Recensione di Inside (À L’intérieur), l’horror diretto da Alexandre Bustillo e Julien Maury in home video dal 19 aprile 2018.

la cover del DVD italiano del film inside

la cover del DVD italiano del film inside

Un consiglio: se doveste trovarvi a discutere con un maniaco dell’horror, evitate di affrontare bruscamente l’argomento della cosiddetta “New wave of french horror”, ovvero quel manipolo di autori e titoli provenienti dall’area franco-belga che, agli albori del nuovo millennio, aveva costituito un movimento e dei presupposti artistici tanto promettenti quanto – vedremo – rapidamente evanescenti.

Il tasto è infatti dolente, perché a partire dal 2003 (col subdolo Alta Tensione di Alexandre Aja) si era riversata sul grande schermo una raffica di titoli sorprendenti, radicati nel cinema estremo anni settanta ma rinnovati nello schema e nell’estetica.
Stomachevoli torture “esistenziali”, fini tranelli psicologici, psicosi irrisolte che si traducono in vittime straziate: il nuovo horror francese coniugava bene e senza compromessi mattanza e raffinatezza, sangue e filosofia, patimenti d’anima e di corpo.
Ma se film come Them (David Moreau e Xavier Palud), Frontier(s) (di Xavier Gens), Calvaire (Fabrice Du Welz) e soprattutto il magistrale Martyrs (Pascal Laugier) avevano dato speranza e giubilo ai fan del genere, la fiammella del filone si esaurì poco dopo, con i registi fagocitati da asfittiche produzioni, spesso copiaincollate oltreoceano, prive della ferocia e della creatività precedenti.
La promessa più allettante e nel contempo frustrante del cinema horror contemporaneo partorì anche un capolavoro chiamato Inside, anno 2007 (un anno prima del già citato Martyrs), per la regia del giovane ed esordiente duo Alexandre Bustillo e Julien Maury; Inside è un’esperienza indigesta e indimenticabile, un film lacerante e crudele con un tasso ansiogeno da capogiro.

E’ l’incubo di Sarah (Alysson Paradis) che dura il tempo di una notte, quella della vigilia di Natale, quella che la separa dalla nascita del figlio che porta in grembo, quella che sceglie di trascorrere da sola, nella casa disperatamente priva del marito morto poco tempo prima in un incidente stradale.
Qui Sarah subirà l’inarrestabile assedio di una misteriosa intrusa (Beatrice Dalle), movente e identità ignoti, che sembra però conoscere bene la padrona di casa e il suo tragico passato.
Sullo sfondo, una Parigi disordinata dalle tensioni sociali delle rivolte nelle banlieue, che potrebbe non avere tempo di badare alle paure intime, alle vulnerabilità materne, ai terrori domestici.
Le premesse sono di oscuro minimalismo: quattro pareti, una giovane donna e una gravidanza al nono mese. La sua solitudine, concreta e mentale, è invece un magma di dolori, fragilità ed angosce.
Che viene aggravato dall’aggressione, una “home invasion” che potrebbe essere una di tante e invece si trasforma (anche grazie alla scelta vincente, decisa in extremis dai registi, di scegliere un intruso femminile) in un originale ed estremo delirio.

un’immagine del film Inside (À l’intérieur) - Photo UniFrance Films

un’immagine del film Inside (À l’intérieur) – Photo: uniFrance Films

Inside indovina tutto: dalle protagoniste, con l’algida Paradis e la sensualissima, diabolica Dalle a bilanciarsi in un perverso karma, alle ardite ma essenziali inquadrature uterine che ci mostrano le “conseguenze” dell’orrore e dei traumi sul feto, fino ai pazzeschi effetti visivi splatter che aggirano le trappole della CGI posticcia.
Senza dimenticare una regia a quattro mani che capitalizza alla perfezione gli ambienti casalinghi e la loro claustrofobia, gli appostamenti della “Donna” e le incursioni dei malcapitati che provano a interrompere il gioco a due.
Nel credibile volto di Sarah, sfinito e tumefatto, c’è l’effetto che ha Inside su animo e stomaco dello spettatore: una violenza furibonda ed ispirata, mai banale o gratuita, che sfocia nel finale raccapricciante e impregnato di rosso, arte visiva che incarna iconograficamente la costellazione di paure, debolezze, desideri e abomini dell’animo umano.
Confermando un capolavoro moderno del genere, che rende rimpianto ed enigma inspiegabile il rapido esaurimento creativo dei suoi autori, dei quali si segnalano solo i fiacchi Livide e Aux Yeux Des Vivants, peraltro ancora inediti in Italia.
Oltre dieci anni dopo, invece, Inside approda in dvd e blu-ray grazie a Midnight Factory, e lo fa accompagnato da degli extra imperdibili: il making of del film è un contenuto inestimabile, quasi un’ora di materiale che rivela tutti, ma proprio tutti, i retroscena di produzione del film, trascinandoci sul suo set insanguinatissimo.
Ma c’è spazio anche per un’appendice gustosa e più leggera: i cortometraggi embrionali di Julien Maury “Pizza à L’oeil” e “PEDRO!”, commedie di pizza e cospirazioni, sono il perfetto debriefing “casereccio” dopo il magistrale calvario di Inside.

Voto: 9/10

Luca Zanovello