READY PLAYER ONE: Spielberg firma il Quarto Potere dei nerd

Recensione di Ready Player One, il nuovo film di Steven Spielberg al cinema dal 28 marzo 2018.

il nuovo poster italiano del film Ready Player One

Sto cercando di immaginare quale sia il livello di visibilio, probabilmente non quantificabile, delle compagini nerd di fronte a Ready Player One. L’adattamento firmato Steven Spielberg del libro del 2010 di Ernest Cline è un vero e proprio calderone debordante di cultura popular, sacralità videoludica e filosofia tecnologica e di realtà virtuali.

Nel distopico 2045, la realtà reale non basta: gli Stati Uniti sono impoveriti, ingrigiti e sovrappopolati, la fuga da questa mestizia è OASIS, avveniristico mondo virtuale dalle potenzialità e possibilità quasi illimitate.
Quando muore Halliday (Mark Rylance), creatore di OASIS, ha inizio la ricerca del successore. Come? Attraverso un’avvincente caccia all’”easter egg” nascosto da Halliday all’interno di OASIS, proprio come i tesori nascosti disseminati nei più celebri videogames dai programmatori.
Sulle sue tracce si mettono tutti gli utenti presenti nell’universo virtuale, compreso l’esperto gamer Wade col suo avatar Parzival (Tye Sheridan) e quella che diventerà la ragazza dei suoi sogni Art3mis (Olivia Cooke).
Ma il trofeo fa gola anche a chi, per semplici, tirannici scopi imprenditoriali, vuole acquisire il potere e il profitto derivanti da OASIS.
Nella brulicante, affollatissima cornice di un mondo fatto di pixel, buoni e cattivi inseriscono il gettone e corrono alla disperata ricerca dell’eredità.

Tye Sheridan nel film Ready Player One – Photo Credit: Jaap Buitendijk © Warner Bros. Pictures

Tramite una struttura avventurosa vecchia come il mondo, la ricerca del Santo Graal postmoderno, Spielberg risponde alle mie accuse di carriera rafferma con un film frenetico ed ultrapop, che trasferisce emozioni e sonorità anni ottanta in un futuro dove (ancor più che oggi) la fuga dal mondo tangibile finisce in uno schermo, un visore e un alter ego teoricamente più accattivante di noi.
Con l’espediente della cosmopoli di OASIS, si incontrano e scontrano un’infinità di personaggi, mostri e veicoli tratti da film, fumetti, cartoni animati e ovviamente videogame della storia dell’umanità; la smania dell’avvistamento e il rilancio citazionista sono l’essenza della pellicola, l’effetto indesiderato è che la trama e l’avventura in sé perdono giocoforza interesse.
Ma è evidente come la storia del giovane proletario Wade sia lì “giusto per”, che il mentore virtuale Halliday sia bonaria comparsa e che la chiosa sarà salvifica al limite del diabete. Non a caso, tempo e peso dei momenti action in OASIS doppiano (se non triplicano) quelli delle dinamiche “in carne ed ossa”.
Quello che serve e conta – e che promuove Ready Player One a gustoso snack cinematografico – è il suo invito a disarcionare ricordi nostalgici, riportare con fedeltà meccanismi e dinamiche del mondo mutevole dei videogiochi, omaggiare non solo le icone ma l’immortale culto di alcune di loro.

Tye Sheridan è Parzival e T.J. Miller è I-R0k nel film Ready Player One – Photo: Courtesy of Warner Bros. Pictures

Godibile e poi dimenticabile come un giro sulle montagne russe, parimenti shakerante, il regalone ai fissati del settore è un bell’ “usa e getta” a cuore aperto che trascina dentro anche gli altri. Come?
Col fomento dell’immaginazione, l’espansione indefinita delle possibilità evasive, l’elezione di fantasia, intuizione e pensiero laterale come chiave risolutiva non solo del livello ma anche dell’esistenza.
E per premiare il cinefilo borghese, un po’ spaesato dopo il milionesimo sottile riferimento a giochi Atari, c’è anche un’irresistibile citazione da storia del cinema da non spoilerare neanche al vostro peggior nemico.

Voto: 6,5/10

Luca Zanovello

 

Leave a Comment