad effetto. Immagino sempre il team di giovani sceneggiatori, davanti alla macchinetta del caffè, che dicono cose tipo: “non complichiamoci la vita con la trama, pensiamo piuttosto a trovare una bella protagonista, una bella casa e un bel mostro. Il resto chissà, magari verrà da sé”.
La bella protagonista c’è, ma in confronto Neve Campbell era Sophia Loren, la location è effettivamente la cosa più inquietante (forse il futuro del genere è l’horror immobiliare), mentre l’uomo di mezzanotte rimane una misera bozza di incubi stravisti, soprattutto nel momento in cui assume, quasi sempre in maniera poco spaventosa, la forma delle paure delle sue vittime.
Una sola scena, la resa dei conti surreale e granguignolesca con l’animaletto d’infanzia, si avvicina al memorabile e, insieme a qualche buon effetto visivo splatter, allontana un pizzico quell’annosa sensazione di aver vanificato un’ora e trenta con un film che non lascia traccia.
Tuttalpiù, da abbinare a Candyman (Bernard Rose, 1992) in una doppia visione, per ricordare quello stupendo e mai eguagliato capostipite “analogico” dei Qualcosa–Man malefici.
Luca Zanovello
Responsabile della sezione Cinema e del neonato esperimento di MaSeDomaniTV (il nostro canale Youtube) Luca, con grazia e un tocco ironico sempre calibrato, ci ha fatto appassionare al genere horror, rendendo speciali le chiacchiere del lunedì sulle novità in home video, prima di diventare il nostro inviato dai Festival internazionali e una delle figure di riferimento di MaSeDomani. Lo potete seguire anche su Outside The Black Hole