DISTANT SKY: Nick Cave & The Bad Seeds – Live in Copenhagen

Arriva al cinema, solo per una notte, Distant Sky: Nick Cave & The Bad Seeds – live in Copenhagen. L’appuntamento è per giovedì 12 aprile 2018. 

la locandina italiana del film-evento Distant Sky

Chi ha avuto l’esperienza catartica di assistere ad un loro live, specialmente durante il recente tour a supporto di Skeleton Tree, lo sa: definire “concerto” lo spettacolo viscerale di Nick Cave & The Bad Seeds è un po’ come definire Cannes “un cineforum”.
Chi non l’ha avuta, il 12 aprile e solo il 12 aprile, può rimediare con lo speciale evento cinematografico Distant Sky: Nick Cave & The Bad Seeds – live in Copenhagen, che come da titolo ci catapulta, tramite grande schermo, tra il pubblico della tappa dello scorso 20 ottobre nella capitale danese.

E’ un’integrale immersione, di quelle che più vanno in profondità più tolgono il respiro e avvicinano: alle sensazioni dell’evento, alle atmosfere nero petrolio dell’ultimo disco, creazione di poesia disperata di un uomo che può elaborare solo così la morte di un figlio quindicenne.
Distant Sky cattura appieno, senza omissioni, l’impatto dello show di Cave, i pezzi vecchi e nuovi che basterebbero, ma molto altro, come la precisione e la sacralità liturgica con cui il frontman, Warren Ellis e gli altri “semi cattivi”, avvicinano a loro il pubblico.

Distant Sky: Nick Cave durante il concerto di Copenhagen – Photo: courtesy of Nexo Digital

Sta tutto nel gesto di Nick Cave, che prende le mani dei fan delle prime file e le posa sul suo petto. Per ascoltare un dolore esprimibile solo così, trasmissibile, altruisticamente perché come tutti i rituali, anche questo si conclude con l’assoluzione e la speranza. Quella che parla, ad esempio, in “Into My Arms”: But I believe in love /And I know that you do too / And I believe in some kind of path / That we can walk down.

Ma all’orizzonte c’è molto più di questo e dell’autoterapia del lutto di Cave: ci sono la potenza e la chirurgia di un live show perfetto, ci sono la costante seduzione (reciproca) tra artista e pubblico, un abbraccio virtuale e indissolubile che sfocia in quello letterale nell’ultimo, congiuntivo atto.
I “cieli distanti” diventano così non solo quelli dell’omonima canzone di Skeleton Tree (impreziosita dalla voce della soprano danese Else Torpe), ma quelli in cui Nick Cave si rifugia, e ci invita a rifugiarci, con tutto il suo repertorio emotivo, musicale e umano.

Distant Sky documenta fedelmente tutto questo e regala fortissime emozioni in differita. Se 20.000 Days On Earth (2014, Iain Forsyth, Jane Pollard) era una finestra sulla mente di Cave e One More Time With Feeling(2016, Andrew Dominik) la scoperta di un cuore mai così oscurato, Distant Sky sintetizza i due frangenti, rivelando fino all’ultima goccia anima, sangue e sudore di un artista sovrumano.

In sala qualcuno, trasportato altrove, si dimentica di tutto, si agita e applaude alla fine di ogni canzone. La migliore fra tutte le possibili recensioni.

Luca Zanovello

n.d.r. Distant Sky: Nick Cave & The Bad Seeds è distribuito in Italia da Nexo Digital, un clic QUI per l’elenco delle sale aderenti all’iniziativa e per acquistare il biglietto. 

 

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