Nella Tana dei Lupi: testosterone e pallottole in una pellicola “divertiti e dimentica”

Recensione del film Nella Tana dei Lupi, il nuovo action con Gerard Butler e 50 Cent al cinema dal 5 aprile 2018.

il poster italiana del film Nella Tana dei Lupi

Ci son film dall’ironia sottile, colmi di poesia, destinati a diventare memorabili piccoli gioielli di cinema indipendente anche se, ahinoi, visti da una cerchia ristretta di fortunati. E poi ci son film dal lirismo testosteronico e dalla risata involontaria, destinati a finire nell’arco di un weekend a riempire i multisala. Nella Tana dei Lupi appartiene a tale secondo gruppo, il che non è per forza un male.

Il lungometraggio scritto e diretto da Christian Gudegast (lo sceneggiatore de Il Risolutore con Vin Diesel e Attacco al Potere 2 sempre con Butler) è puro intrattenimento da venerdì sera che mantiene le promesse del trailer. Tanti bicipiti gonfi, al volante di SUV altrettanto giganteschi, tireranno pochi cazzotti ma imbracceranno molti fucili garantendo una pioggia infinita di pallottole durante l’immancabile corsa contro il tempo per assicurare una banda di rapinatori alla giustizia.

una scena del film Nella Tana dei Lupi – Photo: courtesy of Lucky Red

Siamo a Los Angeles, una città dal numero di rapine giornaliere talmente elevato da sembrare più il regno dei demoni che quello degli angeli. In questa metropoli ricca di ville da sogno, e di caveau che brillano uno dopo l’altro, quando la polizia arranca, interviene una squadra speciale. Un gruppo di agenti che ha dimenticato le buone maniere, i protocolli e la divisa in fondo all’armadio, ma è capace di braccare i criminali più sfuggenti.

A capo di codesti uomini dal savoir-faire di un bisonte c’è Nick “Big Nick” O’Brien (Gerard Butler) un poliziotto, neanche a dirlo, che ha fatto della barba incolta, gli anelli su ogni dito e le occhiaie troppo profonde il proprio tratto distintivo, il cui fiuto però non fallirà neppure oggi.

Sarà il furto di un furgone, finito in un bagno di sangue e ciambelle glassate, ad attirare il reparto di Nick e a trascinarlo in una strabordante caccia al ladro, non sui tetti della Costa Azzurra bensì sulle trafficate highway losangeline.

una scena del film Nella Tana dei Lupi – Photo: courtesy of Lucky Red

Gudegast attinge a piene mani dalla miglior tradizione (non è un segreto abbia guardato con ammirazione a Heat – La Sfida) e spavaldo confeziona un Blockbuster che rumoreggia meno del previsto e presenta situazioni più avvincenti di quanto fosse lecito sperare.

I nostri bravi ragazzi se la vedono con un cattivo serio, meticoloso, addestrato e riflessivo, talmente perfetto da essere ancor più antipatico e in grado di accorciare le distanze tra il pubblico in platea e i buoni sullo schermo (così piacioni, indisciplinati e istintivi da ricordare molti di noi). Se nella prima parte la pellicola è un continuo zoomare sui tattoo dei macho-men in canotta e sulle biondissime stripper che fanno da sfondo ad inutili parentesi drammatiche, nel secondo tempo gli stereotipi si fanno da parte a favore del poliziesco, la trama prende forma e colore e i rimanenti minuti delle oltre 2 ore di durata diventano scorrevoli e divertenti.

È evidente che Nella Tana dei Lupi sia ad una distanza pressoché siderale dall’alta cinematografia, anche del genere action poliziesco, ma la sua onestà ci bendispone. Entrando in sala sappiamo esattamente a cosa andiamo incontro: a una perfetta proiezione “divertiti e dimentica” che, di tanto in tanto, fa bene allo spirito.

Vissia Menza

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